Ucraina, Russia attacca Chernihiv: 5 morti. Stallo negoziati, Putin gela Zelensky

(Adnkronos) – E’ di cinque morti, tra cui un bambino di un anno, il bilancio di un attacco condotto con droni dalle forze armate russe nella notte sulla città di Pryluky nell’oblast di Chernihiv, nel nord dell’Ucraina. Lo ha scritto su Telegram Vyacheslav Chaus, funzionario regionale di Chernigiv, affermando che “cinque persone sonono morte, tra cui due donne e un bambino di un anno, trovati sotto le macerie”. Altre sei persone sono rimaste ferite e sono state ricoverate in ospedale, ha aggiunto. “Le esplosioni hanno danneggiato le case in una zona residenziale”, ha affermato. E’ stallo intanto nei negoziati tra Ucraina e Russia dopo i colloqui di Istanbul. Putin respinge l’appello di Zelensky a trattare per una tregua a e accusa l’Ucraina di essere governata da un regime terroristico. “La Russia deve davvero sentire che la guerra è peggio della pace” ha detto il presidente ucraino, chiedendo nuove sanzioni contro Mosca in particolare sul petrolio.
Putin ha incolpato i vertici dell’Ucraina per “gli attacchi mortali alle infrastrutture russe”, definendoli atti di terrorismo contro i civili. “Chiedono un vertice – ha detto il presidente russo -. Ma come si possono tenere incontri del genere in queste condizioni? Di cosa c’è da parlare? Come possiamo negoziare con chi fa affidamento sul terrore?”. Secondo Putin, inoltre, l’Ucraina vuole sfruttare un cessate il fuoco per riarmarsi, aumentare la mobilitazione e preparare atti di sabotaggio contro il territorio russo. “Ogni nuovo attacco, ogni nuovo rinvio della diplomazia è un dito medio che la Russia mostra al mondo intero” replica Zelensky. “Se i forti non fermano Putin, significa che condividono con lui la responsabilità. E se vogliono ma non possono fermarlo, allora Putin non li considererà più forti”, ha avvertito, sottolineando come le trattative diplomatiche non abbiano prodotto risultati finora. Ieri c’è stata la telefonata tra Trump e Putin e quella poi dello stesso leader russo con il Papa che gli ha chiesto “un gesto per favorire il cessate il fuoco”. “Molti hanno parlato con la Russia a diversi livelli – denuncia Zelensky -. Ma nessun colloquio ha portato né a una pace duratura né alla fine della guerra”. Per Zelensky, la mancanza di una reazione forte da parte dell’Occidente incoraggia il Cremlino a continuare. “Quando non sente forza e pressione, ma debolezza, commette sempre nuovi crimini. Interpreta questo atteggiamento come un tacito permesso, un permesso per nuove atrocità”. L’Ucraina prevede di riportare a casa un totale di 500 prigionieri di guerra dalla prigionia russa in uno scambio con la Russia tra il 7 e l’8 giugno, ha dichiarato il presidente Volodymyr come riporta il Kyiv Independent. Il prossimo scambio arriva dopo un precedente di mille prigionieri per mille, effettuato tra il 23 e il 25 maggio. Tale accordo, inizialmente raggiunto durante i colloqui di Istanbul del 16 maggio, è stato il più grande scambio di prigionieri della guerra finora.
Il nuovo scambio è stato concordato durante il secondo round di colloqui del 2 giugno. Zelensky ha affermato che l’Ucraina non ha ancora ricevuto la lista dei nomi per il prossimo scambio, ma che Mosca ha promesso di fornirla in anticipo. Dopo i colloqui del 2 giugno, la Russia si è anche impegnata a trasferire 6mila corpi di soldati e ufficiali ucraini caduti in Ucraina. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)