Truffa in Valbormida, coniugi raggirati da finti carabinieri

Truffa in Valbormida, coniugi raggirati da finti carabinieri
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I veri Carabinieri denunciano cinque persone

 

Truffa in Valbormida – Una truffa di finti carabinieri ha reso necessario un anno d’indagini dai Carabinieri di Cengio, mesi serviti per ricostruire i pezzi e aggirare i vari depistaggi di una delle tante truffe che colpiscono in prevalenza la parte più anziana della popolazione e le persone più vulnerabili, in ogni angolo d’Italia, in questo caso in Valbormida.

L’indagine è partita da una denuncia presentata il 1° ottobre 2024 da parte di una coppia di coniugi ultrasessantenni, residenti in Valbormida, vittima di un raggiro articolato quanto ormai tristemente consolidato.

Proprio nella mattinata del 30 settembre 2024, i due avevano ricevuto alcune telefonate da parte di “sedicenti” carabinieri della Stazione di Cengio, di un “avvocato” e di un “perito assicurativo”, che li avevano informati, con tono concitato e apparentemente verosimile, che il figlio avrebbe causato un grave incidente stradale.

Sfruttando la preoccupazione e agitazione delle vittime, gli impostori erano riusciti a convincere i coniugi a consegnare a una persona, poi presentatasi presso la loro abitazione, un notevole quantitativo di preziosi per un valore complessivo di circa 30.000 euro, utili a garantire l’assistenza legale “per evitare il carcere”.

Che il sistema giudiziario in Italia non funzioni in questo modo e, in queste storie, non ci sia mai nulla di vero: ma un genitore in apprensione rischia però di perdere il buon senso, ed è proprio su questo che i truffatori puntano.

I veri Carabinieri della Stazione di Cengio, tuttavia, non si sono fatti scoraggiare dall’insieme di “scatole cinesi” di numeri telefonici e false identità predisposte dai criminali per evitare di essere individuati, ed hanno cominciato a indagare con ogni mezzo a loro disposizione.

Infatti, ad un anno dalla truffa, grazie all’acume investigativo, i militari nei giorni scorsi hanno deferito in stato di libertà alla locale Procura della Repubblica cinque persone, tutte residenti in provincia di Napoli e già note alle Forze dell’Ordine proprio per fatti analoghi.

Sono cinque uomini, tra i 24 e i 34 anni di età, tre dei quali già detenuti o agli arresti domiciliari, e uno sottoposto invece alla messa alla prova dell’imputato.

Questa ennesima denuncia porterà loro ulteriori e severe condanne, e possa causare l’apertura delle porte del carcere per quelli di loro che non vi erano già entrati.

Tutti i provvedimenti finora adottati non implicano la responsabilità degli indagati, non essendo stata assunta alcuna decisione definitiva da parte dall’Autorità Giudiziaria.

<<Le truffe, purtroppo, sono sempre più ben congegnate e sempre più diffuse, e producono danni che sono difficili risarcire, anche una volta individuati gli autori, che si premurano di far sparire quanto prima il provento della loro attività delittuosa – spiegano dal Comando -.

Le truffe, inoltre, soprattutto ai danni delle persone anziane o più vulnerabili, non causano solo danni economici, ma hanno anche importanti conseguenze psicologiche, come il senso di vergona e umiliazione per essere caduti nella trappola, anche se non è colpa loro; la perdita di fiducia verso gli altri; l’ansia e lo stress, anche legati alla gestione del denaro.

È quindi quanto mai importante l’attività di prevenzione, con una adeguata informazione per ridurre i rischi futuri. L’attività di prevenzione che i reparti dell’Arma effettuano sui territori e una sana dose di dubbio sono i rimedi più efficaci contro questo tipo di rischi.

L’auspicio – concludono – è che episodi come questo, una volta emersi, aiutino a diffondere consapevolezza e rafforzino il messaggio che l’Arma dei Carabinieri è sempre a disposizione della cittadinanza, e che denunciare subito, anche quando ci si sente ingenui o sopraffatti, può fare la differenza>>.

 

G. D.

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