Sassello, sradicata la panchina dell’Amore: vandali, spartineve o Cupido?

Sassello, sradicata la panchina dell’Amore: vandali, spartineve o Cupido?
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Luogo di meditazione, ispirazione e romanticismo di raro fascino

Su quella panchina, lungo il ciglio della strada Colletto-Oltreacqua, che domina il centro di Sassello, pare siano nate durevoli storie d’amore. Così come poeti, pittori, fotografi, lì hanno raccolto ispirazioni che hanno reso le loro opere immortali.

Ma ora è lì, in tutta la sua oscenità, a gambe all’aria strappata dal terreno dove era ben fissata da bulloni e fischer di rara forza.

Alcuni amici e compaesani urlano al vandalo, addirittura alle baby gang. Altri all’innamorato abbandonato che col suo gesto ha voluto cancellare il tempio dove nacque la storia che avrebbe dovuto essere eterna.

I più accusano l’omino (omone? Boh!) dello spartineve, che credendosi a spazzare la pista di Monza si è fatto prendere il piede sull’acceleratore (a proposito, gli stessi “più” si chiedono se con mezzo metro di neve il Paese è così stipato di neve chissà cosa dovrà aspettargli se ne venisse un metro? E lo chiedete a me, chiedetelo all’omino (omone? Boh!).

Invece, da incallito ottimista quale sono (la bottiglia è sempre mezza piena, e l’altra metà me la son bevuta), voglio pensare ad un gesto maldestro di Cupido. Veduti lì seduti due innamorati, egli scocca la freccia ma colpisce la panchina ribaltandola.

Dove si sia nascosto il figlio di Venere non si sa, ma dei due innamorati qualcuno ha notizie?

 

G. D.