Reti fantasma nel savonese, recuperati oltre 800 chili sui fondali

Reti fantasma nel savonese, recuperati oltre 800 chili sui fondali
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Operazione condotta dalla Guardia Costiera e dalla Capitaneria di Porto Savona

L’attività si è svolta dal 11 al 15 ottobre e si è concentrata nella fascia Noli, Borgio Verezzi, Loano e Albenga, dove sono stati impiegati i militari del 5° Nucleo Operatori Subacquei della Guardia Costiera di stanza a Genova, supportati da personale e mezzi della Capitaneria di Porto di Savona e nello specifico dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Loano Albenga.

I sommozzatori della Guardia Costiera, anche grazie all’ausilio dei centri diving della zona e del ceto peschereccio locale, hanno così portato alla luce circa 800 kg di reti che giacevano su fondali, operando ad una profondità tra i 22 e i 40 metri e recuperando un totale di quasi 300 metri lineari e un volume di oltre 5 mc complessivi di attrezzatura.

Sin dal 2019 è stata avviata una campagna nazionale mirata al recupero delle reti da pesca abbandonate nei fondali marini e lungo le coste della nostra Penisola, che sino ad oggi ha permesso di rimuovere oltre 25 tonnellate di reti pericolose per la navigazione, per la pesca, per la flora e la fauna marine.

Queste reti sono responsabili dell’alterazione dell’ecosistema marino, in quanto degradandosi a contatto con l’acqua di mare, disperdono nell’ambiente le micro-particelle sintetiche delle quali sono composte. Rappresentano, inoltre, per le specie ittiche che vi rimangono intrappolate, dei veri e propri “muri della morte”, sempre più spesso – purtroppo – a danno delle specie marine protette oltre che un pericolo per la sicurezza dei sub.

Particolare attenzione è stata data quest’anno anche alla tutela del patrimonio archeologico sommerso e nello specifico quello davanti alla città di Albenga, dove proprio sul relitto della nave romana è stato recuperato un intero sacco di una rete da pesca a strascico intrappolato sui massi dissuasori da poco installati a protezione del relitto.

Operazione 2 Ambientale Reti Fantasma 2021

Il personale della Guardia Costiera, dopo aver ispezionato, sulla base delle informazioni che l’Ufficio Circondariale marittimo di Loano Albenga aveva acquisito nelle scorse settimane dal Marina Diving di Loano, a cui si deve l’individuazione, ha operato ad una profondità di 40 m riuscendo a portare a galla, con l’ausilio di palloni subacquei di sollevamento, l’intero sacco lungo circa 120 metri e pesante più di 400 kg. A quel punto, considerata la mole e la lunghezza della rete, fondamentale è stato l’apporto di un peschereccio di stanza nel porto di Loano grazie al quale, tramite l’utilizzo dell’argano di bordo, è stato salpato e riportato a terra il materiale rinvenuto.

L’ingente quantitativo di reti e altri rifiuti rimossi sia dal relitto della nave romana di Albenga che presso gli altri siti di Noli, Borgio Verezzi e Albenga, sarà smaltito nei prossimi giorni e secondo le normative in vigore, da parte della Marina di Loano S.p.a., concessionaria del porto, che oltre ad assumersi l’intero costo delle operazioni di smaltimento, ha assicurato il necessario supporto logistico durante tutto il corso dell’operazione.

<<A conclusione di questa importante attività che ci ha visto coinvolti in questi giorni – afferma il capitano di Vascello (CP) Francesco Cimmino -, intendo ringraziare tutti coloro i quali hanno contribuito, con il loro operato, alla rimozione di questo spietato killer per l’ambiente marino.

Le attrezzature da pesca abbandonate, perse o dismesse rappresentano una minaccia per la fauna marina: infatti, anche gli animali di grossa taglia come delfini, cetacei, tartarughe e altri mammiferi marini vi rimangono spesso imprigionati e se pensiamo che il nostro litorale è completamente immerso nel santuario dei cetacei Pelagos, operazioni come quelle di questi giorni assumono un’importanza ancora maggiore.

Il supporto, non solo logistico della Marina di Loano Spa, delle associazioni ambientaliste, dei centri diving della zona e dello stesso ceto peschereccio locale è la dimostrazione dell‘importante ruolo della società civile nella proficua interazione con le componenti operative della Guardia Costiera, per le attività di vigilanza assicurate nell’esercizio delle attribuzioni funzionali svolte per la tutela dell’ambiente marino e a garanzia della sicurezza della navigazione e degli usi pubblici del mare>>.

 

G. D.