Il falegname Accossano da Sassello a Villa Durazzo Pallavicini Pegli

Il falegname Accossano da Sassello a Villa Durazzo Pallavicini Pegli
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Il parco ritrova lo smalto ottocentesco anche grazie alle capanne di Mauro

L’arch. Silvana Ghigino, con le foto di Gaia Peverati, ha scritto questo articolo per Sassello rappresentando il lavoro del falegname sassellese Mauro Accossano, da lei stessa definito “brillante”.

Oltre allo storico Parco, La Villa, Museo di Archeologia Ligure, conserva centinaia di reperti preistorici raccolti nell’ottocento da un altro sassellese, quel Don Deo Gratias Perrando a cui è dedicato il museo nella via omonima. Pegli con la sua villa e il parco in un legame continuo con Sassello.

Per info e visite https://www.villadurazzopallavicini.it/

https://www.museidigenova.it/it/museo-di-archeologia-ligure-0

<<Il parco storico monumentale della Villa Durazzo Pallavicini di Pegli, eletto nel 2017 “Parco pubblico più bello d’Italia”, può essere considerato oggi uno dei vanti della Liguria.

Costruito tra il 1840 e il 1846 per volere del marchese Ignazio Alessandro Pallavicini su progetto dell’architetto Michele Canzio, è un giardino paesaggistico di taglio romantico tra i più rinomati d’Europa; un parco singolare ideato come luogo filosofico-esoterico a carattere massonico.

I suoi otto ettari di superficie sono stati utilizzati da Michele Canzio, decoratore e scenografo del Regio Teatro Carlo Felice di Genova, come palcoscenico per mettere in scena una trama melodrammatica che accompagna ogni visitatore alla ricerca della propria interiorità attraverso un percorso che si compone di atti e scene, oggi riportato in auge grazie a lunghi e costosi restauri realizzati a partire dal 2010.

Villa 1a Durazzo Pallavicini capanne Accossano

Tra il 2010 e il 2016 il parco è stato oggetto di un massiccio intervento di recupero ad opera del Comune di Genova su progetto dello studio Ghigino & Associati Architetti che ha interessato la struttura vera e propria con la ricostruzione di opere necessarie a fermare frane e smottamenti, a regimentare le acque piovane, a ripristinare i tre chilometri di sentieri, a restaurare importanti edifici e padiglioni e a ristrutturare la grande massa vegetazionale che, dopo decenni di abbandono, aveva perso consistenza e la sua originaria capacità di generare un luogo fantastico, ricco di essenze rare, esotiche e monumentali.

Al termine di questi ingenti lavori, che hanno risolto circa il settanta per cento delle necessità di conservazione, il Comune ha messo in atto una nuova strategia di gestione affidando, tramite bando di gara, il parco alle cure di una struttura privata. Per rispondere a queste previsioni si è generata una situazione insolita e molto particolare; gli architetti Silvana Ghigino e Fabio Calvi, autori del progetto di restauro e partecipi della direzione lavori, sostenuti dall’Associazione Amici di Villa Durazzo Pallavicini, hanno costituito la Cooperativa sociale L’Arco di Giano e, raggruppato i tre soggetti nell’Ati (associazione temporanea di impresa) Villa Durazzo Pallavicini che ha risposto al bando di Concessione d’uso del parco e lo ha vinto.

Scopo di questo nuovo e particolare concessionario è quello di continuare le opere di restauro nell’intento di ridare al giardino il suo assetto originario e mettere in atto un programma di conservazione capace di assicurargli un futuro stabile.

Villa 3 Durazzo Pallavicini capanne Accossano

Oggi dopo cinque anni di questa gestione il parco ha ritrovato il suo “smalto ottocentesco”, le piante rare, le fioriture, gli arredi e il ripristino di tre importanti scenografie che erano ormai sparite da oltre ottant’anni, rimanendo solo leggenda. Si tratta della scena del Parco dei Divertimenti, della Sorgente e del Villaggio medievale, tutte caratterizzate da capanne in legno di castagno e paglia di segale delle quali restavano solo alcuni disegni di Michele Canzio, fotografie di fine ottocento e disegni di artisti. Per anni gli architetti restauratori hanno sognato di poter ricostruire questi oggetti, testimonianze di un sapere artigianale ormai considerato scomparso, ma nel 2018 Ati ha partecipato al bando I luoghi della cultura della Fondazione Compagnia di San Paolo di Torino con un progetto che comprendeva il restauro delle preziose giostre in ferro del Parco dei Divertimenti e della Capanna a due tetti in esso contenuta, vincendolo. Nonostante le difficoltà della pandemia nel luglio del 2020 è stato inaugurato il restauro. La riuscita ha invogliato Ati a tentare la ricostruzione delle altre due Capanne ormai scomparse con il risultato di aver inaugurato la Capanna della Sorgente nel marzo 2021, finanziata da Ati e dall’Assessorato al Turismo del Comune di Genova e di aver ad oggi, agosto 2021, completata la ricostruzione della Capanna Svizzera, grazie al sostegno economico di A.Se.F. Genova in regime di ArtBonus.

Questo miracolo è certamente dovuto a chi non si è arreso nel tempo, ai sostenitori, agli sforzi della Cooperativa L’Arco di Giano ma in primis alla capacità professionale e all’entusiasmo di Mauro Accossano, il brillante falegname di Sassello che si è infervorato di fronte a questa impresa.

Adesso mi presento: io che scrivo sono Silvana Ghigino, la progettista dei restauri e il Direttore del parco. Ho conosciuto Mauro parecchi anni fa per altri lavori di falegnameria e quando ho iniziato a sperare nella ricostruzione delle capanne ne ho parlato con lui. Per tutta risposta, prima che io riuscissi a trovare i soldi, lui aveva già seminato due campi di segale. Lo ringrazio per avermi sostenuta durante la progettazione, per avermi aiutato a realizzare i modelli in scala, per la competenza e l’allegria con la quale ha affrontato il lavoro. Ringrazio le persone di Sassello che lo hanno aiutato nella mietitura, trebbiatura e battitura della segale. Voglio inoltre ricordare a tutti che anche in momenti bui come il nostro, durante i quali sembra tutto inutile e impossibile, lavorare con passione e trovare divertimento in ciò che si fa, benché complicato e spesso non del tutto compreso, è un buon modo per vivere, per convivere con la Natura e con l’Arte.

Mi permetto di ringraziare anche a nome del Parco che non solo ha ritrovato le sue Capanne, ma vede finalmente ricomporsi completamente il suo percorso filosofico-scenografico, narrazione che lo rende unico nel panorama dei giardini storici italiani>>.

Arch. Silvana Ghigino (foto Gaia Peverati)