Liguria 26 maggio in consiglio regionale: cronaca, discussioni, decisioni

Liguria 26 maggio in consiglio regionale: cronaca, discussioni, decisioni
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Piano cava, garante detenuti, garante libertà personale, garante vittime reato

Piano territoriale regionale di attività di cava

Con 18 voti a favore, e 13 astenuti è stata approvata la proposta di deliberazione n. 115: “Approvazione dello schema conclusivo di Piano territoriale regionale di attività di cava e delle correlate varianti al Ptcp e al Ptc.

Il Piano Territoriale Regionale delle Attività di Cava (Ptrac) è uno strumento di pianificazione che individua le zone nelle quali può essere consentita l’attività di coltivazione di cava a cielo aperto e in sotterraneo, il deposito degli scarti di estrazione dell’Ardesia e costituisce il quadro di riferimento per l’attività di rilascio delle relative autorizzazioni. Le attività di cava impegnano direttamente circa 700 addetti e movimentano un indotto di circa 2 mila persone. Il piano contiene una disciplina progettuale e paesaggistica elaborata in collaborazione con la Soprintendenza e saranno privilegiate le modalità di coltivazione che garantiscono una migliore ricomposizione ambientale, il mantenimento di fronti rocciosi perimetrali per schermare le visuali, il metodo della coltivazione a gradoni discendenti nelle porzioni di cava che rimarranno a vista possono essere rivegetati con alberi ad alto fusto. Il Piano è dimensionato sulla domanda di inerte prevista per il prossimo decennio quantificato in circa 30 milioni di metri cubi di cui 24 milioni di calcare. C’è una riduzione del 30% del numero di areali all’interno dei quali il piano vigente prevedeva la possibilità di aprire le cave.  Per i 53 areali previsti dal nuovo Piano solo 7 areali di cava a cielo aperto subiranno un significativo incremento.  Il piano individua, inoltre, il confine del giacimento di Ardesia nell’ambito del quale è possibile chiedere l’autorizzazione regionale alla coltivazione di cava e il piano individua le aree di deposito, limitrofe agli imbocchi di cava, nelle quali è possibile depositare gli scarti di estrazione.

Luca Garibaldi (Pd) ha spiegato che il lavoro è stato oggetto di riflessioni e integrazioni nella competente commissione consiliare e ha annunciato il voto di astensione perché, «aldilà della necessità di una regolamentazione sulla materia, non sono state accolte – ha detto – alcune delle misure richieste dal gruppo e, quindi, il quadro finale non corrisponde pienamente al lavoro fatto in commissione».

Claudio Muzio (FI) ha spiegato che il Piano era atteso da anni e ha apprezzato «la modalità partecipativa con il territorio durante l’elaborazione del testo. «E’ un Piano complesso e articolato – ha detto – in cui è stato raggiunto l’obbiettivo di conciliare le esigenze ambientali, quelle legate al fabbisogno economico-occupazionale e all’assetto del territorio».

Marco De Ferrari (ilBuonsenso) ha illustrato l’ordine del giorno che è stato messo al voto al termine del dibattito, in cui si chiede il recepimento delle osservazioni avanzate nella competente commissione consiliare da alcune associazioni ambientaliste, «che – ha auspicato – potrebbero essere inserite nella fase di attuazione del piano».

Andrea Melis (Mov5Stelle) ha dichiarato che nel testo restano aspetti ancora da chiarire «in particolare per le cave presenti in alcune zone del savonese, che sono densamente abitate», e, alla luce di queste riserve, il consigliere ha annunciato l’astensione del gruppo sul provvedimento.

Francesco Battistini (Linea Condivisa) ha annunciato il voto di astensione del gruppo: «Questo Piano è solo un primo passo perché alcune proposte presentate in commissione – ha detto – non sono state recepite quindi non possiamo essere pienamente soddisfatti».

Alice Salvatore (ilBuonsenso) ha rilevato che l’attività di cava presenta le criticità sia da un punto di vista sanitario che ambientale e quindi richiedeva una normativa di riordino. Il consigliere ha ricordato, infine, che «esistono ancora cospicui fondi inutilizzati per la difesa idrogeologica del territorio».

