Consulenti del Lavoro furibondi col Ministero “Serve rispetto per il ruolo”

Consulenti del Lavoro furibondi col Ministero “Serve rispetto per il ruolo”
Spread the love

E’ due anni che la categoria opera tra scadenze e adempimenti in piena emergenza burocratica

La presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, Marina Calderone, firma una Lettera aperta al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, dopo la mancata risposta alla richiesta di proroga di 30 giorni per l’invio del modello 770 in scadenza ieri.

Una questione di rispetto per la professione. È un richiamo al ruolo dei Consulenti del Lavoro, definito “essenziale” nei vari Dpcm del periodo emergenziale, la lettera aperta inviata dalla presidente Calderone al ministro Franco, a seguito della mancata risposta alla richiesta di prorogare l’invio dei modelli 770.

Stiamo scrivendo di una categoria che conta 26mila professionisti, che hanno in gestione 1,8 milioni di aziende e 8 milioni di rapporti di lavoro, e che per rispettare la scadenza del 2 novembre del modello 770 hanno mantenuto aperti gli studi, impegnati in tortuose ricostruzioni degli effetti dei provvedimenti governativi assunti nel 2020 da riportare nelle dichiarazioni.

«Abbiamo un profondo rispetto delle regole e dei ruoli istituzionali; quindi non abbiamo in generale alcun problema a rispettare le scadenze – si legge nella lettera inviata al Mef -. Ma chiediamo altrettanto rispetto per una professione dagli alti contenuti sociali».

Si tratta, in altre parole, di essere messi nelle condizioni di poter lavorare al meglio: «La concentrazione di adempimenti, la complessità degli stessi, la reiterazione di provvedimenti emergenziali, hanno inciso profondamente sulla tenuta psicologica, organizzativa e operativa dei nostri studi, peraltro non adeguatamente sostenuti da sussidi e bonus riconosciuti ad altre categorie di lavoratori».

Per questo motivo è stata rinnovata la richiesta di «avviare immediatamente i lavori di un tavolo per la riscrittura del calendario fiscale per gli anni a venire». Un tavolo che serva anche al monitoraggio dell’evoluzione delle varie procedure, con l’obiettivo di evitare si ripetano situazioni come quella dell’elaborazione del modello 770.

 

Il commento

Premettiamo che il modello 770 è un adempimento che le aziende, direttamente o tramite il proprio consulente intermediario abilitato, fanno per lo Stato in sua sostituzione, da lì il sostituto d’imposta.

Le imposte dei dipendenti e dei lavoratori autonomi vengono calcolate e poi versate direttamente all’erario dal datore di lavoro per conto dello Stato stesso, quindi con un servizio costoso, oltre che complicato. Ovviamente per tutti questi adempimenti ci sono solo rischi e nessun compenso.

A parole si dovrebbe operare in sinergia e collaborazione, difficile però quando è solo lo Stato che detta le regole e l’azienda coi suoi consulenti ne subisce l’esasperata burocrazia da cui è facile incappare in qualche errore poi sanzionato.

Ecco perché una richiesta di proroga di un adempimento, in cui le imposte sono già state incassate e che vengono solo indicate a livello annuale, appariva di buon senso visto che per i consulenti anche il 2021 è fitto di scadenze sempre più “difficili” e non “semplificate” come si sente nelle varie conferenze stampe del politico di turno.

Un consiglio per i politici: provate a passare un paio d’ore in uno Studio di Consulenza del Lavoro, di Commercialisti, ma temo anche di ogni altra categoria professionale, poi il significato di “semplificazioni” prenderà decisamente una vera piega.

 

G. D.