Sassello il paese degli artisti: dalle facciate dipinte alle panchine

Sassello il paese degli artisti: dalle facciate dipinte alle panchine
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Girando per le vie del centro storico se ne scoprono delle belle… anzi, bellissime

Che la pandemia prima e il lockdown poi abbiano rilanciato gli entroterra, i paeselli, insomma i luoghi più a misura di donna e uomo, è cosa nota e documentata.

Le agenzie immobiliari ne sono una sicura testimonianza, visto che da Stella a Sassello le richieste di case in affitto e pure qualche acquisto vanno a ruba.

Nel luogo su misura ti conosci tutti, puoi fare quattro chiacchiere e magari le attese in coda fuori dai negozi passano più velocemente e, perché no, panettiera e parrucchiera possono pure aggiornarti su mille questioni. Se poi giochi di confidenza ottieni anche informazioni sul gossip locale, che, se in città passa inosservato, qui il rischio è notevole.

E’ il paesello bambola o bambolotto.

Che poi se guardiamo Sassello, tanto paesello non è: 101 chilometriquadrati, distribuiti in frazioni, borghi, case sparse, dove a Palo o Piampaludo per indicare il capoluogo, dicono “andiamo a Sassello” e viceversa. Dicevamo 101 kmq nel comune più boscoso della provincia, e fra i primi a livello nazionale, dove mezzo Parco del Beigua è territorio sassellese e se guardi i confini scopri che tocca, oltre la regione Piemonte, ben undici comuni: Arenzano, Cogoleto, Genova, Mioglia, Pareto, Pontinvrea, Ponzone, Stella, Tiglieto, Urbe, Varazze partendo dai 380 slm nel centro ai 1300 della cima del Beigua.

Quindi un comune talmente esteso che necessiterebbe di parecchio personale, ed in verità non manca, ma son tutti negli uffici, a testimoniare quanto la burocrazia valga in Italia.

In pratica meglio un papiro in più che una carretta di ghiaia davanti l’uscio. Belin!

E così questi 101 kmq. di tutto un po’, si ritrovano con tre operai tre. Chi li vuole di qua, chi li manda di là, ma attenzione, la sensibilità al fascino femminile del nostro sindaco ha fatto sì che due vigili masculi diventassero una femmina, e pare che unisca alla propria avvenenza quella sottile severità nel colpire i membri di “Sosta selvaggia”, nota gang del dove arrivo mi fermo e p(o)rcheggio.

Ma non è la sola. Tempo fa mi passarono una fonte sicura: agli operai si è aggiunta una operaia, e me la definirono proprio come la “stagionalità che non tramonta”. Mi appostai e dopo vari blitz scoprii la nuova arrivata con tanto di mascherina e look elegante che, spadroneggiando con un pennello, pitturava una panchina comunale.

Il contatto avvenne grazie alla coda di auto che facendo finta di moderare la velocità, rallentavano apposta per buttare l’occhio sul “B” della signora, lo buttai anch’io e… oltre vent’anni di teatro insieme me lo fecero riconoscere all’istante.

Nessuna nuova operaia, nessun concorso di bellezze locali nell’harem del sindaco, è Patty Pizzorno, all’anagrafe Patrizia, e per gli intimi Cicci. Sì, proprio lei la “Maestra del Commercio”, questo il titolo assegnatole dalla Camera di Commercio dopo 25 o 30 anni di attività. Ora sarà anche “Professoressa”, visto che l’attività ha superato i 50. Attività di “ferramenta” che esercita con la figlia Federica, il marito Dodo l’ha lasciata vedova pochi mesi fa.

E lei mica si ferma: sì gioca a bocce, sì porta il cane a fare la pipì, sì continua teatro (un tempo le dimissioni si trasmettevano via fax, ora di fax non ce ne sono più e lei deve proseguire – sì, come Jack e Millo, altri due monumenti del duo Carlo-Daria), però il negozio (appena rinnovato) è sempre il negozio.

Il Comune le compra la pittura e lei dipinge panchine aggratis da brava volontaria sociale, purché gliele portino in via Umberto I: per ora il pennello ha accarezzato cinque panchine, pare ne manchino ancora tre o quattro, poi chissà, potrebbe passare ai murales. D’altronde il centro storico di Sassello è famoso per le facciate dipinte.

Sassello è anche questo, come fai a non amarlo. Belin!

 

G. D.