Toti si dimetterà a prescindere dalle sollecitazioni
I gruppi di minoranza continuano a chiedere le dimissioni del presidente per “restituire dignità alle istituzioni ferite”
Giovanni Toti dimissioni
– Da ogni parte della sinistra arrivano richieste ogni due per tre di dimissioni al presidente Toti, indagato e arrestato, e messo agli arresti domiciliari per la grossa inchiesta sulle corruzioni in Liguria.
L’ultima è del gruppo Genova che osa, la penultima dei gruppi di opposizione in Consiglio regionale in forma collegiale, e prima ancora ogni giorno da ciascun partito di minoranza da quando è iniziato il terremoto giudiziario in Liguria.
Tutto legittimo, ci mancherebbe, ma credo che Toti, in questo momento, abbia ben altri problemi che dare ascolto a chicchessia, se non ai propri legali.
Il presidente della Regione Liguria dovrà preparare una linea di difesa dalle gravi accuse attribuitegli e avrà necessità di tanto tempo da dedicarvici che nulla avrà a che vedere con quello politico – amministrativo.
Pertanto, quando le dimissioni avverranno che nessuno vanti meriti o forzature.
In una lettera inviata ieri al presidente dell’Assemblea legislativa della Liguria (oggi 14 maggio è previsto un consiglio regionale con a capo il vicepresidente della Giunta regionale Alessandro Piana) i gruppi di opposizione hanno chiesto “le necessarie dimissioni del presidente della Giunta Regionale e dell’attivazione della procedura per consentire nuove elezioni. Quest’ultima è l’unica strada possibile in questo momento per restituire dignità alle istituzioni ferite e per evitare una situazione di stallo della pubblica amministrazione. In tal caso la minoranza non si sottrarrà alle responsabilità di competenza del Consiglio per la continuità dell’amministrazione e per decisioni che sono esclusivamente nell’interesse della Liguria”.
Se le accuse a Toti saranno confermate, nulla potrà “restituire dignità alle istituzioni ferite”, poiché le stesse è da oltre quarant’anni che sono ferite. Ma più che le istituzioni sono feriti i cittadini elettori, sempre meno cittadini e ancor meno elettori (nonostante ad ogni elezione ci si chieda il perché dell’assenteismo).
Sabato hanno sfilato a Genova duemila cittadini che chiedevano il fermo delle grandi opere in Liguria, e perché mai? Forse si preferisce bloccare una regione piuttosto che controllare se gli appalti sono regolari.
Non facciamo di tutta l’erba un fascio: gli strumenti di controllo esistono, forse andrebbero sburocratizzati. E i partiti politici facciano politica, quella di cui non si ricordano tracce recenti, perché le elezioni vanno preparate con cura, non sommare per sconfiggere. Qui c’è bisogno di governare e dare risposte ai delusi cittadini.
Nel frattempo, Giovanni Toti si dimetterà, non ha alternativa… non gli converrà “sbattersene”.
G. D.