Andrea Costa (Liguria Popolare), presidente della III Commissione, ha sottolineato il lavoro di squadra compiuto durante il dibattito nella III Commissione: «C’è stata – ha aggiunto – anche una grande condivisione con il territorio nel rispetto delle specificità ambientali da tutelare». Secondo Costa il piano rappresenta un tassello importante che dà una risposta attesa da tempo dal settore.

Mauro Righello (Pd) ha sottolineato la complessità del lavoro svolto in II Commissione e ha annunciato il voto di astensione auspicando che «nella fase attuativa sino accolte alcune delle proposte che sono state presentate dal gruppo nella commissione consiliare».

Giovanni Boitano (Gruppo misto) ha annunciato voto favorevole perché «Il Piano rappresenta – ha detto – una positiva inversione di tendenza nel settore e tiene conto delle esigenze ambientali raggiungendo, quindi, un giusto compromesso fra istanze diverse».

Giovanni De Paoli (Lega Nord Liguria-Salvini) ha ringraziato l’assessore al demanio Marco Scajola per il lavoro svolto «in quanto – ha detto – ha messo ordine in un settore, che andava regolamentato e che ha, fra l’altro, una forte valenza occupazionale».

Alessandro Puggioni (Lega Nord Liguria-Salvini) ha annunciato voto favorevole: «La Regione con questo Piano ha messo ordine in questa materia tutelando, in questo modo, anche gli addetti ai lavori che avranno certezze normative, questa legge raggiunge un importante punto di equilibrio»

Lilli Lauro (Cambiamo con Toti Presidente) ha detto: «Con questa legge il centro destra dimostra la sua vocazione ambientalista e tutela i posti di lavoro. Abbiamo percorso tutta la Liguria e sono state accolte anche le osservazioni delle associazioni ambientaliste, è un provvedimento accurato, scrupoloso e che agevola il recupero del prodotto lapideo locale».

Franco Senarega (Lega Nord Liguria –Salvini) ha annunciato voto favorevole: «Questo piano garantirà anche nel futuro l’approvvigionamento di alcuni materiali indispensabili sia per l’edilizia che per le nostre le infrastrutture».

L’assessore al demanio Marco Scajola ha illustrato il provvedimento e ha sottolineato: «L’attività estrattiva costituisce elemento strategico per l’economia regionale.  Al contempo i materiali lapidei sono una risorsa non rinnovabile da tutelare per evitarne gli sprechi e valorizzarne usi pregiati nei lavori di restauro e recupero del patrimonio storico». Secondo Scajola, «lo sfruttamento dei giacimenti peraltro deve coesistere con la tutela dell’Ambiente e del Paesaggio oltreché con la fruizione delle altre risorse del territorio». L’assessore ha rilevato anche l’importanza occupazionale delle attività di cava e la sua strategicità per il recupero e la valorizzazione delle pietre locali nell’edilizia. Scajola ha rilevato che, grazie al Piano, il numero complessivo delle cave viene ridotto perché sono accompagnati alla chiusura gli impianti obsoleti. L’assessore, infine, ha sottolineato la collaborazione con la Sovrintendenza e con il mondo ambientalista e ha annunciato un monitoraggio, anche con supporti informatici, per controllare l’attività delle cave e il rispetto delle norme previste nel piano.

Tutela ambientale nel Piano territoriale regionale delle attività di cava

Il Consiglio regionale, con 17 voti contrari, 8 favorevoli e un astenuto ha respinto un ordine del giorno, presentato da  Marco De Ferrari e Alice Salvatore  de ilBuonenso, che impegnava la giunta a tenere conto, in fase di attuazione del Piano territoriale regionale dell’attività di cava, di tutte le indicazioni di tutela ambientale e di protezione della biodiversità, contenute nella memoria delle associazioni ambientaliste WWF Italia, Italia Nostra Liguria, Legambiente Liguria, Lipu Liguria del 12 febbraio 2020

Dibattito sulla pdl per l’istituzione del Garante dei detenuti

Nella seconda parte della seduta del mattino è iniziato il dibattito sul Testo unificato delle proposte di legge n. 13 (Ferrando, Paita, Barbagallo, De Vincenzi, Garibaldi, Lunardon, Michelucci, Rossetti) e n. 17 (Pastorino, Vaccarezza, Salvatore) “Istituzione del Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”.

