Osa Savona: sciopero cacciatori ha frenato la peste suina

Osa Savona: sciopero cacciatori ha frenato la peste suina
Spread the love

L’associazione chiede urgenti studi sperimentali per l’uso di vaccini

L’Osservatorio Savonese Animalista, da sempre contrario al depopolamento degli ungulati, sostiene che se la peste suina non si è estesa è dovuto alla nuova recinzione e allo sciopero attuato dalle squadre di cacciatori.

<<Se tra i cinghiali la diffusione della peste suina è rimasta confinata ed in casi limitati entro la zona rossa definita dalle autorità sanitarie – afferma Osa -, è molto probabile sia dovuto non solo al procedere della costruzione della recinzione ma, soprattutto, al divieto di caccia nella zona stessa ed allo “sciopero” attuato dai cacciatori cinghialisti nel confinante Ambito1 di caccia>>.

L’Osservatorio deplora le recenti interrogazioni parlamentari al ministro dell’agricoltura Lollobrigida: <<Prima dai deputati PD ed ora dalla Lega per bocca dell’unico parlamentare savonese, paladino della caccia, che chiedono invece, d’accordo il ministro, di abbattere velocemente il maggior numero di cinghiali per debellare l’epidemia; con la Coldiretti che pretende, apocalitticamente, l’uso dell’esercito se non bastassero i cacciatori.

Osa rileva che la caccia induce nelle popolazioni di cinghiali l’incremento della mobilità: gli animali braccati cercano di sottrarsi ai cani ed alle fucilate fuggendo per molti chilometri, moltiplicando così i contatti con altri soggetti ed allargando l’infezione. Ciò dovrebbe far riflettere tutti coloro, agricoltori, politici e sindaci delle zone interessate, che continuano imperterriti a chiedere di affidare ai cacciatori il compito di combattere la Psa e “depopolare” la specie.

Depopolamento che – ricorda Osa – gli scienziati lo hanno dimostrato da tempo, non può essere attuato con la caccia, perché è proprio la caccia che produce, oltre alle criminali liberazioni di cinghiali dello scorso secolo (da parte dei cacciatori) l’incremento delle nascite; ciò attraverso la frammentazione dei branchi, con creazioni di molti più branchi più piccoli, in cui la sola femmina alfa è in grado di accoppiarsi e partorire.

È incredibile – conclude l’Osservatorio -, che ancora non si voglia finanziare urgenti studi sperimentali per l’uso di vaccini, che in altri paesi hanno dato risultati interessanti, che sono l’unico metodo per ridurre progressivamente il numero di animali presenti nell’ambiente. Se ciò fosse stato iniziato negli scorsi anni, forse la presunta “invasione” di cinghiali sarebbe stata progressivamente contrastata e la peste suina non sarebbe forse mai arrivata>>.

 

G. D.