Per la morte del corriere con ovuli di cocaina in corpo 4 arresti a Spezia

Per la morte del corriere con ovuli di cocaina in corpo 4 arresti a Spezia
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Concluse le indagini partite nel 2022 sul rinvenimento di resti umani in una zona boschiva situata sulle prime alture della città

La Spezia – Stamane all’alba gli uomini del Nucleo Investigativo dell’Arma dei Carabinieri e della Squadra Mobile della Questura della Spezia, hanno arrestato su ordine del Gip del Tribunale della Spezia dott. Fabrizio Garofalo, su richiesta del Procuratore Capo della Repubblica della Spezia dott. Antonio Patrono e del Sostituto Procuratore dott.ssa Maria Pia Simonetti, quattro cittadini sudamericani (due dominicani, un colombiano ed un ecuadoriano) ed indagato altri due per reati che vanno dal traffico internazionale di sostanze stupefacenti, alla morte come conseguenza di altro delitto, vilipendio e occultamento di cadavere e spaccio di cocaina.

Tutto ebbe inizio dal 17 febbraio 2022 quando un escursionista, durante una passeggiata su un sentiero in località Carpena di Marinasco – attratto dal comportamento anomalo dei propri cani e dal loro latrato – rinveniva le ossa di un bacino ed altri presumibili resti umani, allertando immediatamente le forze dell’ordine.

La Squadra Volante effettuava i primi accertamenti, richiedeva l’intervento della Polizia Scientifica e della Squadra Mobile, che assumeva la direzione delle indagini.

Durante il sopralluogo – eseguito alla presenza del magistrato di turno, Sostituto Procuratore della Repubblica dott.ssa Maria Pia Simonetti e del medico legale dott.ssa Susanna Gamba – veniva confermato trattarsi effettivamente di resti umani, forse di una persona anziana, che venivano recuperati in vista del successivo esame autoptico.

Altri sopralluoghi nella zona, piuttosto ampia ed impervia – effettuati dalla Polizia di Stato anche con la collaborazione di militari dell’Arma dei Carabinieri – portavano ad altri resti umani appartenenti alla medesima persona, nonché tre ovuli contenenti sostanza stupefacente del tipo cocaina.

Le indagini venivano indirizzate su un traffico internazionale di sostanze stupefacenti gestito in città: in particolare veniva da subito ipotizzato che il corpo rinvenuto potesse essere quello di un “corriere ovulatore”, verosimilmente sudamericano, deceduto a causa di complicanze insorte durante il trasporto di un importante quantitativo di cocaina confezionata in ovuli, ovvero durante la loro evacuazione.

Gli esami di laboratorio confermavano l’ipotesi investigativa, infatti il cadavere del corriere presentava chiari segni di intossicazione da stupefacenti compatibili con la rottura di un ovulo, nonché tracce di un’operazione chirurgica artigianale, evidentemente effettuata post-mortem da ignoti nell’evidente intento di recuperare il prezioso carico di stupefacente che l’uomo stava trasportando prima di morire.

Tre ovuli contenenti cocaina pura, tuttavia, sfuggivano alle difficoltose operazioni di recupero e restavano nei pressi del luogo di occultamento del cadavere.

Le cattive condizioni di conservazione dei resti rinvenuti non consentiva l’identificazione, vista anche l’assenza del Dna dell’uomo nelle banche dati ed il fatto che nessuno – come prevedibile – avesse mai denunciato la scomparsa o reclamato la restituzione di quel che resta della salma.

Una svolta alle indagini si realizzava grazie ad una preziosa notizia appresa dai carabinieri nel corso di un’altra attività investigativa – poi sviluppata congiuntamente con personale della Squadra Mobile – che attribuiva l’organizzazione del trasporto della partita di cocaina finito in tragedia ad un trentasettenne cittadino dominicano, da tempo residente alla Spezia e già gravato da precedenti di Polizia anche specifici in materia di sostanze stupefacenti.

Secondo la notizia il trentasettenne – con la complicità di altri complici sudamericani – dopo aver organizzato l’importazione internazionale della droga, a causa dell’improvviso decesso del corriere all’interno di un affittacamere del centro cittadino, ne aveva abbandonato i resti nel bosco di Carpena, previo recupero del prezioso carico dal corpo.

