Bloccato grosso mercato di cocaina in Val Bormida, coniugi arrestati

Bloccato grosso mercato di cocaina in Val Bormida, coniugi arrestati
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Trovati sull’auto un taser da cinquantamila volt e una mazza da baseball

Val Bormida spaccio – Grazie al matrimonio con una quasi coetanea sanremese, un 40enne tunisino residente a Pallare aveva evitato l’espulsione dal territorio nazionale dalla quale era stato colpito, non solo, l’uomo è entrato nel mirino dei carabinieri della Compagnia di Cairo Montenotte anche per frequentazioni con assuntori di stupefacenti.

Inoltre, il tunisino, uscito dal carcere d’Imperia a fine 2021 e già pregiudicato per vari reati, fra i quali rapina aggravata e traffico di sostanze stupefacenti, aveva la disponibilità costante di un autoveicolo intestato ad altri.

Tanto da attirare l’attenzione anche dei carabinieri di Millesimo, Carcare e del Nucleo Operativo della Val Bormida, ma è stato necessario un accorto lavoro di raccolta d’indizi, portato avanti da un gruppo di militari dei comandi coinvolti, per ipotizzare in maniera credibile che, dietro i suoi movimenti sospetti, ci fosse un vero e proprio traffico organizzato di stupefacenti.

Il lavoro dei carabinieri ha portato ad una analisi sottoposta all’Autorità Giudiziaria savonese che, concordando con le risultanze, ha deciso di concedere un decreto di attività tecniche a carico del sospettato.

Quello che, a un non addetto ai lavori, potrebbe suonare come l’inizio della fase più semplice dell’indagine, è in realtà stato il principio di una serie di difficoltà. Chi traffica stupefacenti, infatti, non usa schede telefoniche intestate a sé stesso come una qualunque persona, ma utenze sempre diverse ottenute tramite prestanomi irreperibili in Italia. Risalire a tutte le numerazioni, e rimanere aggiornati sui loro cambi periodici, è costato notti di fatica agli uomini impegnati nell’indagine.

Oltre due mesi di appostamenti e controlli, sia su strada che in impervie località boschive, dove si riteneva gli indagati occultassero lo stupefacente, hanno consentito di documentare una fitta attività di spaccio di cocaina a favore di clienti abituali e insospettabili della vallata.

Le operazioni del tunisino e della moglie, entrata a tutti gli effetti nell’indagine dopo i primi accertamenti quale fiancheggiatrice, si estendeva a tutti i comuni savonesi della Val Bormida, anche se le cessioni maggiori si presume siano avvenute a Carcare e Cairo Montenotte.

Alla metà di aprile l’occasione propizia per stringere definitivamente il cerchio attorno alla coppia, poiché vi era il sentore che i due stessero per trasportare un carico importante di droga.

Inevitabile a quel punto il blitz per strada, con cautela visto che l’uomo forse era in possesso di un potente storditore elettrico, come aveva già usato in passato per intimidire un commesso durante una rapina.

La coppia è stata intercettata alle cinque del pomeriggio all’ingresso di Pallare da tre vetture con colori d’istituto e una macchina civetta impegnata nel pedinamento.

Tale è stata la sorpresa che al controllo il tunisino e la moglie non hanno potuto opporre alcuna resistenza, poiché colti del tutto alla sprovvista e subito circondati. All’interno del veicolo, erano in effetti presente il taser da cinquantamila volt e una mazza da baseball; ancor più rilevante, però, è stato il rinvenimento di 104 grammi di cocaina, che hanno confermato la solidità della tesi d’indagine.

La perquisizione è stata a quel punto estesa anche all’abitazione dei due, ove erano nascosti millecinquecento euro in contanti, ritenuti provento di spaccio, nonché sostanze da taglio e confezionamento, e dove sono stati sequestrati anche un PC portatile e sette telefoni cellulari, che si ritiene siano stati usati per condurre il traffico di stupefacenti.

I due sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e, infine, tradotti rispettivamente presso le case circondariali di Marassi e Pontedecimo. Per l’uomo è scattata anche la denuncia per porto illegittimo di arma, in quanto un taser di quella potenza viene considerato, dalla legge italiana, analogo a tutti gli effetti a un’arma da sparo.

<<Si ritiene che l’indagine – spiegano dal Comando -, benché prolungata e impegnativa, abbia consentito di dissanguare uno dei più importanti canali dello spaccio minuto di cocaina nella vallata, oltre a condurre all’arresto della coppia che, anche durante la fase delle indagini, fra una fornitura di stupefacente e l’altra, si sospetta si sostentasse con furti e rapine.

I due erano peraltro noti per alcuni episodi di violenza coinvolgenti alcuni cittadini stranieri, avvenuti sia nell’imperiese, precedente provincia di residenza del tunisino, che nella Val Bormida.

I coniugi, interrogati in carcere dal Gip e, la scorsa settimana, anche dal Sostituto Procuratore della Repubblica titolare delle indagini che ne ha ascoltato le versioni, sono tuttora ristretti nelle rispettive case circondariali in attesa del giudizio.

Va sottolineato che gli indagati, nonostante il solido quadro indiziario, si difenderanno in giudizio dalle accuse nei loro confronti; essendo infatti il procedimento attualmente nella fase preliminare, tutti i provvedimenti finora adottati non implicano la loro responsabilità, non essendo stata assunta alcuna decisione definitiva da parte dall’Autorità Giudiziaria>>.

 

G. D.