Natale fra pochi regali e centri commerciali chiusi. Codacons “Calo record”, Udc “Chiusure scelta scellerata”

Natale fra pochi regali e centri commerciali chiusi. Codacons “Calo record”, Udc “Chiusure scelta scellerata”
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Contrazione della spesa: con nuove restrizioni affossati viaggi (-85%) e ristorazione (-65%), crollano anche alimentari (-10%)

Il Natale 2020 segnerà un calo record dei consumi da parte delle famiglie. Lo afferma il Codacons, che diffonde i numeri sulle spese delle festività aggiornati alla luce delle nuove restrizioni varate dal Governo.

Il Covid rivoluzionerà drasticamente le tradizioni degli italiani legate al Natale e avrà effetti devastanti sui consumi di dicembre – spiega il Codacons – L’impossibilità di spostarsi tra regioni, i limiti su cenoni, pranzi e ricongiungimenti, unitamente alle difficoltà economiche di una consistente fetta di popolazione, porteranno ad una contrazione complessiva dei consumi del -20%, diversificata a seconda dei settori.

Saranno quasi 3 su 10 (il 28%) gli italiani che non faranno quest’anno alcun regalo di Natale – il numero più elevato di sempre – perché impossibilitati ad incontrare amici e parenti o a causa delle difficoltà economiche attuali. A ridursi anche la spesa per gli addobbi della casa (-15%) e, per la prima volta, i consumi alimentari subiranno un tonfo (-10%, pari a circa -500 milioni di euro tra Natale e Capodanno) a causa delle limitazioni legate al Covid e del ridotto numero di persone nelle case durante pranzi e cenoni.

Complessivamente la spesa degli italiani per regali, addobbi e alimentari subirà una contrazione di circa 2 miliardi di euro rispetto allo scorso anno, fermandosi a quota 8 mld, con un esborso a famiglia che passa dai 386 euro del 2019 ai circa 308 euro del 2020.

Ma a risentire della situazione attuale sarà anche la ristorazione: lo scorso anno 5,6 milioni di italiani optarono il classico cenone della Vigilia al ristorante, e 5 milioni circa per il pranzo del 25 dicembre: quest’anno, sia per le restrizioni sul fronte dei cenoni, sia per la paura di contagi, la spesa per cene e pranzi fuori casa precipiterà del -65%, con una contrazione per circa 490 milioni di euro tra Natale e Capodanno.

Drastico crollo anche per i viaggi di fine anno, eventi e spettacoli, con una spesa in picchiata del -85% sul 2019.

Proprio per sostenere i consumi durante le feste e aiutare i piccoli negozi ad incrementare le vendite sotto Natale, il Codacons ha lanciato una piattaforma multimodale per consentire agli esercenti di tutta Italia di vendere i propri prodotti online e sui social network, e concorrere ad armi pari con i colossi dell’e-commerce come Amazon, abbattendo spese, commissioni e procedure burocratiche.

Sulla chiusura dei centri commerciali i pareri delle associazioni dei consumatori sono discordanti

Unc: chiusura centri commerciali è scelta scellerata

“Chiudere nel weekend i centri commerciali è sempre stata una decisione da noi contestata, perché illogica, ma farlo anche ora che arriva il Natale è una scelta scellerata. Non si danneggiano solo gli ipermercati, che restano comunque aperti per le vendite alimentari, ma soprattutto gli 80 mila piccoli negozi che ne fanno parte” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Abbiamo sempre ritenuto che spostare nel fine settimana i consumatori dai centri commerciali agli altri esercizi, non avrebbero certo ridotto le code, ma anzi concentrato più persone in un minor numero di negozi. A meno che le famiglie, non avendo possibilità di acquistare dove vogliono, rinunciano a uscire di casa, rinviando le compere a tempi migliori, con conseguenze comunque disastrose per Pil e occupazione” prosegue Dona.

“Ma per Natale, alcune spese, come i regali, sono obbligate. La conseguenza è che si riverseranno più persone nei centri commerciali dal lunedì al venerdì oppure ci saranno assembramenti nel weekend nei centri storici. Insomma, dalla padella alla brace. I centri commerciali, infatti, sono solitamente fuori città o almeno nelle zone periferiche e, quindi, diminuiscono la pressione dalle vie centrali delle città, peraltro senza aumentare i passeggeri dei mezzi pubblici, visto che solitamente ci si va o ci si deve andare con la propria auto” conclude Dona.

Codacons: chiusura sacrosanta. rischio focolai e contagi aumenta nei weekend nei luoghi dello shopping

“Limitare l’accesso ai centri commerciali nei weekend, quando un elevato numero di consumatori notoriamente si reca in tali luoghi di shopping, è una scelta giusta e inevitabile sul fronte della lotta al Covid – spiega il presidente Carlo Rienzi – Le immagini della scorsa settimana hanno mostrato la ressa di consumatori per negozi nelle principali città, con le presenze in aumento in vista del Natale. Un trend che crescerà nei prossimi weekend ed una situazione letteralmente esplosiva quando l’afflusso avviene nei luoghi al chiuso come i centri commerciali, che possono trasformarsi in focolai di coronavirus e portare ad un incremento dei contagi”.

“Per tale motivo riteniamo sacrosanta la decisione di chiudere i centri commerciali nei weekend, ma al tempo stesso ci schieriamo a favore dei piccoli negozi che inevitabilmente subiranno conseguenze sul fronte delle vendite – prosegue Rienzi – In loro favore il Codacons ha lanciato una piattaforma multimodale per consentire agli esercenti di tutta Italia di vendere i propri prodotti online e sui social network, e concorrere ad armi pari con i colossi dell’e-commerce come Amazon, abbattendo spese, commissioni e procedure burocratiche”.

 

G. D