Nuovi casi di peste suina, ancora divieti ma la Liguria non è solo mare

Nuovi casi di peste suina, ancora divieti ma la Liguria non è solo mare
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Peste suina 130mila euro come primo sostegno per gli allevatori

Altri tre casi di positività in Liguria, dove la strategia sull’emergenza peste suina africana prevede per domani, lunedì 31 gennaio, l’avvio dell’abbattimento dei cinghiali, nel frattempo la Regione stanzia i primi ristori per gli allevatori.

Dopo le seimila firme presentate in Regione Liguria dagli agricoltori, supportati dai sindaci, qualcosa si sta muovendo in direzione abbattimento cinghiali, ma la sensazione tra di chi nell’entroterra vive e opera è che si sia perso un mese di tempo. Il virus è molto aggressivo e “cova” diversi giorni prima della morte dell’animale, permettendogli di contagiare e diffondersi con lentezza inesorabile.

<<I casi di peste suina sembrano concentrarsi sempre più sul versante settentrionale della Liguria – spiega l’assessore regionale Alessandro Piana -. Sei le carcasse esaminate nelle ultime 24 ore, di cui tre positive: due a Isola del Cantone e una a Rossiglione>>.

La concentrazione sul versante settentrionale non è una bella notizia, poiché il Parco dell’Antola, che ha una grossa area nella zona rossa, punta l’Appennino piacentino, regioni dell’Emilia-Romagna dove si trovano grossi allevamenti di maiali, la cui eventuale eliminazione sarebbe una sciagura economica di dimensioni pesantissime.

Inoltre, le associazioni animaliste hanno dissotterrato l’ascia di guerra, Rete dei santuari di animali liberi, Animalisti genovesi e Fine dello Specismo stanno organizzando una grande manifestazione di protesta dal titolo “Giù le mani dai maiali”, prevista per venerdì 4 febbraio alle ore 15, davanti al palazzo della Regione.

Nel frattempo Regione Liguria ha destinato 130mila euro agli allevatori di suini per i danni a seguito dei provvedimenti di contenimento della peste nelle zone infette: è il primo ristoro per sostenere il settore.

<<Sono previsti indennizzi a capo per l’abbattimento dei suini nelle zone infette e il rimborso del costo di smaltimento secondo le modalità indicate dall’Autorità sanitaria – spiegano dalla Regione -, mentre per i suini da riproduzione sarà riconosciuto un indennizzo del valore del capo secondo i parametri dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare.

Agli allevamenti di tipo commerciale, composti da più di 5 unità, il sostegno sarà pari al mancato reddito dovuto all’inattività nel periodo di chiusura obbligatorio>>.

Infine, si parla solo di animali e allevatori ma sempre meno degli umani e delle loro attività turistiche che si trovano nella zona rossa, dove stare nei boschi è vietato (le passeggiate sull’asfalto non toccano l’economia) fino a metà luglio: escursioni, guide naturalistiche, raccolta funghi, pesca, cavalli, trekking, mountain biking, rifugi, agriturismi, alberghi, prodotti tipici.

I mesi di gennaio e febbraio di solito sono i mesi più freddi e nevosi dove si circola di meno, anche se quest’anno il clima è buono e tanti scalpitano scegliendo altre zone liguri libere, ma con l’arrivo della primavera l’economia turistica dell’entroterra potrebbe subire la definitiva mazzata tra Covid e peste suina.

La Liguria non è solo mare, andrebbe ricordato!

 

G. D.