Abbattimenti cinghiali peste suina. Protesta animalista: un massacro continuo

Abbattimenti cinghiali peste suina. Protesta animalista: un massacro continuo
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“No al prolungamento dell’attività venatoria: basta fucili puntati sugli animali, non è questo il modo di risolvere i problemi”

Le associazioni Meta Parma, Avi Parma, Salviamo i macachi di Parma, tramite la referente Katia Ruggiero, proseguono la protesta dopo le ordinanze sulla peste suina di abbattimento dei cinghiali in Liguria e Piemonte, ora con l’estensione anche nel Lazio.

Le associazioni protezioniste chiedono maggiori tutele per gli animali e che tutto questo non si ripeta mai più.

<<I cinghiali selvatici hanno lo stesso diritto alla vita di tutti gli altri animali, esseri senzienti, riconosciuti come tali dalla recente riforma costituzionale dell’art. 9 che recita: “gli animali sono esseri senzienti e la Repubblica ne promuove e garantisce la vita, la salute e un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche etologiche” – spiega Ruggiero -.

Una riforma costituzionale che non può e non deve rimanere solo sulla carta, chiediamo tutele per suini e cinghiali, alcuni tra gli animali più massacrati. Quasi ogni anno si ripete la solita storia, dichiarando che “i cinghiali sono troppi” e che è necessario abbatterli per diminuirne il numero.

Questa volta il problema su cui si stanno basando gli abbattimenti dei cinghiali è visto nella peste suina – prosegue la referente delle associazioni animaliste -, ma invece di farli moltiplicare e poi sterminarli continuamente, è ora di giungere a una soluzione che rispetti la vita di questi animali e che risolva alla base il problema, senza stermini.

Non ha senso farli moltiplicare e poi dichiarare che sono troppi, o potenzialmente malati, e che vanno abbattuti, ma è questo che succede da sempre. Basta fucili puntati sugli animali: non è questo il modo di risolvere i problemi.

Chiediamo che i cinghiali vengano sterilizzati – continua -, e che ne venga vietata definitivamente la caccia. Vorrebbero addirittura prolungare l’attività venatoria per ridurre il numero dei cinghiali, nonostante la caccia sia stata ritenuta possibile causa di diffusione per il virus Psa, vuoi per le usuali pratiche di eviscerazione degli animali uccisi sul posto, vuoi perché spaventando gli animali li si spinge a scappare e a spostarsi altrove, diffondendo ulteriormente eventuali contagi.

Oltre al problema sanitario, il problema alla base è anche etico, e va risolto. Troppi stermini, troppe ordinanze di abbattimento, è ormai ora di giungere a una soluzione che tuteli una volta per tutte anche i cinghiali.

Braccati nelle campagne e nei boschi, costretti ad avvicinarsi alle città per sfuggire alla caccia, trasformati in cibo, oppure usati come bambole di pezza per addestrare cani alla caccia al cinghiale, cioè alla violenza su questi animali.

Non c’è più nulla per loro, non c’è via di fuga, non c’è luogo dove possano vivere in pace. Eppure, anche gli animali hanno diritto a vivere, siamo tutti figli dello stesso cielo – conclude Ruggiero -.

“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato l’arte di vivere come fratelli”, diceva Martin Luther King. La pace nel mondo inizia da noi stessi>>.

 

G. D.