Dpcm e matrimoni. Toti “Sono eventi che si organizzano in largo anticipo, occorre una clausola di salvaguardia”

Dpcm e matrimoni. Toti “Sono eventi che si organizzano in largo anticipo, occorre una clausola di salvaguardia”
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Questo tipo di cerimonia si programma per tempo e  alcuni avranno problemi

Le Regioni hanno discusso il Dpcm con il governo fino all’una di notte, “ma nessuna delle nostre osservazioni è stata recepita e questo non è affatto un bel segnale”. Afferma il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.

Il presidente ricorda “alcuni punti su cui abbiamo posto le nostre riflessioni inascoltate. Osservazioni indispensabili per evitare iniquità e penalizzazione delle categorie”.

Fra le tante osservazioni, in particolare serve una clausola di salvaguardia per i matrimoni. Questo il testo del nuovo decreto: “Restano comunque sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso. Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto. Le feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose sono consentite con la partecipazione massima di 30 persone nel rispetto dei protocolli e delle linee guida vigenti. Con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato di evitare feste, nonché di evitare di ricevere persone non conviventi di numero superiore a sei”.

<<Sono eventi che si organizzano in largo anticipo, con invitati che arrivano dall’altra parte del mondo – osserva Toti – per cui si versano importanti caparre con grande dispendio di risorse. Deve esserci una clausola di salvaguardia, che permetta alle persone di recuperare i soldi che hanno già versato e ai locali che hanno preso impegni di avere un risarcimento.

Sto già ricevendo segnalazioni di questo genere e queste persone meritano risposte. Cosa faranno gli sposi che hanno già organizzato battesimi o matrimoni per questo weekend?

Almeno a loro servirebbe deroga per poterli realizzare. Bisogna dare il tempo di adeguare le proprie vite alle nuove regole. I nuovi limiti poi non tengono conto dell’ampiezza dei locali ma si basano invece sul tipo di celebrazione: perché a un battesimo sono consentiti fino a 30 invitati e a una festa di compleanno no? Il proprietario che affitta il suo locale per una festa dovrebbe informarsi del motivo per cui si festeggia? Mi pare un controsenso>>. conclude Toti.

 

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G. D.