Lavoro. Dati Istat rossi, ma 15% aziende pronte ad assumere

Lavoro. Dati Istat rossi, ma 15% aziende pronte ad assumere
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L’Unione europea delle cooperative vede questo piccolo segno rispetto al milione di posti persi rispetto un anno fa

I dati Istat sono implacabili: “Le ripetute flessioni congiunturali dell’occupazione – registrate dall’inizio dell’emergenza sanitaria fino a gennaio 2021 – hanno determinato un crollo dell’occupazione rispetto a febbraio 2020 (-4,1% pari a -945mila unità). La diminuzione coinvolge uomini e donne, dipendenti (-590mila) e autonomi (-355mila) e tutte le classi d’età. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 2,2 punti percentuali”.

Tutti i settori sono stati colpiti, come conferma l’Unione europea delle Cooperative.

Tra le perdite di posti lavoro 590mila sono dipendenti e 355mila autonomi

La pandemia – afferma Uecoop – sta mettendo a dura prova tutti i settori, dai servizi al commercio, dalla logistica alla manifattura, dall’agroalimentare al turismo. A fronte di una situazione di sofferenza generalizzata è necessario attivare prima possibile le risorse del Recovery Plan.

L’avanzata della campagna vaccinale viene considerata strategica dalle imprese perché la sua riuscita – continua Uecoop – è la condizione di base per la ripartenza del Paese e la competitività del sistema economico nazionale.

Il 15% delle imprese è pronto ad assumere nuovo personale nell’arco del 2021 per approfittare di un possibile rimbalzo dell’economia con una ripresa degli ordini e del fatturato dopo il brusco calo dovuto all’emergenza Covid.

Questo è il segnale di speranza che emerge dall’ultima rilevazione dell’Uecoop sull’attività delle imprese da nord a sud della Penisola in riferimento ai dati Istat che registrano la perdita di quasi un milione di posti di lavoro a febbraio 2021 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a causa del pesante impatto della pandemia su economia e lavoro.

Secondo l’80% delle imprese – conclude Uecoop – ci vorranno da 6 a 12 mesi perché l’economia italiana esca dall’emergenza Covid e da una situazione di sofferenza sociale ed economica che colpisce tutte le fasce sociali e produttive mettendo a rischio l’intero sistema produttivo nazionale.

 

G. D.