Sergio Rossetti (Pd) ha dichiarato: «Questa iniziativa consente una riflessione più ampia, perché le statistiche dicono che là dove ci sono interventi di reinserimento e formazione professionale e di attenzione al ritorno alla vita ordinaria l’85% delle persone esce dal sistema delinquenziale». Secondo il consigliere, quindi, la figura del garante riveste anche un interesse non solo per l’individuo ma anche per la collettività: «Se riduciamo le persone che vivono nel disagio e più abbiamo la possibilità di svuotare la sacca della criminalità che condiziona la vita del Paese».

Giovanni Battista Pastorino (Linea Condivisa) ha rilevato: «Con questa legge la Liguria si allinea ad altre realtà regionali e svolge un servizio non solo nei confronti dei detenuti ma anche per tutto il mondo carcerario.  Purtroppo non colmiamo un ritardo – ha aggiunto – ma partiamo con il piede giusto, occorre dare a quel mondo garanzie e sicurezza». Il consigliere ha ricordato che l’idea di istituire la figura del Garante in Liguria era iniziata 13 anni fa e ha sottolineato, durante il dibattito in commissione, il contributo delle associazioni di volontariato, dell’Università e della Camera penale dell’ordine degli avvocati

Alice Salvatore (ilBuonsenso) ha dichiarato: «Questa proposta di legge è passo in avanti di civiltà, c’è un mondo di cui si parla davvero poco, ma dove esistono realtà difficili che non corrispondono all’idea di società previste dalla nostra Carta costituzionale. Il carcere, in realtà, dovrebbe essere un momento riabilitativo per le persone». Salvatore ha sottolineato l’impegno trasversale di tutte le forze politiche durante l’elaborazione e il dibattito: «Questa giornata è un momento di civilizzazione per tutti noi».

Valter Ferrando (Italia Viva) ha ricordato il proprio impegno su questa materia, in qualità di consigliere regionale, nella precedente legislatura e ha aggiunto: «La Liguria sarà resa più civile grazie a questa legge, il Consiglio ha lavorato bene e il garante è una figura che potrà interloquire con i vari livelli istituzionali e non si può che esserne contenti». Ferrando ha espresso il proprio apprezzamento nei confronti del presidente della I Commissione Angelo Vaccarezza, per l’impegno che ha dedicato al dibattito, ma ha rilevato che non è stato ancora nominato il Garante per i diritti dell’infanzia.

Giovanni Lunardon (Pd) ha dichiarato: «Oggi stiamo compiendo un atto di grande rilevanza e di civiltà e – ha auspicato – sarebbe bello un voto unanime da parte di tutto il Consiglio, sarebbe un buon inizio per una figura che nasce al di sopra delle parti con un ruolo di garanzia». Il consigliere ha ricordato la funzione che svolgono le associazioni di volontariato impegnate nelle carceri per il recupero dei detenuti. «Le carceri – ha concluso – non devono essere uno strumento di segregazione ma di reintegrazione sociale dei detenuti, che sono comunque portatori di diritti protetti dalla Costituzione».

Claudio Muzio (FI) ha chiesto di apporre la propria firma alla proposta di legge e ha aggiunto: «Oggi è una giornata importante per tutti noi perché – ha sottolineato – non dobbiamo mai dimenticare che siamo uomini e, al di là dei comportamenti anche scorretti, restiamo tali, con dignità e diritti».  Muzio ha ricordato la propria personale esperienza quando, in veste istituzionale, si è recato in carcere: «Vedere un uomo dietro le sbarre ha avuto su di me un effetto toccante». Il consigliere ha sottolineato anche l’importanza di tutelare la polizia penitenziaria, il personale amministrativo e il mondo del volontariato.

