Decreto Natale 18 dicembre. Cosa possiamo e non possiamo fare dal 21 dicembre al 6 gennaio

Decreto Natale 18 dicembre. Cosa possiamo e non possiamo fare dal 21 dicembre al 6 gennaio
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Ieri sera consueta conferenza stampa del premier Conte che ha illustrato le nuove disposizioni natalizie

Spostamenti vietati

Dal 21 dicembre al 6 gennaio è vietato ogni spostamento tra regioni e da/per le province autonome di Bolzano e Trento, compresi quelli per raggiungere le seconde case fuori regione.

 

ZONA ROSSA

24, 25, 26, 27 e 31 dicembre 2020 e 1, 2, 3, 5 e 6 gennaio 2021

Consentiti gli spostamenti per motivi di lavoro, salute e necessità.

  • Consentita dalle ore 5 alle ore 22 la visita ad amici o parenti (max 2 persone), i figli minori di 14 anni, le persone con disabilità e conviventi non autosufficienti sono esclusi dal conteggio.
  • Consentita l’attività motoria nei pressi della propria abitazione.
  • Consentita l’attività sportiva all’aperto ma solo in forma individuale.

Chiusi

  • Negozi – Centri estetici – Bar e Ristoranti.
  • Consentiti asporto (fino alle ore 22) e consegne a domicilio (senza restrizioni).

Aperti

  • Supermercati – Beni alimentari e Prima necessità.
  • Farmacie e Parafarmacie.
  • Edicole – Tabaccherie – Lavanderie – Parrucchieri – Barbieri.

 

ZONA ARANCIONE

28, 29, 30 dicembre 2020 e 4 gennaio 2021

Consentiti spostamenti all’interno del proprio comune e dai piccoli Comuni (fino a 5mila abitanti) in un raggio di 30km, ma senza poter andare nei Comuni capoluoghi di provincia

Chiusi

  • Bar e Ristoranti.
  • Consentiti asporto (fino alle ore 22) e consegne a domicilio (senza restrizioni).

Aperti

  • Negozi fino alle ore 21.

 

Un primo commento del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti

<<A questo punto, e potremmo aggiungere finalmente, sappiamo che Natale e che Capodanno saranno. Anche oggi ho ribadito ai Ministri competenti tutte le mie perplessità.

Primo: perché dal 3 dicembre ci eravamo dati delle regole che già prevedevano limitazioni importanti, ma legate alla reale situazione dei vari territori. Non capisco perché regioni che hanno fatto importanti sacrifici, anche in anticipo rispetto a quelli decisi dal Governo, come ad esempio la Liguria, non possano, alla luce dei risultati ottenuti, passare delle feste un po’ più normali. Oggi la nostra regione continua ad avere un Rt di contagio tra i 4 migliori d’Italia e il numero degli ospedalizzati continua a scendere. Nessuno pensava a feste e veglioni, ma un filo in più di normalità sì.

Secondo motivo: non so se tutti si rendono conto del gigantesco danno economico che tutto questo provocherà. Non solo bar e ristoranti, ma tutta la filiera alimentare avrà centinaia di milioni di danni, quindi aziende e occupazione a rischio. Agricoltori, pescatori, produttori di vino, prodotti tipici delle feste, preparati per l’intero anno in vista di questi pochi giorni, che finiranno invenduti. E anche il commercio al dettaglio, già molto provato, avrà un colpo durissimo.

Speriamo almeno nei ristori: ma saranno necessariamente inadeguati perché se si risarcisse l’intero danno di queste scelte servirebbero miliardi e miliardi di euro. Che il nostro Paese non ha. E che pagheranno i nostri figli.

Rispetto sempre le decisioni prese in momenti così difficili, ma temo si sia scelta una via che solo apparentemente è meno dolorosa>>!

 

G. D.