Traversine Trek Ella e dintorni – Sri Lanka
Camminare lungo i binari dei treni?
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In Sri Lanka è naturale come avere un albero di mango in giardino, lo fanno tutti, come se le strade ferrate fossero per le carrozze e per chi va a piedi in ugual misura.
Succede soprattutto nella zona centro-meridionale dell’isola, nei pressi della cittadina di Ella: lì, lungo le traversine si incontrano ragazzi con divisa e cartella che vanno a scuola, monaci vestiti di arancione, contadini che portano le mucche al pascolo e ragazze dirette al mercato o a trovare amiche che vivono, magari, nella giungla.
A lato dei binari crescono alberi di banane e piante mediche e di tanto in tanto c’è un ristorante: proprio così, c’è gente che ha avuto l’idea di prendere un fazzoletto di terra, tirare su quattro muri, metterci sopra foglie di palma e fare un bugigattolo di cucina da dove tirano fuori piatti di kottu piccante e frullati di frutta esotica e fresca.
Naturalmente saltellare tra le traversine è vietato, come dappertutto nel mondo. Però, solo dove ci sono i ponti di ferro che girano a semicerchio, capita di incontrare dei poliziotti. I ponti tra le colline hanno la loro fama e il loro fascino e per questo i turisti vanno a guardarli e a fotografarli. Per questo, anche, ci sono poliziotti vestiti di bianco e col fischietto: con quello avvisano quando è l’ora del passaggio del treno, di modo che i turisti non ci finiscano spiaccicati sotto.
Lo Sri Lanka non è solo un’isola di mare: ha vette che superano i 2000 metri, siti archeologici ancorati nel centro del Paese e piantagioni di tè ondulate: chi non conosce il Ceylon Tea?
I paesaggi del tè, nella parte meridionale, sono attraversati da treni azzurri che passano tra colline ammantate di un verde che ha la consistenza del velluto e intercalate qua e là da villaggi, da file di palme e da abitazioni isolate. Viaggiare in treno significa gustarsi la vista: si può comprare un biglietto nelle classi turistiche speciali, con ampie vetrate panoramiche, oppure si può viaggiare in seconda o in terza, dove i vagoni sono più affollati e i ragazzi chiacchierano appesi ai portelloni aperti. A ciascuno il suo stile.
Significa, anche, andare piano, perché il paesaggio si arrampica in salita, perché costeggia le montagne e si appoggia su traversine lise: ma a me piace pensare che vada piano apposta, così tutti si godono il paesaggio, sia chi c’è nato, sia chi è arrivato ieri. Perché è proprio bello.
Per qualche giorno mi sono divertita a fare avanti e indietro sui treni: poi sono scesa e ho preso a camminare. Per caso, mentre cercavo su Internet notizie di itinerari escursionistici, ho trovato informazioni e consigli di percorsi lungo i binari.
Dopo aver tanto camminato sugli Appennini di casa, è il turno di sentieri di legno, acciaio e pietre immersi in un verde che è come se esplodessero dieci primavere a ogni passo. Ho incontrato altri passeggiatori, cingalesi di qui, per i quali i binari sono scorciatoie rispetto alle strade d’asfalto, cingalesi in vacanza e stranieri come me. Ogni tanto compare una stazione grande come un pasticcino, di solito ci sono il cartello con il nome e un cane che gironzola.
Quello è il momento di guardare l’ora e decidere se mi fermo e aspetto il treno o continuo a saltellare di traversina in traversina fino al prossimo casello.
Giulia Tabacco
Geco in viaggio – Giulia Tabacco racconta avventure e disavventure di viaggio nel blog: www.gecoviaggiatore.it sulle pagine Fb e Insta: Il geco viaggiatore e nella serie podcast: Geco viaggiatore Travel Tales, disponibile su Spotify https://sptfy.com/gecoviaggiatore