Recupero 16 opere pittoriche Guala e Volpi vendute senza autorizzazione

Recupero 16 opere pittoriche Guala e Volpi vendute senza autorizzazione
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Le opere erano state vendute nel 2017, senza l’autorizzazione della Soprintendenza, a un acquirente svizzero per 100.000 euro

I Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale recuperano 15 dipinti di Pier Francesco Guala (1698-1757) e una pala d’altare attribuita ad Aimo Volpi (1491-1528), a conclusione di un’articolata attività investigativa.

L’operazione è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Torino, coordinati dalla Procura della Repubblica di Vercelli.

Le preziose opere ritraggono i maggiori esponenti della famiglia Scarampi, ed in origine erano incassati nelle pareti – e assicurati a esse con apposite cornici di stucco – del salone d’onore del castello di Camino (XI secolo).

Gli ultimi intestatari però, prima di vendere la proprietà, li hanno sottratti e scambiati con fotografie ad alta definizione e di pari dimensione, tanto da indurre in inganno gli ignari visitatori della prestigiosa dimora nobiliare.

Maniero sottoposto a vincolo amministrativo dal 1937, in quanto di interesse storico e artistico particolarmente importante.

I Carabinieri, in collaborazione con i funzionari della Soprintendenza Archeologia e Belle Arti e Paesaggio delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, oltre a rivelare la sostituzione delle opere, hanno documentato la violazione delle prescrizioni inerenti al vincolo di legge sull’immobile.

Infatti le opere pittoriche, inscindibili dal contesto architettonico, in particolare dalla sala di cui erano parte integrante e principale attrattiva, non potevano essere distaccate senza autorizzazione.

Le tele originali, di notevole valore storico-artistico ed economico, sono state rinvenute nel corso delle indagini all’interno di un’abitazione privata di Milano e sequestrate su decreto emesso dall’Autorità Giudiziaria vercellese.

Anche la pala d’altare, attribuita ad Aimo Volpi, è stata sostituita con una pittura raffigurante l’Assunzione della Vergine.

Il trittico raffigura la Crocifissione di Cristo: sin dal 1950 è inseparabile dall’edificio e definita “immobile per destinazione”. Nel 2014 è stata sottoposta a procedimento individuale per il riconoscimento dell’interesse storico-artistico, essendo tra le poche opere a testimoniare la modernità e la ricchezza delle scelte artistiche durante il Cinquecento nel Monferrato.

L’opera è stata rimossa dall’altare della cappella gentilizia del castello senza l’autorizzazione della Soprintendenza e venduta, nel 2017, a un acquirente svizzero al prezzo di 100.000 euro.

Il tempestivo intervento dei Carabinieri ne ha consentito il ritrovamento in un laboratorio di restauro lombardo da dove, smembrata, era in procinto di essere trasportata all’estero.

Su disposizione del Tribunale di Vercelli, i 15 dipinti sono stati confiscati e restituiti alla Soprintendenza, che effettuerà gli opportuni interventi di tutela e valorizzazione.

 

G. D.

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