La successiva indagine, anche con l’uso di intercettazioni, appostamenti e pedinamenti, ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza, oltre che sul suo conto, anche nei confronti di altri due sudamericani (un ventisettenne ed un ventinovenne) assieme ai quali, nel mese di dicembre 2021, l’uomo aveva organizzato l’importazione sul territorio nazionale di una partita di cocaina in ovuli del peso di oltre 1 Kg.

Forse il “corriere” sarebbe effettivamente deceduto all’interno di un affittacamere ed il relativo carico di stupefacente recuperato previa “intervento” del cadavere, poi abbandonato nella zona boschiva situata sulle prime alture della città.

Le intercettazioni sul conto del complice trentenne, che svolge un’attività lavorativa lecita, hanno anche permesso di scoprire come, effettuando la consegna di pacchi per conto di una nota società di trasporti, oltre ad essere coinvolto nel traffico internazionale di stupefacenti, gestisse un’intensa attività di spaccio di cocaina “al minuto”, sostanzialmente a domicilio, utilizzando per la consegna delle dosi di droga furgoni della ditta presso la quale era impiegato.

Gli incontri finalizzati allo spaccio, tutti con clienti fidelizzati, avvenivano in centro città tra una consegna e l’altra di merce lecita, in modo da rendere più difficoltosa la scoperta della parallela attività illecita.

L’attività di spaccio al minuto veniva documentata non solo attraverso la registrazione degli ordinativi di droga – effettuati per lo più al telefono ricorrendo all’impiego di un linguaggio criptico e a metafore – ma anche mediante riscontri obiettivi eseguiti su alcuni dei clienti più assidui, nei confronti dei quali, a seguito di articolati servizi di appostamento, gli uomini della Squadra Mobile e del Nucleo Investigativo, simulando controlli di routine, sequestravano varie dosi di cocaina.

Dalla fitta rete di rapporti sono emerse responsabilità anche nei confronti di altri tre cittadini sudamericani, estranei alla vicenda legata al decesso del corriere ovulatore, ma ritenuti a loro volta coinvolti in un traffico illecito di sostanze stupefacenti: si tratta di un cinquantenne cittadino dominicano residente alla Spezia ed un trentaduenne colombiano residente a Carrara (MS), entrambi tratti in arresto, e di una ventiseienne cittadina dominicana, residenti alla Spezia, denunciata in stato di libertà.

Nei loro confronti vengono contestati episodi di detenzione, cessione e trasporto di partite di cocaina – di piccole e medie dimensioni – la cui destinazione finale era lo spaccio.

Nel corso delle perquisizioni eseguite nelle prime ore del mattino, sono stati trovati e sequestrati i telefoni cellulari degli indagati, utili ai fini della ricostruzione dei fatti inerenti la vicenda del corriere deceduto.

All’interno dell’abitazione del cinquantenne dominicano, sono saltati fuori circa 60 grammi di cocaina, un bilancino di precisione ed altro materiale atto al confezionamento di sostanze stupefacenti.

La perquisizione a carico del colombiano residente a Carrara (MS) permetteva il sequestro di un bilancino di precisione, materiale atto al confezionamento di droga, nonché una scatola di proiettili calibro 22 detenuta illegalmente.

Al termine delle operazioni – durante le quali non è stato rintracciato il trentasettenne dominicano organizzatore dell’importazione risultata fatale e per il quale sono in corso approfondite ricerche in ambito internazionale – sono stati inoltre sottoposti a sequestro l’affittacamere al cui interno è forse deceduto il corriere “ovulatore” e i due furgoni sui quali potrebbe essere stato trasportato il corpo: in merito verranno svolti approfonditi accertamenti dai Gabinetti Provinciale e Regionale di Polizia Scientifica di Genova.

<<La raccolta degli importanti elementi probatori che hanno portato alla risoluzione del macabro caso è stata possibile grazie ad una perfetta ed incondizionata sinergia investigativa tra il personale del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri della Spezia e della Squadra Mobile della Questura spezzina, che per mesi hanno incessantemente lavorato fianco a fianco in stretto coordinamento operativo – spiegano dal Comando -.

L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica della Spezia, è tuttora nella fase delle indagini preliminari e tutto il materiale probatorio raccolto nonché la posizione di ciascun indagato sottoposto a misura cautelare sarà vagliata dal Giudice per le Indagini Preliminari, per una puntuale verifica, analisi e valutazione delle condotte illecite oggetto di contestazione>>.

 

G. D.