Italia è Draghi e Mattarella, sconfitta di partiti e democrazia

Italia è Draghi e Mattarella, sconfitta di partiti e democrazia
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Pur che tutto resti come è!

Lo si sapeva, questa settimana ha dimostrato la pochezza dei partiti e dei politici che non sono riusciti ad eleggere un Presidente della Repubblica che non fosse l’uscente, peraltro già dichiaratosi fuori dalla candidatura.

Una settimana in cui ora tutti giocano al “colpa tua”, incuranti del fatto che i cittadini si allontanino ancor più dalle istituzioni tanto son consci di non valere alcunché. D’altronde se è undici anni che il cittadino-contribuente-elettore non vota il capo del Governo un motivo ci sarà (Monti dal 16 novembre 2011 poi Letta, Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi).

Ma quel che è peggio è che proprio il ruolo del parlamentare si trova in caduta libera: dall’inizio della pandemia i famosi dpcm del Governo hanno sostituito le accese sedute di Camera e Senato, e proprio lì il compito si è trasformato di passa carte con approvazione di ciò che arriva dal Consiglio dei ministri.

E ora non resta che un Draghi sempre più forte, e unico interlocutore con l’Europa quale garante di tutti quei miliardi che dovrebbero riportarci fuori dall’agonia. Chi potrà tra i politici opporsi alla sua gestione, se per tenerlo Capo del Governo hanno riconfermato un titubante Mattarella?

E Mattarella resta al suo posto, dovrà disfare gli scatoloni del trasloco così come disdire l’appartamento affittato per il buen retiro. Ci resta un Presidente autorevole e saggio, ma anche tanta amarezza per non aver saputo dargli un’alternativa tra sessanta milioni di italiani.

Nel frattempo il cittadino-contribuente-elettore potrà consolarsi con il via del Festival di Sanremo, anche lì tanti ritorni del passato, un Paese che non sa proprio rinnovarsi e che lascia i giovani nel precariato.

Ma se Sanremo è Sanremo, ho tanti dubbi che l’Italia sia l’Italia.

 

G. D.