Savona, non fa entrare sul terrazzo Enpa e vigili del fuoco per salvare un gabbiano reale, denunciato?

Savona, non fa entrare sul terrazzo Enpa e vigili del fuoco per salvare un gabbiano reale, denunciato?
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Il lavoro di vigili del fuoco e volontari della Protezione Animali è ancora più duro quando i cittadini non collaborano

<<Ieri – dicono dall’Enpa -, un gabbiano reale è rimasto intrappolato per ore su uno stretto terrazzo all’ultimo piano di un edificio di via Martinengo a Savona, senza riuscire più a “decollare” per mancanza di spazio libero.

Avvertiti da alcuni passanti i volontari dell’Enpa hanno chiesto al proprietario dell’appartamento di farli accedere per recuperare il volatile, nel frattempo qualcuno si era anche rivolto ai vigili del fuoco che sono intervenuti ma, anche ad essi, il proprietario ha negato tassativamente il passaggio attraverso l’appartamento, adducendo strane motivazioni.

Ai pompieri non rimaneva altro da fare che utilizzare l’autoscala per raggiungere il balcone dall’esterno ma – continuano gli animalisti -, il gabbiano, dopo infiniti tentativi è riuscito a salire sulla ringhiera ed a volare via>>.

Ora Enpa e vigili del fuoco “che l’associazione non finirà mai di ringraziare per la collaborazione” stanno valutando una denuncia a carico del poco civile possessore del balcone.

<<Sono stati 745 (460 i giovani caduti dal nido) i gabbiani feriti o in difficoltà recuperati nel 2019 in tutta la provincia dai volontari dell’Enpa, su un totale di 3.033 soccorsi. Un’attività immensa – affermano i volontari -, portata avanti da pochissimi addetti e volontari, che non possono contare né sulla collaborazione di tanti animalisti “a parole” né su un sufficiente aiuto della Regione Liguria.

Questa, che per legge dovrebbe organizzare i recuperi in modo adeguato, si limita ad erogare un contributo, ogni anno più ridotto malgrado l’enorme incremento degli animali soccorsi, che l’anno scorso ha coperto meno del 30% delle spese vive sostenute dall’Enpa savonese.

In queste condizioni – concludono – l’associazione rischia di dover prima o poi sospendere l’attività di recupero perché non riuscirà più a pagare veterinari, medicinali, mangimi, benzinai e manutenzione delle strutture di ricovero>>.

 

G. D.