Rivolta nel carcere di Marassi, aggressioni e feriti

Per il sindacato Sappe si tratta di regolamento di conti tra detenuti
Rivolta carcere Marassi – È in corso una rivolta alla casa circondariale di Genova Marassi con decine di detenuti fuori dalle celle.
La Polizia Penitenziaria sta monitorando la situazione che ha registrato aggressioni tra carcerati e poliziotti feriti che hanno richiesto l’intervento delle ambulanze. Infatti, sono intervenuti l’Automedica Golf3, le ambulanze Nv San Fruttuoso, Nv Moresco, Ov Squadra Emergenze, che hanno trasportato i feriti agli Ospedali Galliera.
La tensione è altissima dove i violenti disordini dei detenuti, prevalentemente stranieri, sono ristretti in I e II Sezione. La situazione incandescente avrebbe avuto un prologo ieri, quando alcuni si sono accaniti verso un giovane detenuto, arrivando quasi a torturarlo.
<<La situazione è stata per ore molto grave ma ora per fortuna è rientrata – denuncia Francesco Migliorelli, vicesegretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) -. Non ci sono state evasioni né atti ostili contro il personale di Polizia Penitenziaria ma un violento regolamento di conti tra detenuti dopo che ieri un giovane ristretto era stato al centro di violenze da parte di altri detenuti.
I detenuti avrebbero devastato anche parte dei locali di una Sezione, ma la preziosa e fondamentale opera di mediazione e negoziazione del personale di Polizia Penitenziaria, che ha riportato alla regione i detenuti più violenti, ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente e che entrassero in azione gli uomini del Corpo in reparto antisommossa.
Mi sembra evidente – prosegue – che c’è necessità di interventi immediati da parte degli organi ministeriali e regionali dell’Amministrazione Penitenziaria, che assicurino l’ordine e la sicurezza in carcere a Marassi tutelando gli agenti ed il personale tutto che vi presta servizio.
Ed è grave che non siano stati raccolti, nel corso del tempo, i segnali lanciati dal Sappe sui costanti e continui focolai di tensione nelle carceri liguri, prevedendo anche la riapertura a Genova del Provveditorato regionale – conclude Migliorelli -, visto che oggi dipendiamo da Torino e questo grave fatto testimonia ancora una volta come deve essere a Genova il centro regionale dell’Amministrazione Penitenziaria>>.
È intervenuto anche il segretario generale del Sappe Donato Capece: <<Condotta irresponsabile e gravissima: sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che le carceri in Liguria sono ad alta tensione>>.
Il segretario da tempo richiede il potenziamento degli organici della Polizia Penitenziaria dei Reparti regionali, di Marassi in particolare. Ma anche la dotazione, per il personale del Corpo, di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane.
<<Il Corpo di Polizia Penitenziaria ha dimostrato e dimostra, ogni giorno, non soltanto di costituire un grande baluardo in difesa della società contro la criminalità in termini preventivi, ma anche di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori del carcere. Non lasciate soli le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria – conclude Capece – servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci>>.
G. D.