Porto di Savona, società coinvolte in frode fiscale scoperta ad Ancona

Porto di Savona, società coinvolte in frode fiscale scoperta ad Ancona
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Finanza di Ancona smaschera frode fiscale nel settore cantieristica navale. Sequestri per oltre 6 milioni. Denunciate 27 persone, coinvolte imprese savonesi

Nelle scorse settimane, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ancona – Gruppo Tutela Entrate, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, hanno sequestrato beni e disponibilità finanziarie per oltre 6 milioni di euro.

Gli atti riguardano nove società – di cui quattro con sede legale nella provincia di Ancona e cinque in Campania – e sette persone fisiche indagate per reati fiscali commessi già a partire dall’anno 2016.

Le indagini, durate quasi due anni, hanno riguardato nel complesso 27 persone fisiche e 21 società, ubicate nelle province di Ancona, Napoli, Roma, Milano, Salerno, Caserta e Chieti, ed hanno consentito di fare luce su un ben collaudato e consolidato sistema di frode.

Le imprese coinvolte, la maggior parte attive nel settore della cantieristica navale e operative nei porti di Ancona, Monfalcone (GO), Marghera (VE), Savona e Castellammare di Stabia (NA), non hanno versato contributi previdenziali e assistenziali per\ oltre 6 milioni di euro, attraverso false compensazioni con crediti IVA inesistenti creati ad arte da altre società conniventi o cartiera.

Le attività investigative, scaturite da minuziose verifiche fiscali, sono state sviluppate attraverso l’esecuzione in sette diverse Regioni di perquisizioni e acquisizioni documentali nonché da approfonditi accertamenti bancari e analitiche ricostruzioni documentali, anche di natura informatica.

In particolare, sono stati passati al setaccio circa 140 gigabyte di dati digitali e le movimentazioni di oltre 20 rapporti finanziari accesi presso svariati istituti di credito e intermediari.

È stato possibile accertare che le operazioni che avevano generato gli ingenti crediti Iva, poi usati in compensazione da altre imprese, erano di fatto inesistenti o artificiosamente sopravvalutate.

Un macchinario, smontato e mai entrato in funzione all’interno di un capannone, era stato formalmente venduto e fatturato come un brevetto del valore di 12 milioni di euro al solo fine di gonfiare l’Iva a credito

Al termine delle indagini sono stati complessivamente denunciati alla Procura della Repubblica di Ancona 27 persone ritenute responsabili del reato di “indebite compensazioni”. Tra questi anche sette professionisti (5 ragionieri, un commercialista e un consulente del lavoro), residenti nelle provincie di Brindisi, Milano, Roma, Catania, Latina e Chieti.

Gli stessi erano incaricati dell’apposizione del visto di conformità sulle dichiarazioni fiscali con cui avveniva materialmente l’indebita compensazione delle imposte. Tale certificazione permetteva alle imprese coinvolte di omettere il pagamento dei contributi previdenziali e delle imposte e, in tal modo, di acquisire maggiore competitività sul mercato di riferimento grazie al fraudolento abbattimento dei costi.

Gli elementi raccolti hanno quindi permesso alle Fiamme Gialle di formulare una richiesta di sequestro preventivo per equivalente, accolta dall’Autorità Giudiziaria dorica, finalizzata anche a tutelare le casse dell’Erario dagli ingenti danni causati dai comportamenti delittuosi posti in essere.

L’operazione di servizio rientra nella più ampia lotta alle frodi fiscali, sviluppata costantemente delle Fiamme Gialle per tutelare, soprattutto in questo delicato momento di difficoltà dovuto all’emergenza sanitaria in atto, il tessuto imprenditoriale sano, contrastando gli effetti distorsivi della concorrenza generati da tali condotte all’interno del circuito economico legale.

 

G. D.