Fabio Tosi (Mov5Stelle) ha aggiunto: «Condivido tutte le opinioni espresse oggi prima di me dagli altri consiglieri perché l’iter di questa proposta di legge è durato davvero tanto e non nascondo che, in un certo momento, non ero così convinto che questo processo potesse andare in porto». In particolare il consigliere ha espresso apprezzamento per l’impegno di Pastorino: «Capisco la sua soddisfazione dopo avere portato avanti questa iniziativa con così grande convinzione». Tosi ha annunciato la sottoscrizione alla proposta di legge anche del proprio gruppo.

Lilli Lauro (Cambiamo con Toti presidente) si è complimentata per la mediazione avviata dal presidente della I Commissione Angelo Vaccarezza per arrivare alla massima condivisione possibile della proposta di legge e facendone una sua battaglia. «Questo provvedimento aiuta a capire – ha aggiunto – che ci sono in carcere persone che hanno famiglia, che hanno la ferma intenzione di riscattarsi e che le istituzioni devono contare sul loro benessere e sulla loro riabilitazione». Lauro ha confermato il voto favorevole del suo gruppo.

Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale

Il Consiglio regionale con 24 voti a favore e 7 contrari ha approvato il Testo unificato delle proposte di legge n. 13 (Ferrando, Paita, Barbagallo, De Vincenzi, Garibaldi, Lunardon, Michelucci, Rossetti) e n. 17 (Pastorino, Vaccarezza, Salvatore) “Istituzione del Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”.

Il Garante viene eletto dal Consiglio regionale a scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dei consiglieri, tra le persone di comprovata competenza in materia di tutela dei diritti fondamentali dura in carica cinque anni e non è rieleggibile. Il Garante dovrà assicurare che le misure restrittive siano attuate in conformità dei principi e delle norme stabilite dalla Costituzione, dalle Convenzioni internazionali sui diritti umani, dalle leggi dello Stato e dai regolamenti. Dovrà garantire che ai soggetti in condizioni di detenzione siano assicurate le prestazioni inerenti al diritto alla salute, all’istruzione, alla formazione professionale, al miglioramento della qualità della vita e ogni altra prestazione finalizzata al recupero, alla reintegrazione sociale e all’inserimento nel mondo del lavoro. Il garante, inoltre, potrà intervenire anche d’ufficio sull’attività dell’Amministrazione regionale, degli enti strumentali, degli enti e delle aziende dipendenti dalla Regione in cui la partecipazione regionale sia maggioritaria, delle Asl e ospedali, Enti locali e di tutti quegli enti che comunque svolgono attività nelle materie di competenza regionale. Il Garante dovrà visitare gli Istituti penitenziari, gli Istituti penali per i minorenni, i Centri di permanenza temporanea per stranieri, le strutture per il trattamento sanitario obbligatorio, i posti di polizia, le caserme dei carabinieri e gli ospedali psichiatrici giudiziari incontrando liberamente i soggetti reclusi e potrà segnalare, anche di propria iniziativa, ai competenti organi e autorità regionali e statali gli eventuali abusi, disfunzioni, carenze, ritardi e le irregolarità nei confronti delle persone ristrette. Potrà richiedere alle amministrazioni penitenziarie le informazioni e la trasmissione dei documenti e degli atti che ritenga utili per l’esercizio delle proprie funzioni. Il Garante esprimerà il parere sugli atti della Regione e degli enti locali relativi alla condizione carceraria, con particolare attenzione allo sviluppo delle risorse che favoriscono le misure alternative alla detenzione e informerà periodicamente la Commissione consiliare competente sull’attività svolta e il Consiglio regionale. Il garante presenta la relazione sei mesi dopo la data di inizio dell’esercizio delle funzioni.

