Clamoroso, Sassello Mioglia Urbe Pontinvrea 1° giorno di scuola in ritardo

Clamoroso, Sassello Mioglia Urbe Pontinvrea 1° giorno di scuola in ritardo
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Forte protesta dei genitori del Comprensivo che per il primo giorno di scuola ritarderanno l’ingresso di 15 minuti

Le rappresentanti di classe e la componente genitori del Consiglio di Istituto dell’Istituto Comprensivo di Sassello sono scese in trincea per protestare contro il taglio delle classi e la conseguente riduzione di organico che l’Istituto sta subendo.

La protesta proseguirà con mercoledì 15 settembre dove, per il primo giorno del nuovo anno scolastico, le classi del plesso di Sassello, Mioglia, Urbe e Pontinvrea entreranno con 15 minuti di ritardo.

“Un gesto simbolico ma assai importante”, dicono rappresentanti e genitori “Per dimostrare la volontà di mantenere ma soprattutto rivitalizzare la scuola dell’entroterra”.

Rappresentanti di classe e genitori del Consiglio di Istituto dell’Istituto Comprensivo di Sassello hanno preso carta e penna ed hanno inoltrato un documento ai Comuni di Sassello, Urbe, Stella, Mioglia, Pontinvrea, all’IC Sassello, a studenti e genitori, oltre agli organi di stampa.

<<La nostra scuola ha perso una grande occasione – scrivono nel documento -: quella derivante dalla pandemia, dalle nuove esigenze che la stessa ha creato e dalle risorse che a seguito della pandemia sono state messe in campo.

Ancora una volta, nonostante da ogni parte si senta parlare di aule che devono essere ridisegnate a prova di pandemia e quindi che debbono assicurare il distanziamento, le nostre scuole, ideali per questo tipo di problematiche, per gli spazi che garantiscono all’aperto ed al chiuso, subiscono la ferrea logica dei numeri: “siete pochi e quindi vi riuniamo con delle belle pluriclassi.”

Orbene, non vogliamo discutere sulla qualità della didattica in pluriclasse, ma vi sembra possibile che le scuole dell’entroterra, qualunque cosa succeda, anche quella teoricamente a loro più favorevole, siano sempre penalizzate?

Noi tutti, amministratori comunali, dirigenti scolastici, insegnanti, genitori, alunni non siamo stati capaci di proporre un modello di scuola differente, che rifuggisse dalla ferrea logica dei numeri, ma che mirasse ad una diversa qualità del servizio, della vita e del rapporto tra studente e territorio.

E questo è gravissimo.

<<Abbiamo assistito ad una ignobile “campagna acquisti di studenti” allo scopo di sottrarre ragazzi da una scuola di pochi a favore di un’altra scuola di pochi>>

La responsabilità è di tutti – prosegue il documento -, perché tutti hanno preferito la miope logica del piccolo problema personale ad un disegno molto più ambizioso che avrebbe visto tutte le scuole dell’entroterra unite per lavorare su un progetto che potesse valorizzare il nostro territorio ponendo la scuola al centro della vita sociale, culturale, formativa e sportiva a formarne parte integrante di tutta la nostra realtà a differenza delle scuole di città, che non subiscono falcidie ma che sono così lontane dal territorio dove sono collocate.

Si basti pensare che invece che formare da parte di tutti i comuni sedi delle nostre scuole, un’unica voce ed un unico progetto, abbiamo assistito ad una ignobile “campagna acquisti di studenti” allo scopo di sottrarre ragazzi da una scuola di pochi a favore di un’altra scuola di pochi… e questo a vantaggio di chi?

Abbiamo perso una classe nelle medie e due nelle elementari; se non avverrà un’improbabile inversione di tendenza, tra qualche anno perderemo altre classi, poi qualche edificio scolastico chiuderà e poi la nostra scuola perderà l’autonomia… e tutto ciò in un periodo in cui l’unica cosa che non manca sono le risorse economiche.

Purtroppo la visione miope della realtà, la mancanza di progetti e di idee, il vero disinteresse verso la scuola ed i ragazzi (pensate che meraviglia sarebbe un campus nelle nostre scuole dove la scuola potesse fare da traino anche per tutte le attività sportive che il territorio organizza solo con il contributo di qualche volontario e senza nessun aiuto pubblico) hanno portato a perdere classi ad avere una terza media in pluriclasse (cosa sarà della didattica?) due classi in meno alla primaria e una totale disgregazione tra la scuola,  i comuni dove sono collocati gli edifici e la società.

