Covid. Matteo Bassetti su vaccini e terapie domiciliari

Covid. Matteo Bassetti su vaccini e terapie domiciliari
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L’infettivologo del San Martino a ruota libera sulle ultime “novità” della malattia

<<L’Ema ha approvato il quarto vaccino per il Covid – spiega Matteo Bassetti, direttore Clinica Malattie Infettive Ospedale Policlinico San Martino -. Si tratta del vaccino di Johnson and Johnson’s, quello per intenderci che è già approvato per un’unica somministrazione.

Con l’occasione volevo anche sottolineare che i vaccini sono complessivamente sicuri e che, il ritiro di alcuni lotti di quello di AstraZeneca in Danimarca e ora anche in Italia, dimostra che gli enti preposti a vigilare sono pronti ad intervenire per tutelare la salute dei cittadini.

Ora occorre fare tutte le indagini per capire se gli effetti collaterali che sono stati riportati siano realmente collegati ai vaccini o delle altre casualità possibili.

Nel giudizio su tutti i farmaci – conclude il professore -, compresi i vaccini, occorre sempre mettere sulla bilancia rischi e benefici di ognuno. Nel mondo sono stati somministrati milioni di vaccini di tutte le aziende e gli effetti collaterali sono assolutamente minimi e di gran lunga inferiori rispetto ai benefici>>.

Bassetti è anche tornato nei giorni scorsi sulla terapia domiciliare per i soggetti affetti da Covid

<<Stiamo vedendo un eccesso di prescrizioni di antibiotici, cortisone ed eparina da parte dei medici di medicina generale ed anche in auto-prescrizione. Spesso non si differenziano i quadri clinici e si mette la medesima terapia per tutti, da chi ha solo il tampone positivo senza sintomi a chi ha quadri gravi e impegnativi.

Così non va bene – afferma Bassetti -. Nelle forme asintomatiche non si deve usare alcun farmaco.

In quelle lievi ovvero con febbre inferiore a 38°, sintomi minori e no sintomi respiratori solo antiinfiammatori, sintomatici e similari (aspirina, tachipirina, ibuprofene o altri fans). Solo in quelli con quadro clinico moderato c’è un ruolo per il cortisone, ma bisogna aspettare almeno 4-5 giorni dall’inizio dei sintomi.

Occorre evitare l’abuso di farmaci quando non servono. Si rischia di creare un danno importante e rendere il compito più difficile per chi gestisce poi questi casi in ospedale.

Bisogna parlarsi di più e collaborare maggiormente tra ospedale e territorio. Noi – conclude – già lo facciamo e continueremo a farlo con chi vorrà ascoltare e collaborare>>.

 

G. D.