Approvati gli emendamenti presentati da Angelo Vaccarezza (Cambiamo) e Gianni Pastorino (Linea Condivisa)

Francesco Battistini (Linea Condivisa) ha rilevato che questa legge porterà la Liguria al passo con i tempi, dopo anni di attesa, e ne ha condiviso le finalità

Angelo Vaccarezza (Cambiamo) ha rilevato che i ritardi, lamentati da alcuni gruppi di minoranza nel dibattito del mattino, sono una responsabilità della precedente amministrazione di centro sinistra. Vaccarezza, che è anche il presidente della I Commissione dove è avvenuto il dibattito sul provvedimento, ha ricordato di essere stato il primo all’interno della maggioranza ad avere firmato il testo rivendicandone, dunque, la trasversalità politica. La tutela dei diritti – ha detto – non ha colore politico e ha invitato i colleghi consiglieri e ha ringraziato anche i gruppi di maggioranza (Lega Nord, n.d.r.) che, pur non condividendo il provvedimento, hanno permesso che fosse discusso e votato in aula.

Andrea Costa (Liguria Popolare) ha annunciato voto favorevole al testo. Oggi scriviamo – ha detto – una pagina importante per la difesa dei diritti ed ha convenuto con le affermazioni precedenti di Vaccarezza sul fatto che la difesa dei diritti è trasversale.

Franco Senarega (Lega Nord Liguria-Salvini) ha affermato che il gruppo ha affrontato il dibattito senza pregiudizi, ma ha annunciato voto contrario anche se consapevole del lungo percorso legislativo fatto dal provvedimento. Il consigliere ha dichiarato che le carceri devono avere caratteristiche adeguate sia alla detenzione che alle esigenze del personale addetto alla sorveglianza.

Gianni Pastorino (Linea Condivisa) ha rinnovato i ringraziamenti alle associazioni che operano nelle carceri, al personale carcerario ai colleghi consiglieri che hanno collaborato alla stesura definitiva del testo e ha invitato a mettere da parte le polemiche.

Luca Garibaldi (Pd) ha dichiarato che il provvedimento colma una lacuna che dura da tempo, ma si è rammaricato che il testo non raccolga il parere positivo di tutta l’Assemblea legislativa.

Alice Salvatore (ilBuonsenso) ha ribadito che non c’è adeguata attenzione al mondo carcerario dove non è garantita la sicurezza per tutelare i detenuti anche sotto il profilo sanitario. Anche la Liguria sul tema è arrivata – ha detto – per ultima.

Giovanni Lunardon (Pd) ha accusato una parte della maggioranza, e ha fatto esplicito riferimento alla Lega Nord, di avere impedito per 5 anni l’istituzione in Liguria della figura del Garante e ha lamentato l’assenza istituzionale di attenzione, finora, alla situazione della popolazione carceraria.

Sergio Rossetti (Pd) ha dichiarato che l’istituzione del garante è necessaria e, rispetto al voto negativo annunciato dal capogruppo della Lega Nord Liguria-Salvini Franco Senarega, ha dichiarato che la materia resta oggetto di resistenze e blocchi trasversali.

Paolo Ardenti (Lega Nord Liguria-Salvini), dopo avere annunciato voto contrario, ha ribadito la coerenza con la propria linea politica. Secondo il consigliere, per far rispettare i diritti occorrono fatti concreti mentre – ha detto – il Garante non determinerà il miglioramento della drammatica situazione delle carceri.

Alessandro Puggioni (Lega Nord Liguria –Salvini) ha rilevato i drammatici problemi di sovraffollamento e strutturali delle carceri, i problemi legati anche alla certezza della pena e alla criminalità dilagante. Secondo il consigliere, in questo contesto difficile, le priorità sono altre rispetto all’istituzione della figura del Garante e ha rivendicato, se mai, una maggiore tutela delle vittime dei reati.

Claudio Muzio (FI) ha ringraziato il gruppo di maggioranza (Lega Nord, n.d.r.) che, pur non essendo a favore della proposta di legge, non ha impedito il dibattito e il voto in aula e non è stato un voto di natura ideologica.

Lilli Lauro (Cambiamo con Toti Presidente) ha definito il testo un provvedimento di giustizia che non riguarda solo i detenuti, ma ha sottolineato il lavoro svolto dalle guardie di polizia penitenziaria. Il consigliere ha sottolineato anche le difficoltà che spesso attraversano le famiglie dei detenuti.