Poi un giorno quando le scuole chiuderanno, dovremo chiudere anche i paesi e l’entroterra cesserà la sua vita non solo sociale ma anche culturale ed economica.

Per questa ragione – conclude il documento – riteniamo opportuno che tutte le classi almeno del plesso di Sassello, Mioglia, Urbe e Pontinvrea ritardino di 15 minuti l’ingresso a scuola il primo giorno (il 15.9) per dimostrare la volontà di mantenere ma soprattutto rivitalizzare la scuola dell’entroterra.

E’ un gesto simbolico ma assai importante.

Grazie

Firmato I rappresentanti di classe e la componente genitori del Consiglio di I Istituto Comprensivo Sassello>>.

 

G. D.

Un pensiero su “Clamoroso, Sassello Mioglia Urbe Pontinvrea 1° giorno di scuola in ritardo

  1. Non ci sarà alcuna protesta il 1^ giorno di scuola.
    Sono uno degli amministratori comunali tirati in ballo dalle dichiarazioni di non ben identificati genitori come corresponsabili del presunto dramma delle pluriclassi.
    Intanto vorrei tranquillizzarli: la pluriclasse nasce da una carenza numerica di alunni – causata dallo spopolamento dell’entroterra ligure – ma non è un serraglio dove, alla rinfusa, vengono tenuti bambini di tutte le età in attesa della campanella d’uscita. Dietro alla pluriclasse ci sono studi, formazione dei docenti, sperimentazione e passione.
    Da almeno due decenni, l’Istituto Comprensivo di Sassello ne sperimenta tutte le potenzialità, supportato da Indire e dall’Università Cattolica di Milano, ottenendo prestigiosi riconoscimenti in campo nazionale.
    La didattica della pluriclasse è rodata ed efficace, i nostri ragazzi escono dalla primaria e dalla secondaria Inferiore con una preparazione che nulla ha da invidiare a quella dei loro coetanei che frequentano le classi ordinarie.
    Questo grazie soprattutto agli insegnanti che li seguono con passione e preparazione, barattando le comodità della città con il piacevole senso di famiglia e di comunità che si respira nelle nostre piccole grandi scuole.
    Dove tutto è a misura di bambino.
    Dove tutti o quasi collaborano al funzionamento comprese le amministrazioni comunali che, nel loro piccolo, fanno l’impossibile per tenere aperte le loro scuole con servizi di mensa e di trasporto che altrove possono solo sognare.
    Le stesse amministrazioni che, a livello comprensoriale, insieme ai dirigenti scolastici, hanno scommesso sul futuro delle loro scuole e, nei prossimi anni, grazie alla Strategia Aree Interne, vedranno realizzati importanti progetti di didattica innovativa, di formazione per ragazzi e adulti, di ammodernamento degli arredi e della tecnologia grazie ai quali le scuole saranno ancora più al centro della vita delle nostre comunità.

    Le scuole di Mioglia, Pontinvrea, Urbe, Stella, Sassello sono il cuore pulsante delle nostre realtà: è per questo che si tengono aperti i plessi dei piccoli comuni ed esiste un Istituto comprensivo che li coordina e li gestisce.
    Non ci rubiamo i bambini, semplicemente ce li teniamo stretti, ma senza egoismi.

    Certamente, non sono tutte rose e fiori, la lotta per tenere aperte le piccole scuole – contro chi, a tutti i livelli, non ne capisce fino in fondo l’importanza – è una lotta giornaliera, come è giornaliero lo sforzo per mantenerle attrattive per chi nell’entroterra ci vive ma anche per chi sta pensando di trasferirsivi.

    Proprio stamattina ho incontrato una giovane famiglia con tre splendidi bimbi che hanno scelto di vivere nella nostra valle: ebbene, sulla loro decisione finale ha pesato l’aver constatato non solo che a Urbe ci fosse una scuola, con tutti gli ordini dall’Infanzia in su, ma che le referenze su questa scuola fossero più che lusinghiere in termini sia di didattica sia di servizi.

    Infine, mi permetto di togliermi un sassolino: non vorrei che, tra questi “genitori” si celasse colui che, qualche anno fa, ha cercato, senza successo, di far chiudere la scuola di Urbe utilizzando una foto di un interruttore staccato dal muro – presa chissà dove – per una vile denuncia anonima alla ASL… no, non è così che si evitano le pluriclassi.
    Fabrizio Antoci
    Sindaco di Urbe (SV)

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