Sassello una buona novella dal Teatro

Stasera, domenica 18 maggio, si replica, ci sono ancora posti
Buona novella
– Ci sono spettacoli che non si possono raccontare, vanno visti e… ascoltati.
Uno di questi è stato presentato per la prima volta ieri sera, sabato 17 maggio, presso il palco di quella chicca che è il teatro di Sassello, dove è bastato spogliarlo delle quinte per riportarlo alle origini di un tempo. In quello che fu Oratorio e che nel tempo lungimiranti sacerdoti hanno trasformato in cinema e teatro.
All’apertura del sipario l’occhio viene catturato dalla semplicità del palcoscenico, fatto di legno e ferro, dove gli abiti modesti dei protagonisti rappresentano chi lotta ogni giorno per la sopravvivenza.
Tempo fa, vi fu un felice incontro tra il cantante poeta menestrello Fabrizio De Andrè e Daria Pratesi. Lui era già scomparso da anni, lei andava e veniva ma per scomparire lo Sbruggia dovrà scaricare ancora molta acqua.
Lui volle premiarla e le affidò “La buona novella”, che il genovese lanciò nel novembre 1970. Appunti e pensieri che fecero strada: da Pian dei Buschi a corso Vittorio Veneto, dalla Beltrama a piazza Oratorio, e lì presero residenza proprio fino a ieri sera, dove Daria li ha trasformati in frammenti.
La Compagnia ha fatto il resto. Li abbiamo contati: chi recita, chi canta, chi recita e canta, chi suona, chi suona e canta, chi si occupa dei suoni, chi delle luci, chi della logistica, circa una trentina in totale. Si guadagneranno il Paradiso? Forse, non so se per il mazzo tanto o se per aver sopportato Daria. Fate voi.
Quando poi lo spettacolo termina, accade quanto mai accaduto: il pubblico da tutto esaurito dedica alla Compagnia una doppia “standing ovation”, inglesismo che non amo, preferisco il bel italiano “ovazione in piedi”.
Mentre sto per uscire, si avvicina un signore canuto nella sua postura, con una chitarra a tracolla, non della Compagnia, e mi fa “Pensa che era dall’11 gennaio 1999 che aspettavo questa serata, ma non lo scrivere ehh…”. “Tranquillo, Faber!” gli ho risposto.
Ovazione in piedi e lunga vita alla Compagnia del Teatro di Sassello.
G. D.