Aperta la caccia, le proteste della Savona animalista

Aperta la caccia, le proteste della Savona animalista
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In attesa del 1° ottobre quando aprirà anche quella al cinghiale

Savona caccia

– L’Osservatorio Savonese Animalista (Osa) non “digerisce” l’apertura odierna della caccia, poiché i boschi non sono pronti ad ospitare cacciatori, fungaioli, escursionisti

<<I temporali di mercoledì sera non attenuano la lunghissima siccità che ha colpito questa estate la Liguria – commenta Osa -, l’acqua scarseggia ovunque e la fauna selvatica è in grave sofferenza; e sono bruciati centinaia di ettari di boschi e campagne, in cui sono morti milioni di animali ed altri, sopravvissuti fuggendo dalle fiamme, si trovano in zone sconosciute e con carenza di cibo ed acqua.

L’articolo 19 della legge quadro nazionale sulla caccia consente alle regioni di vietarla o ridurla per determinati periodi al verificarsi di “sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche>>.

Comunque, oggi, domenica 17 settembre, la caccia è stata regolarmente aperta.

<<Malgrado – prosegue Osa – gli alberi abbiano ancora un folto fogliame e la visibilità nei boschi sia di poche decine di metri e saranno probabilmente presenti escursionisti, biker e, soprattutto, cercatori di funghi, con il diritto di fruire della natura senza rischi.

I cacciatori potranno sparare, tre giorni alla settimana (e a loro scelta per la fauna migratoria), esclusi martedì e venerdì, a lepri, conigli selvatici, quaglie, starne, pernici rosse, merli, fagiani, colombacci, germani reali, gallinelle d’acqua, tordi bottacci, folaghe, alzavole, codoni, fischioni, mestoloni, marzaiole, canapiglie, frullini, beccaccini, cornacchie, gazze e ghiandaie; e  dal 1° ottobre si aggiungeranno altri bersagli: allodole, beccacce, tordi sassello, cesene, porciglioni, fagiani di monte maschi, volpi>>.

L’Osservatorio trova l’unica buona notizia per la fauna con i cacciatori che ogni anno sono sempre meno e sempre più anziani, salvo qualche donna in più; ma la strage di animali è assicurata dall’esagerato tetto massimo di abbattimenti: potranno uccidere “solo” fino a 25 capi al giorno.

Poi il 1° ottobre il culmine con l’apertura al cinghiale.

<<Con i limiti e le prescrizioni del commissariato per la peste suina, si aprirà la caccia al cinghiale, con fucili ancora più pericolosi perché a munizione intera e gittata di diverse centinaia di metri – conclude Osa – gli animali scapperanno per decine di chilometri, si disgregheranno i grossi branchi e tutte le femmine potranno andare in calore e poi partorire migliaia di cuccioli, invece dell’unica cucciolata della capobranco originaria.

Se poi, come pare, la recinzione antivirus non è ancora stata completata, alcuni soggetti potranno entrare o uscire nelle/dalle zone rosse e incrociare altri individui, favorendo la diffusione della malattia tra sani ed infetti>>.

Alcuni cacciatori hanno già replicato che Osa non frequenta i boschi, poiché di cinghiali, specie nel comprensorio sassellese, ne son rimasti ben pochi.

E sarebbe buona pace per tutti!

 

G. D.