Ancora lanci di droga e cellulari nel carcere di Marassi

Ancora lanci di droga e cellulari nel carcere di Marassi
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Alta tensione nel penitenziario, un agente cade e si rompe tibia e perone

Genova Marassi – Ennesimo pomeriggio da dimenticare: sangue, ira e violenza nel carcere di Genova Marassi. La denuncia è di Vincenzo Tristaino, segretario regionale per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), che ricostruisce quanto accaduto.

<<Ieri, il personale di Polizia Penitenziaria, ha intercettato l’ennesimo pacco lanciato dal lato stadio nel carcere – spiega Tristaino -. Finito nel cortile dei passeggi, conteneva telefonini e droga (eroina, cocaina, hashish).

Prima dell’intervento degli agenti, alcuni detenuti hanno cercato di prendere droga ed un telefono. Un detenuto africano, in particolare, cercava di occultare sulla sua persona un telefonino e, per sfuggire al controllo, nella concitazione un poliziotto è caduto e poi finito al pronto soccorso del nosocomio cittadino per la frattura di tibia e perone. Il collega, al quale tutta la nostra solidarietà e vicinanza, è già stato operato.

Il Sappe denuncia per l‘ennesima volta i problemi che stanno determinando i continui lanci di pacchi con droga e telefonini, tanto che i costanti sequestri dei poliziotti penitenziari stanno determinando una tensione crescente, non più tollerabile.

Sono ormai anni che, come Sappe, denunciamo questi lanci – prosegue il segretario -. Servono grate, droni, sentinelle e un servizio automontato dedicato per stroncare gli illeciti tentativi di introduzione e possesso di droga e microcellulari, che oramai hanno dimensioni sempre più ridotte, da parte dei detenuti. Ci auguriamo che al più presto, il personale del Corpo di polizia penitenziaria di Marassi venga dotato di apposite strumentazioni per contrastare questo fenomeno, come il potenziamento tecnologico della Sala Regia, fulcro del monitoraggio della sicurezza interna ed esterna>>.

700 detenuti sui 400 che dovrebbe contenere il carcere di Genova Marassi

Sulla situazione del carcere genovese e su quanto accaduto ancora una volta interviene anche il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Donato Capece.

<<I rinvenimenti nel carcere di Marassi fanno comprendere come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale – commenta Capece -.

Parliamo di un carcere che contiene regolarmente oltre 700 detenuti a fronte dei circa 400 posti letto regolamentari. Solo lunedì, dal lato del centro commerciale adiante il penitenziario, altri tre pacchetti erano stati lanciati e intercettati. Questo deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari, come ad esempio le attività finalizzate a prevenire i tentativi di introduzione di droga in carcere, proprio in materia di contrasto all’uso ed al commercio di stupefacenti.

Sul possesso ed uso di cellulari in cella è sempre e solo grazie all’alta professionalità dei Baschi Azzurri della Polizia penitenziaria che ancora una volta si è riusciti a garantire la sicurezza interna degli istituti ed è positivo avere appreso dai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria che gli appelli lanciati dal Sappe da tempo sarebbero stati finalmente raccolti, tanto che si sta lavorando al progetto di schermatura degli istituti, proprio per neutralizzare l’utilizzo dei telefoni cellulari e scoraggiarne l’introduzione, garantendo così quella prevenzione che, in casi di questo tipo, può risultare più efficace della repressione.

La Polizia Penitenziaria, a Marassi e nelle altre prigioni d’Italia, è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. Il numero elevato di tossicodipendenti richiama l’interesse degli spacciatori che tentano di trasformare la detenzione in business>>.

A questo proposito, il leader nazionale del Sappe chiede un confronto con i sottosegretari alla Giustizia Delmastro ed Ostellari, ognuno per i rispettivi settori di competenza.

<<Servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ci vuole tolleranza zero chi continua ad attuare comportamenti criminali e delinquenziali durante la detenzione.

Espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine, potrebbe già essere una soluzione, come anche prevedere la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario.

La Polizia Penitenziaria – conclude Capece – è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze per l’incapacità di una Amministrazione che non riesce ad intercedere ai livelli politici competenti, anch’essi sicuramente non esenti da gravi responsabilità>>.

 

G. D.