Sassello, nel 1722 oltre 10 mesi di siccità, ferriere in crisi

Sassello, nel 1722 oltre 10 mesi di siccità, ferriere in crisi
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Trecento anni fa una mancanza di piogge di ben altre dimensioni

Sassello siccità 1722 / 2022, lo si rileva dal libro “Le ferriere di Sassello” scritto dallo storico locale Piero Rossi, edito nel 1989 dall’associazione Amici del Sassello, in vendita presso il museo, dove bene descrive una siccità di oltre dieci mesi.

Le attività delle ferriere necessitavano di acqua quale materia prima che senza bloccava la produzione delle stesse.

<<Gli eventi di carattere climatico e metereologico erano una prima grave limitazione all’attività produttiva – scrive Rossi -. Il periodo di lavorazione andava da ottobre a S. Giovanni Battista (24 giugno n.d.r.) perchè la magra dei torrenti, che faceva mancare l’energia idraulica, e il calore sprigionato dai fucinali escludevano la possibilità di lavorare proficuamente in estate.

In maniera analoga il gelo dei più rigidi mesi invernali costringeva ad interrompere la produzione per la mancanza d’acqua e ostacolava l’attività di trasporto del minerale e del prodotto finito. Così pure le grandi nevicate ostacolavano la viabilità e talora danneggiavano o addirittura facevano crollare i tetti degli opifici interrompendo per lungo tempo la produzione>>.

Sassello siccità durante le ferriere

Ed ora veniamo a quella memorabile, come la definisce l’autore, siccità di trecento anni fa, che ci riporta ai giorni nostri sebbene non siamo ancora a quel livello.

<<Accadde anche che la siccità si prolungasse oltre il normale periodo estivo – prosegue Rossi -. È rimasta memorabile quella del 1722-23, quando vennero a mancare le precipitazioni per oltre dieci mesi, costringendo tutte le ferriere della Liguria a lavorare pochissimo>>.

E come spesso avviene dopo una grande siccità, l’arrivo delle piogge, spesso inondazioni distruttive.

<<Contrapposte alla siccità, ma con effetti quasi sempre devastanti, erano le alluvioni che danneggiavano le opere di presa dell’acqua (chiusa, bedale, bottazzo) e talora inondavano gli stessi opifici e i depositi di carbone – riporta l’autore delle “Le ferriere di Sassello” -.

Vengono ricordate fra le più gravi le alluvioni del 18 ottobre 1654 che danneggiarono le ferriere dell’Erro e del Giovo, e quella del 26 agosto 1702 che colpì in maniera molto grave tutte le ferriere della Valle Stura e della valle dell’Orba e la ferriera dell’Erro, che non venne più riattivata>>.

Acqua: gioie e dolori, sempre.

 

G. D.