I social sono utili, ma li sappiamo usare al meglio?

I social sono utili, ma li sappiamo usare al meglio?
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Le sfide degli adolescenti, ma anche dei… grandi

La drammatica vicenda della bimba, perché a dieci anni si è solo una bimba, che per gioco/sfida si è soffocata con una corda, ha rilanciato il corretto utilizzo dei social, app, siti, più o meno trascinanti.

No, andrò contro corrente ma non me la sento di attribuire ai social la colpa del loro infelice utilizzo, tanto da arrivare a sospenderli o chiuderli. Con lo stesso metodo dovremmo bloccare moto o auto che, nelle mani di imprudenti, provocano incidenti.

E’ sempre l’utilizzo di ciò che abbiamo tra le mani che determina un buon o un pessimo impiego dello stesso. Ecco perché queste “armi” vanno spiegate o concesse con parsimonia.

In una delle mie ultime cene al ristorante, mi sono trovato una famiglia di genitori e due figli giovanissimi di fronte: ad un certo momento, nell’attesa di un piatto, erano tutti e quattro a digitare nervosamente sui cellulari. In altra circostanza pre Covid ero dal dentista: sette in attesa, cinque sul cellulare fra video e messaggini, due, io e una signora, a discorrere.

E che dire, e qui l’età si alza parecchio, a dimostrazione che l’utilizzo dovrebbe essere “insegnato” anche ai grandi, infatti che dire degli insulti sui social. Risse verbali continue nate dal nulla, gente che va a commentare malamente storie che non dovrebbero appartenergli, ma solo per il gusto di dire sempre, ovunque, quantunque, la propria opinione che per quanto libera dovrebbe essere sempre accompagnata da buona dose di educazione. Oppure ignorare anche quando si leggono fandonie, cercare di convincere su di un social chi non è d’accordo con te è impresa che può solo degenerare.

Alcuni consigli della Polizia di Stato

<<Sfide inoffensive come balletti, canzoni cantate al karaoke, prove di abilità assolutamente innocue. Ma anche sgambetti, la “Skullbreaker challenge” o legarsi una cintura al collo per provocare asfissia come l’ultima, la “Black out challenge”.

I social non sono pericolosi in sé – spiegano dalla Polizia – ma è pericoloso l’uso che se ne può fare lanciando sfide folli o accettandole anche a rischio della vita. Per questo ci sentiamo di dare qualche piccolo consiglio di buon senso ai genitori:

Parlate ai ragazzi delle nuove sfide che girano in Rete in modo che non ne subiscano il fascino; alcune challenge espongono a rischi medici (assunzione di saponi, medicinali, sostanze di uso comune come cannella, sale, bicarbonato), altre inducono a compiere azioni che possono produrre gravi ferimenti a sé o agli altri (selfie estremi, soffocamento autoindotto, sgambetti, salti su auto in corsa, distendersi sui binari).

  • Assicuratevi che abbiano chiaro quali rischi si corrono a partecipare alle sfide online. I ragazzi spesso si credono immortali e invincibili per una immaturità delle loro capacità di prevedere le conseguenze di ciò che fanno.
  • Monitorate la navigazione e l’uso delle app social, anche stabilendo un tempo massimo da trascorrere connessi. Mostratevi curiosi verso ciò che tiene i ragazzi incollati agli smartphone: potrete capire meglio cosa li attrae e come guidarli nell’uso in modo da essere sempre al sicuro.
  • Se trovate in rete video riguardanti sfide pericolose, se sui social compaiono inviti a partecipare a challenge, se i vostri figli ricevono da coetanei video riguardanti le sfide, segnalateli subito alla Polizia postale anche online sul sito del commissariato di Ps online>>.

 

G. D.