Professione borseggiatrice con 150mila euro, 21 auto. 6 case

Professione borseggiatrice con 150mila euro, 21 auto. 6 case
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La donna, di etnia rom e residente a Genova, con 24 nomi ha accumulato 60 diverse condanne  

L’attività d’indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore Distrettuale, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova, dottor Federico Manotti, sviluppata dai Carabinieri della Stazione di Riomaggiore riguarda i borseggi in danno dei turisti in visita alla “Cinque Terre” e commessi sui treni​ o lungo i tipici litorali spezzini.

L’attività ha ricondotto in capo alla donna (gravata da numerosi precedenti penali e molteplici “cambi di nome”), un ingente patrimonio mobiliare e immobiliare, oggetto di sequestro.

I carabinieri della stazione di Riomaggiore sequestrano conti correnti, beni mobili registrati e beni immobili in esecuzione di misura di prevenzione patrimoniale.

I carabinieri della Compagnia della Spezia, coadiuvati del Comando provinciale di Genova e del 6° Battaglione “Toscana”, ieri compiuto l’operazione “Scilla e Cariddi” derivata dalla misura di prevenzione patrimoniale emessa dal tribunale di Genova,

L’attività investigativa era in corso dal 2019, condotta dai carabinieri di Riomaggiore nell’ambito della quotidiana azione di contrasto ai borseggi sulla tratta ferroviaria delle Cinque Terre.

Come noto, nei periodi di maggior afflusso di turisti, le stazioni ferroviarie e i treni che percorrono il litorale sono afflitti dal fenomeno dei borseggi.

I turisti vengono derubati dei portafogli e, quindi, del denaro contante e dei documenti; la perdita dei documenti costituisce inoltre un grande disagio soprattutto per quei turisti stranieri i quali si vedono la vacanza rovinata dal pensiero di avere difficoltà a fare rientro nei paesi di residenza.

La stazione carabinieri, da molti anni impegnata ad eseguire servizi mirati per fronteggiare il fenomeno, ha identificato e studiato il modo di operare di alcune donne di etnia rom le quali, approfittando della calca di turisti, riescono a sfilare i portafogli ai turisti.

Spesso si confondono con i turisti vestendo abiti comuni, a volte, per passare inosservate, le donne operano in stato interessante in modo da ridurre il livello di allerta delle potenziali vittime.

I militari hanno concentrato l’attenzione su di una donna di etnia rom, residente a Genova con il nucleo familiare, spesso notata nelle zone dei borseggi in compagnia di altre donne.

La stessa è risultata avere 24 nomi diversi che nel tempo le hanno permesso di eludere controlli di polizia più approfonditi e di accumulare, su varie identità, precedenti di Polizia e condanne.

La ricostruzione eseguita dai carabinieri ha evidenziato che in capo alla stessa persona vi erano numerosi precedenti penali per reati contro il patrimonio, commessi anche in stato di gravidanza per evitare maggior pene restrittive.

15 condanne definitive per il delitto di evasione e due per contravvenzione alla misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio. In particolare risultano più di 60 condanne per furti aggravati, borseggi, consumati e tentati, 7 precedenti di polizia per rapina consumata e tentata.

Tenore di vita, confrontato con i redditi dichiarati dell’intero nucleo familiare, con un divario di circa 150mila euro

Le indagini hanno ricostruito, tra l’altro, vari cambi di valuta estera eseguiti nell’arco temporale 2015 – 2019 per un valore di quasi 24.000 euro: le monete oggetto di cambio di valuta in euro ricomprendono anche dollaro di Hong Kong, dollaro di Singapore, yuan della Cina Popolare, peso dell’Argentina, ringitt della Malaysia, real del Brasile, rupia dell’Indonesia, sterlina del Regno Unito, yen del Giappone.

Somme in valuta estera che non hanno trovato una spiegazione logica nelle entrate del nucleo familiare se non la provenienza dall’attività di borseggi compiute negli anni soprattutto in danno di turisti stranieri.

Durante gli accertamenti è emerso inoltre l’acquisto di una Porsche Panamera 4s per più di 120.000 euro, rivenduta in altro paese europeo: le compravendite di autoveicoli, finanziate verosimilmente dalla donna, hanno portato una differenza tra ricavi e spese con una perdita di più di 30.000 euro.

In esecuzione del decreto emesso dal tribunale di Genova su proposta della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, i carabinieri hanno sequestrato quattro conti corrente in uso al nucleo familiare, 21 autoveicoli (tra cui una per tipo di Bmw M3 Cabriolet, Audi A6, Mercedes Glk, Alfa Romeo Mito, Mini Cooper) e sei beni immobili.

 

G. D.