Cacciatori e cinghiali: chiesta la rimozione del commissario Psa Ferrari

Cacciatori e cinghiali: chiesta la rimozione del commissario Psa Ferrari
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I capisquadra vedono avvicinarsi la fine della caccia senza aver sparato un solo colpo

Alcune modifiche di Regione Liguria dell’ultima ora – 18 novembre – vedi QUI

Stella – Erano in tanti i cacciatori, martedì sera 15 novembre, nella sala del Casone di Stella San Martino, presenti anche il presidente regionale di Federcaccia Andrea Campanile con il presidente dell’Ambito territoriale di Caccia Savona 1 Franco Ciocca, così come i capisquadra dissidenti che dall’apertura venatoria di ottobre sono scesi in sciopero.

I fatti sono noti, li abbiamo più volte spiegati in altri articoli (vedi QUI), ma nulla è andato incontro alle richieste dei cacciatori, o meglio ad un taglio alla burocrazia, né da parte della Regione Liguria, né tantomeno dal commissario straordinario Angelo Ferrari.

Lo stesso commissario è stato messo in discussione dai cacciatori per non aver saputo gestire una situazione di emergenza fin dalla nomina e di aver atteso troppi mesi senza concordare, e condividere, l’inizio dell’attività venatoria che potesse soddisfare tutte le parti, specie in considerazione della scarsa aggressività della malattia.

caccia e cacciatori commissario Ferrari

I cacciatori si sentono “usati”: prima ad inizio peste suina, 7 gennaio 2022, con lunghi monitoraggi sul territorio e poi con l’apertura venatoria di ottobre cui sono state imposte procedure e norme costose e dispendiose, tanto da portare al clamoroso sciopero che non ha eguali.

Inoltre, il dover incenerire i cinghiali abbattuti, sottoposti ad analisi e non infetti, viene ritenuta una forzatura poiché nessuna norma prevede questo scempio, così come era già stata quella di abbattere i maiali sani.

I fatti poi dicono che nella zona del comprensorio sassellese non sono mai state trovate carcasse infette, senza che i vincoli siano stati rivisti a favore dei residenti e quindi anche dei cacciatori.

Ora siamo all’undicesimo mese di peste suina africana ed i cacciatori, sempre più frustrati ed esasperati, vedono avvicinarsi la data di fine stagione venatoria al 31 dicembre, salvo eventuali nevicate che anticiperebbero la chiusura.

caccia e cacciatori campi arati

Qualcuno ha anche affermato che se il contagio della peste suina si è rallentato è dovuto all’installazione della recinzione, il che rende ancor più arrabbiati i cacciatori poiché la “debolezza” della rete non può certo aver fermato l’irruenza degli ungulati. Inoltre, gli enormi costi della recinzione stridono con le spese che si vorrebbero a carico dei cacciatori nei previsti “burocratici” abbattimenti, oltre ovviamente alle tasse e iscrizioni annuali di circa 500 euro cadauno regolarmente anticipate a maggio, quando gli fu assicurato la “regolare” apertura venatoria.

L’accesa discussione si è conclusa con un proposito ed una richiesta:

  • viene ribadita la volontà di aiutare la collettività nel cercare di fermare l’epidemia, ma allo stato attuale impraticabile poiché le regole non sono applicabili sul territorio;
  • la richiesta di rimozione del commissario straordinario della Psa Angelo Ferrari.

In sintesi: “se di emergenza si tratta” occorrono responsabilità e decisioni immediate, “se emergenza non è” nulla valgono lacci e lacciuoli.

 

G. D.