Santa Corona. Colpita da ischemia va in coma e dopo tre mesi è salva

Santa Corona. Colpita da ischemia va in coma e dopo tre mesi è salva
Spread the love

Intervento salvavita su una giovane straniera grazie al “gioco” di squadra degli operatori sanitari dell’ospedale di Pietra Ligure

<<Il caso in questione – spiega Riccardo Padolecchia, direttore della S.C. Neuroradiologia Diagnostica e Interventistica – ci porta ancora una volta a considerare come certe situazioni di emergenza clinica, per eventi ischemici cerebrali, possano essere affrontate in maniera sempre più efficace attraverso la perfetta sintonia delle equipe coinvolte, soprattutto difronte a patologie non frequenti e difficili da identificare come quella che ha colpito la nostra paziente.

Solamente attraverso una ottimale collaborazione degli operatori sanitari coinvolti prima in una fase diagnostica e successivamente in quella terapeutica avvenuta in urgenza con una procedura endovascolare seguita da una ottimale gestione in Rianimazione, la paziente ha potuto sopravvivere ad un evento gravato da elevata mortalità>>.

Il caso riguarda una giovane paziente straniera T. F. Z., verso fine novembre è stata colpita da occlusione trombotica delle principali vene cerebrali e ricoverata d’urgenza presso l’Ospedale Santa Corona in stato di coma.

Immediata la fase diagnostica del medico neuroradiologo Federico Roncallo, e quindi l’intervento per ridurre la dilatazione delle cavità ventricolari compiuto dalla dott.ssa Bernarda Cagetti, attuale direttore della Neurochirurgia. Dopo l’operazione la paziente è stata trasferita in sala angiografica dove è stata riscontrata un’occlusione di quasi tutte le vene cerebrali.

E’ stato poi necessario eseguire una delicata procedura endovascolare di disostruzione venosa a opera dei neuroradiologi Giuseppe Ganci e Luca Allegretti con una equipe composta dal personale infermieristico e tecnico dedicato al settore angiografico, e assistiti da Giampaola Sorace anestesista della struttura complessa di Rianimazione diretta da Giorgio Barabino.

<<L’intervento è stato effettuato – continua il direttore – avanzando nelle vene cerebrali speciali cateteri da aspirazione e da recupero del materiale trombotico, che ne occludeva il lume, inseriti e manovrati dalle vene all’altezza dell’inguine>>.

Le condizioni della paziente, dopo un periodo di assidua assistenza da parte dei medici della Rianimazione del Santa Corona, in particolare dalla dott.ssa Ilaria Giovannelli, sono migliorate sino a recuperare tutte le principali attività neurologiche.

<<La trombosi delle vene cerebrali – afferma Padolecchia – è una malattia cerebro-vascolare meno frequente rispetto alle occlusioni delle arterie e colpisce soprattutto soggetti in giovane età e perlopiù donne. La diagnosi di tale patologia è estremamente importante proprio perché, in una ristretta percentuale di casi, se non ha efficacia il trattamento farmacologico con eparina, risulta gravata da elevata mortalità e quindi un precoce intervento endovascolare di disostruzione delle vene occluse risulta fondamentale in una situazione potenzialmente fatale.

La reciproca integrazione delle risorse umane – conclude – unitamente alla presenza delle tecnologie più avanzate, è particolarmente importante in centri di riferimento come l’Ospedale Santa Corona, sede di Dea di 2° livello, dove affluiscono patologie cerebro-vascolari come l’ischemia e l’emorragia cerebrale che, grazie al sinergismo fra le varie discipline, possono essere così gestite e trattate in tempi rapidi>>.

 

G. D.