Carcere Marassi detenuto tenta di strangolare compagno di cella

Ancora lanci di telefoni (20) e droga (mezzo chilo) dall’esterno
Carcere Marassi
– Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) denuncia per l’ennesima volta il livello di criticità non più sostenibile della Carcere di Marassi.
Per questo chiede ai vertici dell’Amministrazione di avviare “un’importante opera di sfollamento della popolazione detenuta e, contestualmente, che venga potenziato l’organico della Polizia Penitenziaria, con particolare attenzione al ruolo degli agenti/assistenti”.
Lo spiega Vincenzo Tristaino, segretario regionale del Sappe, direttamente dal carcere di Marassi.
“La situazione è semplicemente allarmante e se regge è solamente grazie al personale di Polizia Penitenziaria in servizio. Pensate che è stato recuperato un altro pacco lanciato dall’esterno, con oltre 200 grammi di droga e un paio di telefoni.
In un paio di giorni hanno tentato di introdurre oltre 20 cellulari e circa mezzo chilo di droga – tuona Tristaino -. Ma il fatto più grave è avvenuto ieri, martedì, quando un detenuto ventenne ha cercato di strangolare il compagno di cella e solo grazie al tempestivo intervento dei colleghi si è evitata la tragedia”.
Il sindacalista evidenzia che, in un simile contesto, “diventa estremamente complesso garantire non solo l’ordinaria sicurezza, ma anche la tutela dei soggetti più fragili e bisognosi. Gli eventi critici, com’è facile intuire, si susseguono ormai con cadenza quotidiana, ed è purtroppo concreto il rischio che possano verificarsi episodi dagli esiti irreparabili.
Nonostante questo quadro allarmante, dobbiamo evidenziare il senso del dovere e l’abnegazione con cui il personale di Polizia Penitenziaria continua a svolgere le proprie funzioni. È solo grazie al sacrificio dei pochi poliziotti rimasti, e alla loro encomiabile professionalità, che l’Istituto riesce ancora a garantire un minimo di ordine e sicurezza”, rimarca il sindacalista.
Il segretario generale del Sappe Donato Capece si appella ai vertici del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per “rinnovare con urgenza la richiesta che presso l’Istituto venga avviata un’importante opera di sfollamento della popolazione detenuta e, contestualmente, che venga potenziato l’organico della Polizia Penitenziaria, con particolare attenzione al ruolo degli agenti/assistenti.
Tale intervento – sostiene Capece – è necessario non solo per ripristinare condizioni minime di sicurezza e funzionalità, ma anche per restituire dignità all’ambiente carcerario, a beneficio tanto del personale quanto dei detenuti che intendono realmente intraprendere un percorso di reinserimento nella società”.
Il segretario esprime apprezzamento per la presentazione dell’ordine del giorno di Forza Italia oggi in consiglio regionale (a firma Vaccarezza, Bagnasco, Cerri) e di una interrogazione parlamentare del senatore Maurizio Gasparri per la riapertura, a Genova, del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Liguria, chiuso a seguito di un discusso Decreto del Ministro della Giustizia del 2 marzo 2016.
“L’accorpamento del Provveditorato regionale della Liguria con quelli del Piemonte e della Valle d’Aosta, che ha avuto luogo nel 2016, ha creato numerose e pesanti criticità, così come avvenuto anche nelle altre quattro regioni sede di Provveditorati soppressi.
L’inefficacia di tali accorpamenti è stata segnalata a più riprese, in questi anni, da tutte le forze politiche e da rilevanti cariche amministrative, oltre che dai sindacati della Polizia Penitenziaria. E, non a caso, il Governo ha deciso già la riapertura dei provveditorati di Perugia e Pescara. Ora si deve fare lo stesso riaprendo il Prap a Genova.
In Liguria – conclude Capece – molte di queste criticità sono dovute, tra le altre cose, all’aumento della popolazione carceraria di detenuti problematici provenienti da istituti penitenziari piemontesi, con tutto ciò che ne consegue, ad esempio la significativa lievitazione delle spese a seguito degli innumerevoli spostamenti da Torino alla Liguria e viceversa”.
G. D.