Ospedali Cairo e Albenga: Pd “Un pasticcio”, Lega “I 6mila milioni del Governo sono 137”

Ospedali Cairo e Albenga: Pd “Un pasticcio”, Lega “I 6mila milioni del Governo sono 137”
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La prossima settimana l’assessore Viale incontrerà i sindaci della Valbormida

La II Commissione-Salute e Sicurezza sociale si è tenuta in videoconferenza ieri, giovedì 2 luglio alle 14.30, per svolgere un approfondimento in merito alle procedure di bando per l’assegnazione degli ospedali di Albenga e Cairo Montenotte, anche a seguito dei pronunciamenti del Tar Liguria, e sui preannunciati interventi per la ripresa delle attività all’ospedale di Cairo Montenotte.

Audizione a 360°: Commissari Straordinari A.Li.Sa. e Asl 2 – Savonese; Sindaci dei Comuni insistenti nei Distretti sociosanitari nn. 4 – albenganese e 6 – bormide; Rappresentanti Confederazioni regionali Cgil, Cisl e Uil e Sindacati Autonomi Fials, Usb, Ugl, Fsi e Nursing Up; Presidente Comitato Locale Sanità Val Bormida e Segretario regionale Cittadinanzattiva Liguria.

Per il Gruppo Pd in sintesi: “Pasticcio privatizzazione ospedale Cairo e Albenga, in commissione nessuna risposta concreta da ALisa e Asl 2. Al posto del punto di primo intervento di Cairo la giunta vuole aprire un ambulatorio riservato ai codici bianchi. Nessuna certezza per il personale. Un disastro”

“Nessuna risposta concreta, da parte di Alisa e Asl 2, sul futuro degli ospedali di Albenga e Cairo Montenotte”. È questo il risultato della Commissione Sanità di oggi pomeriggio, nel corso della quale, come chiesto dal vicecapogruppo del PD ligure Mauro Righello, si sono tenute le audizioni di sindaci, sindacati, Alisa e Al 2, a seguito del pasticcio sulla (mancata) privatizzazione dei due nosocomi del territorio provinciale savonese.

“Alla precisa domanda su come Alisa e Asl 2 intendano procedere dopo le sentenze del Tar che hanno bloccato il processo di privatizzazione degli ospedali di Albenga e Cairo (privatizzazione sempre osteggiata dal Partito Democratico) – spiegano i consiglieri liguri del PD – le risposte sono state fumose e assai confuse.

Per Cairo, che è stato chiuso durante l’emergenza Covid, l’ipotesi dei vertici della sanità ligure guidati dal centrodestra, è sostituire il punto di primo intervento con degli ambulatori riservati esclusivamente ai codici bianchi e attivi per solo 12 ore al giorno. Per i pazienti più gravi si procederà al trasferimento al Pronto soccorso di Savona. Il problema è che a Cairo c’è una sola automedica.

Insomma: un disastro. Molto grave – continua al Partito Democratico – anche la situazione del personale, con i lavoratori di entrambi gli ospedali che si trovano in una sorta di limbo: quelli di Cairo inviati a Savona, quelli di Albenga con contratti in scadenza che vengono prorogati in attesa di sapere cosa accadrà alle strutture. Nessuno sa che ne sarà di queste persone dopo il mese di agosto”.

Dura anche la posizione del sindaco di Albenga Riccardo Tomatis. “Se dopo 5 anni di questa amministrazione regionale – ha detto il primo cittadino – non si è riusciti a dare alcuna risposta alla sanità locale, che si è progressivamente impoverita, è ora che si cambino le scelte.

L’ospedale di Albenga deve rispondere alle esigenze del territorio e il territorio chiede, attraverso i suoi sindaci, di non essere abbandonato e di ricevere risposte chiare e concrete alle esigenze dei nostri pazienti sia in termini di emergenza (che deve far fronte a un territorio di per sé già ampio, ma che d’estate si amplia ancor più), sia in termini di degenza, assicurando quei reparti di base di cui i nostri pazienti hanno necessità”

Ciò che è emerso oggi in Commissione, concludono i consiglieri regionali del Partito Democratico “è la totale mancanza di visione da parte di Asl 2 e Alisa. Albenga e Cairo tornino saldamente in mano pubblica e Cairo diventi ospedale di area disagiata.

Nel corso della Commissione c’è stato anche spazio per una polemica con la Lega (responsabile del disastro della sanità pubblica ligure) che, come al solito, ha provato a dare la colpa al Governo. Dati alla mano abbiamo dimostrato che l’attuale Ministero della Salute ha aumentato sensibilmente il fondo nazionale sanità (due miliardi sul 2020) e ha messo in campo una serie di interventi, come l’abolizione del superticket, oltre ovviamente alle risorse straordinarie stanziate per l’emergenza Covid. Tutte cose che nessun Governo di centrodestra ha mai fatto”.

Su quest’ultimo punto immediata la replica del consigliere Ardenti (Lega): “Pd si sbaglia, dal Governo nessun fondo triplicato per la sanità pubblica della Liguria”

“Oggi – dichiara il vicecapogruppo regionale Paolo Ardenti – durante la riunione della II commissione regionale Sanità, che tra l’altro aveva all’ordine del giorno il futuro dell’ospedale di Cairo Montenotte, è emerso che i circa 6000 milioni di euro che il consigliere Mauro Righello in questi giorni si ‘spendeva’ come nuovi soldi destinati dal Governo al fondo sanitario ligure, in realtà si sono trasformati in circa 137 milioni. A differenza di quanto sostenuto dal Pd, quindi, il finanziamento da Roma per la sanità pubblica ligure non è per nulla triplicato”.

“Si tratta comunque – ha spiegato Ardenti – di una bella somma, che tuttavia dovrà essere necessariamente utilizzata per i maggiori costi sostenuti durante l’emergenza coronavirus e per potenziare la presenza sul territorio ligure di figure sanitarie quali l’infermiere di famiglia, che già l’assessore alla sanità Sonia Viale aveva promosso con successo anche in Val Bormida.

In ogni caso, purtroppo, non saranno fondi utilizzabili per i nostri ospedali come aveva dichiarato ancora una volta a sproposito il consigliere regionale del Pd.

In commissione Sanità è inoltre emerso che, durante l’emergenza coronavirus, la sanità privata convenzionata si è messa a disposizione del sistema pubblico permettendo di garantire le prestazioni urgenti e indifferibili.

Ricordo poi – conclude – che la prossima settimana l’assessore alla Sanità Sonia Viale incontrerà i sindaci della Valbormida per riferire personalmente la programmazione dell’Asl sulla riapertura dei servizi nell’ospedale Cairese, che ancora non sono stati riattivati”.

 

G. D.