Sbranato un cane a Sassello, l’emergenza lupi è un problema sociale

Sbranato un cane a Sassello, l’emergenza lupi è un problema sociale
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Un problema che viene ignorato e delegato forse al “bracconaggio diffuso”?

Sassello lupi – La pessima convivenza tra l’uomo ed i lupi è stata più volte segnalata agli organi competenti, tanto che il vicepresidente di Regione Liguria Alessandro Piana ha incontrato gli amministratori comunali in Municipio a Sassello.

Anche l’uccisione di una lupa, per legittima difesa, come sostenuto dai Giudici del Tribunale di Savona che hanno archiviato il caso, ha provocato un pandemonio, ma nulla di costruttivo ha avuto seguito, se non scatenare animalisti da social pronti a mettere in mezzo caccia e cacciatori che in questo fatto nulla c’entrano.

No, la questione è molto più seria. Qui c’è un popolo ben abituato da anni a convivere con il lupo, ritornato sulle montagne del Beigua da una trentina di anni. Sì, ogni tanto qualche scorrazzata in qualche gregge (i cui risarcimenti son ben inferiori a quelli dei danni causati dai cinghiali), ma nulla di conflittuale con il tessuto urbano.

Nel frattempo, il lupo è cresciuto, se ne segnalano un po’ ovunque, forse i piccoli branchi di decenni fa sono quintuplicati ed il cibo scarseggia, tanto da avvicinarsi alle case. E per case non intendo solo quelle sparse nei 101 kmq. del territorio sassellese, ma anche nel capoluogo. Sono stati visti in piazza Rolla, via Umberto I, viale Marconi, via Rossello, via Pozzetto solo per citare alcune vie più centrali.

Il lupo come ogni essere ha fame e si cerca il cibo (se il sindaco ha firmato una ordinanza di divieto di somministrare cibo agli animali selvatici sarà mica perché qualcuno ciba anche il lupo?), e da un paio di mesi lo fa vicino alle case, dove decine e decine di gatti e qualche cane sono spariti o se ne sono ritrovati i poveri resti.

L’ultimo caso di un cane sbranato è di stanotte alle 0.20, ne sono testimone poiché è successo nella valle Albergare a Sassello dove vivo, anche con tre cani che abbaiano, e dove ha sede RN. Vi risparmio le foto, anche se qualche leone da tastiera lo vorrei vedere di fronte a tale “spettacolo”. Era di una sassellese che qui ha casa, lavoro, giardino cintato e cinque cani. Il lupo è stato allontanato da uno dei titolari dell’azienda agricola, che a loro volta alcune settimane fa si erano ritrovati una capretta dilaniata. Sanno riconoscere un cane da un lupo, e quello di stanotte era un lupo! Che poi tra i lupi ci possano essere degli ibridi chi lo può escludere, e poco cambia, sempre di predatore si tratta.

E fin qui gli animali da cortile o da compagnia, magari abituati da sempre a stare fuori ed ora costretti tra quattro mura da cui faranno il possibile per fuggire, ancora più grave la situazione per gli umani.

Tralasciamo i temerari che non conoscono la paura, ma prendiamo il pensionato del centro che la sera porta il cane per i suoi bisognini. Se incontrasse il lupo affamato nessuno è in grado di garantirgli che la sua bestiola non sia una preda, e quel che molti temono, la paura è paura, è l’eventuale reazione del lupo verso l’uomo.

Oltre agli animali da compagnia, questo è il punto che crea l’emergenza e il problema sociale: oggi alcuni sassellesi hanno paura del lupo.

Certo, il lupo mai attacca l’uomo, ma chi potrà garantirlo in futuro? E ancora, che lupo è questo?

Queste le domande cui non trovo risposte tra gli esperti ed i saggi!

Se tra le istituzioni vige il silenzio o l’impotenza o il non assumersi responsabilità, non temono di delegare il fai da te? Che in questa situazione si chiama “bracconaggio diffuso da esasperazione”.

E chi ama gli animali, da casa, da cortile, da allevamento o selvatici (lupo compreso, ci mancherebbe), questo non lo può permettere.

C’è disagio tra noi, e Sassello è un piccolo puntino!

 

G. D.