Sassello, il sindaco Buschiazzo sull’articolo “Altro che No-Vax…”, vaccini

Sassello, il sindaco Buschiazzo sull’articolo “Altro che No-Vax…”, vaccini
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Ricevo e pubblico una riflessione sui vaccini da chi si trova da 20 mesi sul fronte Covid, segue un mio articolo che sta raccogliendo consensi e dissensi tra i lettori

Ho letto con interesse e ho molto apprezzato l’articolo comparso su Redazione-News, “Altro che No-Vax o No-Green Pass, la pandemia ha creato i No-All” e ne approfitto per fare una riflessione sui vaccini.

Che sia a favore dei vaccini non ne ho fatto mai mistero e non credo che se ci dovesse un obbligo vaccinale si tratterebbe di un attacco alla democrazia o di un insulto alla Costituzione. La Costituzione dispone che possono essere introdotti obblighi per la salute pubblica, ponendo un solo limite: quello di farlo per legge. Quindi, richiede un intervento del Parlamento. Inoltre, la Costituzione stabilisce che la Repubblica tutela la salute, aggiungendo che lo fa sia per tutelare un diritto dell’individuo, sia per assicurare un interesse della collettività. La conseguenza di queste due disposizioni è chiarissima. Possono essere disposti, a mio avviso, trattamenti sanitari con un obbligo. La Corte Costituzionale ha aggiunto che la legge che li dispone deve essere non discriminatoria e proporzionata.

Obblighi vaccinali sono stati disposti già nel 1939, nel 1963, nel 1966, nel 1991 e nel 2017. I bambini in età pediatrica, da zero a 16 anni, sono già soggetti a un obbligo vaccinale. Questo obbligo riguarda ben 10 vaccinazioni. Infine, malattie una volta epidemiche, come la poliomielite e il morbillo, sono state quasi completamente sradicate, non solo in Italia, grazie a vaccinazioni obbligatorie, fatte a tappeto perché solo la copertura vaccinale a tappeto può assicurare quell’interesse della collettività di cui parla la Costituzione.

E’ ovvio che coloro i quali per motivi di salute (legati ad immunodepressione o ad altre cause) non si possono vaccinare, non si devono vaccinare. Ma chi può farlo, secondo me, lo fa non solo nel suo interesse, ma anche nell’interesse della collettività. Comunque, è giusto partire prima dal convincimento e non dall’obbligo. Gli ultimi dati degli ospedalizzati e dei decessi evidenziano che chi è vaccinato corre meno pericoli. I numeri in questo senso parlano.

Non so se si arriverà ad un obbligo vaccinale oppure no (e non lo sto nemmeno chiedendo: ho solo detto che non sarebbe una sospensione della democrazia e non lo vedrei come uno scandalo dal mio punto di vista), sta di fatto che ritengo sia molto importante che le vaccinazioni continuino e si arrivi ad immunizzare più persone possibili. Primo, perché i numeri dei contagi di quest’estate non sono molto diversi da quelli dell’anno scorso (cambiano quelli degli ospedalizzati). Difficile sfuggire alla conclusione che se, finora, le cose sono andate abbastanza bene non è solo grazie alla campagna di vaccinazione (che grazie al Generale Figliuolo sta andando molto bene), che sicuramente ha dato una mano, ma è soprattutto a causa della stagione (vita all’aperto e caldo) e a causa del ritardo con cui la variante delta è penetrata in Italia. Secondo, perché a mio avviso non siamo ancora pronti ad autunno potenzialmente “caldo”, soprattutto per quello che riguarda i trasporti essendo ben lontani dall’80% degli immunizzati.

Dopo questa riflessione pacata in cui ho espresso il mio punto di vista e mi sono ben guardato dall’assolutizzarlo o dall’imporlo (anche perché non sono io che devo imporre l’obbligo a vaccinarsi: io devo solo adoperarmi per convincere che vaccinarsi è importante ed è un interesse collettivo), mi aspetto una serie di improperi ed insulti da alcuni “assolutisti” che sono sempre più informati di tutti e che saranno depositari dell’unica verità. Ho letto una serie di commenti pieni di insulti in questi mesi su questo argomento che sono inconcepibili. La rete ha eliminato le distanze sì, ma in modo falso e finto tra le persone. Non vi è più la percezione del limite. Il limite che riguarda il rispetto, l’educazione, il riconoscimento di un diverso punto di vista. Si usa una violenza verbale e degli insulti che se venissero usati per strada con la stessa facilità con cui vengono scritti su facebook si rischierebbe una rissa ad ogni angolo. Le opinioni differenti sono una ricchezza, non un ostacolo.

Ogni opinione, anche la più informata, è parziale. Ogni scelta, anche la più ponderata, è parziale (ma va presa e va portata avanti). Non siamo esseri perfetti e infallibili. Nessuno lo è. Se all’inizio di questa pandemia pensavamo che ne saremmo usciti migliori, per ora ci siamo sbagliati clamorosamente.

Umberto Eco aveva suscitato molte polemiche dicendo con una semplificazione: “I social network sono un fenomeno positivo ma danno diritto di parola anche a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora questi imbecilli hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel”. Quello che mi impressiona di più in senso negativo non sono i contenuti ma la forma assoluta, violenta e maleducata con cui vogliono essere imposti da chi li esprime.

Daniele Buschiazzo sindaco di Sassello