Andrea Melis (Movimento5Stelle) ha detto che il provvedimento rappresenta un passo avanti per tutta la Liguria e ha confermato il voto favorevole rilevando contraddizioni nella posizione assunta dai consiglieri del gruppo Lega Nord Liguria Salvini.

Istituzione del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato

Con 22 voti a favore e 7 astenuti il Consiglio regionale ha approvato la Proposta di legge 245 “Istituzione del Garante Regionale per la tutela delle vittime di reato” (Franco Senarega, Paolo Ardenti, Vittorio Mazza, Alessandro Puggioni, Giovanni De Paoli). La legge stabilisce che il garante sia eletto dal Consiglio Regionale. Non è sottoposto a nessuna forma di controllo gerarchico o funzionale, svolge la propria attività in piena autonomia organizzativa ed amministrativa e con indipendenza di giudizio e di valutazione. Deve essere in possesso del titolo di laurea magistrale o di diploma di laurea con particolari competenze ed esperienze professionali nel settore della tutela legale e dei diritti umani. Il Garante, che dura in carica cinque anni e non è rieleggibile, opera nei confronti delle persone residenti nel territorio regionale, vittime di una serie di reati previsti dal Codice penale contro l’incolumità pubblica e contro la persona. La vittima di reato è la persona offesa e, qualora sia deceduta in conseguenza dell’evento delittuoso, sono vittime di reato il coniuge, i parenti entro il secondo grado, chi è legato alla persona offesa dal vincolo di adozione e chi, pur non essendo coniuge, è legato da un rapporto di stabile convivenza. Il Garante fornisce assistenza gratuita alle vittime di reato, collabora con le competenti strutture regionali e degli enti del settore allargato per un efficace accesso, da parte delle vittime, a trattamenti assistenziali e psicologici adeguati; segnala alle autorità competenti atti, commenti o atteggiamenti offensivi e lesivi della dignità delle persone, situazioni di violazione dei diritti e i casi in cui le misure adottate non risultino adeguate alla tutela della vittima di reato. Il Garante rende effettiva la corretta applicazione della legislazione sul trattamento dei dati personali e sensibili a tutela delle vittime, promuove azioni affinché sia garantita l’effettiva accessibilità sul territorio regionale a strutture per l’assistenza delle vittime e la creazione di Centri antiviolenza. Fra le altre funzioni c’è la promozione della formazione e l’aggiornamento degli operatori dei servizi sociali e della polizia locale, favorendo intese anche con le Forze dell’ordine e di politiche di prevenzione, protezione, sostegno, tutela, inserimento e reinserimento a favore delle vittime. Il Garante entro il 31 marzo di ogni anno presenta al presidente del Consiglio regionale una relazione sull’attività svolta nel precedente anno, che è sottoposta all’esame del Consiglio regionale ed è pubblicata per estratto nel Bollettino Ufficiale della Regione Liguria e integralmente sul sito internet della Regione.

Franco Senarega (Lega Nord Liguria-Salvini) ha spiegato che la Liguria è fra le prime regioni in Italia a intervenire su questa materia e che la proposta di legge si propone di dare supporto ai cittadini in un momento di fragilità quando si trovano vittime di reati contro la persona. Il consigliere ha definito la legge un importante passo avanti verso la tutela delle persone.

Alice Salvatore (ilBuonsenso) ha definito la proposta di legge equilibrata e di buon senso rilevando che, in attesa di una riforma della giustizia che assicuri legalità e certezza della pena, sia importante questa nuova figura di riferimento. Secondo il consigliere, inoltre, va abolita la prescrizione.

Angelo Vaccarezza (Cambiamo) ha sottolineato di avere sottoscritto anche questo provvedimento, che riguarda sempre diritti alla persona (dopo quello relativo al Garante dei detenuti, n.d.r.) perché la politica deve dotarsi di strumenti che le permettano di essere vicina alle persone in qualsiasi condizione di fragilità si trovino.

