Savona centro estetico e barber shop con 5 lavoratori irregolari
Sanzioni amministrative per circa 200.000 euroLavoratori in nero
Lavoratori in nero – Le Fiamme Gialle di Savona hanno individuato cinque lavoratori in nero o irregolari. Irrogate sanzioni amministrative per circa 200.000 euro.
Nei giorni scorsi, i finanzieri hanno terminato un controllo fiscale e in materia di lavoro nei confronti di un istituto di bellezza e cura della persona ed a salone di barbiere e parrucchiere, operante nel Ponente savonese e gestito da una donna, di origini cinesi.
L’accertamento ha evidenziato come la ditta impiegasse un lavoratore completamente “in nero”, inoltre, altri quattro lavoratori operavano irregolarmente, dichiarando, per l’attività svolta dagli stessi, ai fini del calcolo della busta paga, un numero di ore di lavoro cinque volte inferiore rispetto a quelle effettivamente prestate, a tutto danno delle ritenute e dei contributi da versare all’Erario.

I militari hanno ricostruito, anche sulla base delle dichiarazioni degli interessati e dei clienti abituali dell’esercizio, come tutti i lavoratori fossero stati retribuiti, mensilmente, dalla datrice di lavoro con sistematici “fuori busta”, erogati in contanti, per circa due anni (23 mensilità) sino al momento dell’accesso dei militari.
Le Fiamme Gialle hanno provveduto a inquadrare correttamente la forza lavoro, segnalando le irregolarità riscontrate ai competenti uffici dell’Inps e all’Ispettorato Territoriale del Lavoro per la ricostruzione della posizione previdenziale e contributiva dei lavoratori.
Inoltre, hanno redatto nei confronti della titolare, in relazione al lavoratore “in nero”, un verbale di accertamento unico e notificazione (legge n. 73 del 2002) comminando sanzioni amministrative per 52.800 euro e, con riferimento ai quattro dipendenti irregolari, un verbale per violazione delle norme relative al pagamento in contanti dei dipendenti (legge n. 205 del 2017) contenente sanzioni amministrative per un importo di 115.000 euro; sono state, infine, contestate ritenute non operate e ricavi non contabilizzati dalla ditta per oltre 30.000 euro.
<<L’attività svolta dai finanzieri – spiegano dal Comando – si inquadra, nell’ambito delle prerogative e dei poteri concessi al Corpo dall’art. 2 del D.Lgs. 68/2001, nel settore della repressione del sommerso da lavoro, che ricomprende tanto le irregolarità riconducibili a un rapporto di lavoro non dichiarato (il c.d. lavoro nero), quanto le situazioni di regolarità soltanto formali a fronte di un salario e di condizioni lavorative ben diverse da quelle contrattualizzate (il c.d. lavoro irregolare).
Entrambe queste fattispecie ledono fortemente la libera concorrenza e rappresentano un notevole danno sia per le imprese in regola sia per i lavoratori, sovente oggetto di sfruttamento>>.
G. D.
