Liguria sperimentazione ricettario per medici volontari associazioni

Maggiore accesso alle cure per i più fragili
Medici volontari
– Con un provvedimento sperimentale della durata di due anni, Regione Liguria ha approvato una delibera che consente ai medici volontari operanti all’interno di Associazioni, Organizzazioni di Volontariato e Onlus attive sul territorio regionale, di utilizzare il ricettario standardizzato del Servizio Sanitario Nazionale, sia in formato dematerializzato che cartaceo.
La misura riguarda esclusivamente la prescrizione di prestazioni di specialistica ambulatoriale e si rivolge a persone in condizione di fragilità, come cittadini comunitari non iscritti al Ssn (Eni), cittadini extracomunitari temporaneamente presenti (Stp), persone prive di unità (Psu), nonché cittadini italiani indigenti sprovvisti del medico di medicina generale.
L’iniziativa arriva grazie anche all’attivazione di un tavolo tecnico congiunto tra l’assessorato alla Sanità e alle Politiche Sociali della Regione Liguria, l’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Genova, Asl3 e la rete degli ambulatori sociosanitari di volontari attivi sul territorio cittadino. Il percorso ha preso avvio attraverso un ascolto strutturato dei referenti degli ambulatori sociali e sociosanitari, in particolare di quelli presenti nel centro storico genovese, che quotidianamente si prendono cura delle persone più fragili, spesso invisibili, svolgendo un lavoro prezioso e insostituibile.
“Con l’avvio di questa sperimentazione – dichiara l’assessore alla Sanità della Regione Liguria – diamo una risposta concreta a bisogni di salute spesso trascurati, offrendo a chi vive in condizione di marginalità sociale la possibilità di accedere a prestazioni sanitarie essenziali. Mettere a disposizione dei medici volontari strumenti operativi come il ricettario Ssn significa rafforzare una rete di assistenza che arriva dove i canali ordinari non sempre riescono ad arrivare, evitando anche accessi al Pronto Soccorso per eventuali malattie che possono essere intercettate preventivamente. È un passo avanti verso un sistema sanitario più equo, inclusivo e rispettoso dei diritti di tutti”.
L’iniziativa rappresenta un importante esempio di integrazione tra istituzioni pubbliche e Terzo Settore e si inserisce tra le politiche regionali e comunali di contrasto alle disuguaglianze sanitarie, a favore di una sanità più vicina alle persone e ai territori, come già accaduto in occasione dell’estensione dell’orario notturno del presidio gestito dalla onlus Afet Aquilone in vico della Croce Bianca.
G. D.