Gianni Pastorino (Linea Condivisa) ha annunciato la propria astensione sul testo. Secondo il consigliere, gli istituti di garanzia hanno un peso e una funzione se si trovano un coordinamento nazionale. Secondo Pastorino, inoltre, si crea una sovrapposizione con le funzioni svolte dal difensore civico.

Luca Garibaldi (Pd) ha espresso perplessità e ha chiesto ai proponenti perché è stato previsto questo nuovo strumento mentre – ha detto – c’era già una fondazione, la cui istituzione è prevista dalla normativa regionale per svolgere analoghe funzioni.

Claudio Muzio (FI) ha annunciato di avere sottoscritto la proposta di legge perché rappresenta – ha detto – un passo in avanti per istituire strumenti nuovi di tutela e si è dichiarato convinto che il Garante darà un contributo importante per la ricerca della giustizia e della certezza della pena. Ha replicato a Salvatore dichiarandosi contrario all’abolizione della prescrizione.

Andrea Costa (Liguria Popolare) ha condiviso le finalità del provvedimento che, come quello approvato immediatamente prima, punta alla tutela dei diritti della persona. Il consigliere ha annunciato voto favorevole alla proposta di legge auspicando che possa dare spunto per una normativa in materia a livello nazionale. Il consigliere ha auspicato un approccio altrettanto costruttivo anche su future proposte di legge

Sergio Rossetti (Pd) ha rilevato che il tema avrebbe richiesto una analisi diversa da quella che ha determinato la proposta di legge. Secondo il consigliere, infatti, l’istituzione di una figura regionale rischia di sottrarsi ad una politica di rete dei servizi già esistenti.

Lilli Lauro (Cambiamo con Toti Presidente) ha chiesto di apporre la propria firma alla proposta di legge. Secondo il consigliere è necessario istituire la figura del Garante e ha invitato la minoranza, che ha espresso perplessità sul provvedimento, di evitare schieramenti di natura ideologica.

Giovanni De Paoli (Lega Nord Liguria-Salvini) ha auspicato che anche altre Regioni seguano il percorso tracciato dall’amministrazione ligure e ha sottolineato le difficoltà anche concrete in cui spesso si trovano le vittime di reati.

Giovanni Lunardon (Pd) ha annunciato l’astensione del gruppo. Il consigliere ha sottolineato che non viene messo in discussione il sostegno alle vittime di reato, ma le perplessità riguardano lo strumento scelto, cioè il garante perché non rappresenterebbe la soluzione più efficace.

Fabio Tosi (Movimento5Stelle) ha annunciato voto favorevole alla proposta di legge e ha sottolineato la trasparenza del percorso che ha portato all’approvazione delle proposte di legge relative all’istituzione del Garante per i detenuti che per il Garante per le vittime di reato.

Dibattito sulle norme per l’attuazione dello Statuto in materia di iniziativa popolare e referendum e procedure per l’istituzione di nuovi Comuni

E’ iniziato il dibattito sulla proposta di legge 230 (Piana, Muzio, Barbagallo) “Norme per l’attuazione dello Statuto in materia di iniziativa popolare e referendum e procedure per l’istituzione di nuovi comuni e per la modificazione delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali”.

Alice Salvatore (ilBuonsenso) ha illustrato il provvedimento che – ha detto – è di natura prevalentemente tecnica di adeguamento a norme nazionali. Il consigliere ne ha rilevato l’aspetto politico, che introduce il dibattito pubblico regionale per attivare un processo di partecipazione e confronto pubblico su progetti che abbiano rilevanza sulla comunità regionale in linea con analoghe novità normative emergenti a livello nazionale. Secondo Salvatore vanno introdotti meccanismi per incentivare la trasparenza dell’azione amministrativa anche espletando via web almeno la metà dei provvedimenti. Salvatore ha sottolineato anche la necessità di una formulazione semplificata che consenta una più facile consultazione degli atti da parte dei cittadini e, dunque, una maggiore partecipazione. Il consigliere ha illustrato, inoltre, alcune proposte di modifica relative alle iniziative referendarie regionali.

 

G. D.