Lockdown a Natale. Coldiretti “Costerebbero 4,1 mld”, Conte “Niente veglioni o curva si impenna”
Rischio forte contrazione della spesa alimentare con effetti pesanti per made in Italy e imprese del settore
Emergenza Covid
Il Natale senza turisti costerebbe 4,1 miliardi solo per le mancate spese degli oltre 10 milioni italiani che lo scorso anno sono andati in vacanza nel periodo delle feste. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti/Ixé in riferimento alla necessità di fare tutto il possibile per evitare il lockdown di Natale, salvaguardando le feste.
A preoccupare sono gli interrogativi sull’andamento del contagio destinati ad influenzare i comportamenti, con le misure di limitazione degli spostamenti, le chiusure di bar e ristoranti e le difficoltà nelle vendite per i negozi, a causa della riduzione dell’attività e la concorrenza del commercio on line. Pesa anche la cancellazione di eventi tradizionali di fine anno a partire da sagre, feste paesane e mercatini natalizi.
<<Solo nella nostra regione – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato confederale Bruno Rivarossa – nel mese di dicembre 2019, gli arrivi erano stati circa 179mila tra italiani e stranieri (+2%) mentre le presenze oltre 455mila, segno di un’importante destagionalizzazione del turismo che, sempre di più, porta a far scegliere la nostra Liguria non solo per il mare, ma anche per i suoi piccoli borghi, le bellezze paesaggistiche e per le peculiarità culinarie che vi si possono trovare. È quindi fondamentale fare tutto il necessario per evitare il lockdown nelle prossime festività, che purtroppo assesterebbe un ulteriore duro colpo a tutte le strutture impegnate nell’ alloggio, tra cui gli agriturismi, nell’alimentazione, e a cascata sull’intera filiera agroalimentare di qualità, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir.
In gioco c’è un sistema turistico Made in Italy – concludono – che si compone di 612mila imprese a livello italiano e rappresenta il 10,1% del sistema produttivo nazionale, superando il settore manifatturiero, con 2,7 milioni di lavoratori, il 12,6% dell’occupazione nazionale>>.
Per l’associazione dei consumatori Codacons, il Covid mette a rischio 2,6 miliardi di euro di consumi alimentari solo per la spesa del cenone della Vigilia e del pranzo di Natale.
Il Codacons ricorda che lo scorso anno sono stati spesi in Italia 300 milioni di euro per l’acquisto di 55 milioni di pandori e panettoni; 600 milioni di euro per spumante e vino finiti sulle tavole durante pranzo e cenone di Natale 2019, e 450 milioni di euro di prodotti ittici.
E commenta le dichiarazioni odierne del Premier Giuseppe Conte secondo cui “A Natale dobbiamo già predisporci a passare le festività in modo più sobrio: veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci non è possibile”.
<<La spesa alimentare legata al cenone del 24 dicembre e al pranzo del 25 vale, da sola, 2,6 miliardi di euro, senza contare le altre festività legate al Capodanno e a Santo Stefano – spiega il presidente Codacons Carlo Rienzi – Per imbandire le tavole gli italiani non badano a spese, e lo scorso anno i consumi alimentari legati al Natale hanno registrato un incremento del +3% rispetto al 2018.
L’emergenza sanitaria e le limitazioni alle feste in casa allo studio del Governo rischiano tuttavia di abbattere drasticamente la spesa legata alle festività natalizie, con i consumi alimentari che potrebbero calare almeno -5% rispetto allo scorso anno, con effetti pesanti per il Made in Italy e per le imprese del settore” – conclude Rienzi>>.
G. D.