Animalisti: peste suina la soluzione è completare la recinzione
“Si smetta di usare gabbie di cattura e fucilazioni sommarie”
Animalisti e peste suina – Che la partita sulla peste suina sia giocata su più fronti lo si comprende dalle molteplici soluzioni che in questo primo anno sono saltate fuori, ma che comunque non ne è stata finora applicata alcuna, se non una costosa e debole recinzione violata in più punti.
Dopo giorni in cui abbiamo presentato le considerazioni degli amministratori locali, così come quelle dei cacciatori, ora pubblichiamo il pensiero degli animalisti dell’Osservatorio Savonese Animalista (Osa).
<<I pochi nuovi casi positivi di peste suina in cinghiali, accertati recentemente vicino a Sassello ed a Ponzone, sempre entro la “zona rossa”, confermano che l’epidemia non si espande in modo rapido – affermano da Osa -.
In netto contrasto con le affermazioni di sindaci locali e organizzazioni agricole; se si fosse proceduto sparando nei boschi come loro chiedono ormai tutti i giorni, la situazione sarebbe molto più tragica. Infatti, la caccia chiusa nella zona rossa e lo “sciopero” dei cacciatori nelle aree limitrofe, evita che i cinghiali fuggano dai boschi e dalle campagne inseguiti dai cani e dai cacciatori, incrementando a dismisura i contatti tra animali ancora sani e soggetti infetti.
Eppure, è una costatazione semplice – proseguono -, che dovrebbe far riflettere quanti, sindaci e agricoltori che, come detto, criticano i mancati abbattimenti e, addirittura, invocano l’uso dell’esercito (anche con i carri armati e gli elicotteri?).
La soluzione più efficace è, secondo Osa, il completamento della recinzione della zona rossa, il mantenimento della sospensione di ogni abbattimento e l’avvio di studi e prove sulla vaccinazione degli animali con le sostanze e le modalità già attuate in diversi paesi e che rendono infertili gli animali per diversi anni ad ogni somministrazione.
E si smetta di usare gabbie di cattura e fucilazioni sommarie – conclude Osa -, che non servono a nulla, se non a imbarbarire le autorità che le chiedono e le realizzano. E di cominciare a proporre di sparare anche ai lupi per difendere greggi e mandrie, per la cui difesa basta invece rendere obbligatorio l’uso dei cani da pastore abruzzese-maremmano>>.
G. D.