Manca “Sorelle” a Fratelli d’Italia, la Boldrini vuol cambiare l’inno d’Italia?

Manca “Sorelle” a Fratelli d’Italia, la Boldrini vuol cambiare l’inno d’Italia?
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Chissà che gli italiani non abbiano ben altri problemi

Fratelli e Sorelle d’Italia – Le elezioni politiche del 25 settembre sono finite. Quindi una parte di italiani ha affidato il ruolo di Governo ad alcuni, e di opposizione ad altri.

I primi, dopo i burocratici e lunghi adempimenti istituzionali di insediamento, dovranno dimostrare di saper governatore il difficile momento; mentre i secondi, dopo una disamina sulla “sconfitta”, si prepareranno ad affrontare l’altrettanto difficile ruolo dell’oppositore controllore, facendo tesoro dei propri errori.

I primi, anche con buona tempestività, stanno rispettando e accelerando i tempi, e fra qualche giorno saranno operativi, pronti per essere giudicati sui fatti.

I secondi, anziché chiedersi il perché di una grave sconfitta, che forse non considerano tale, lamentano la disaffezione degli italiani verso il voto e verso le istituzioni, pur avendo condotto una campagna elettorale non sul fare ma sul contro. Ricordo un vecchio esperto di campagne elettorali che tuonava: “Ogni volta che nomini il tuo avversario politico, ricordi agli altri che esiste e qualcuno potrebbe votarlo!”.

Oggi, ad un mese esatto dalle elezioni c’è chi ancora non ha capito la lezione e affonda ancora, perdendo, forse, pure la stima politica degli alleati, perché si fa fatica a leggere cose simili.

Vi riporto testuale il tweet di Laura Boldrini (Partito Democratico) di ieri su Twitter (anche nella foto).

<<La prima donna premier si fa chiamare al maschile, il presidente – scrive Boldrini -. Cosa le impedisce di rivendicare nella lingua il suo primato? La Treccani dice che i ruoli vanno declinati. Affermare il femminile è troppo per la leader di Fdi, partito che già nel nome dimentica le Sorelle?>>

Sorvolerei sulle declinazioni (sindaco – sindaca, deputato – deputata, assessore – assessora, architetto – architetta…), lasciandole ad altre sedi più competenti che già si occupano della “torturata” lingua italiana.

Singolare invece il riferimento al nome del partito di Meloni “Fratelli d’Italia” dove Boldrini sottolinea la mancanza delle “Sorelle”. Il partito è stato fondato nel 2012 da Ignazio La Russa, Guido Crosetto e Giorgia Meloni facendo riferimento all’inno d’Italia. Tutto lì.

Quindi la prossima proposta ufficiale di Boldrini sarà forse rivedere il testo dell’inno nazionale?

  • Fratelli e Sorelle d’Italia,
  • L’Italia s’è desta,
  • Dell’elmo di Scipio
  • S’è cinta la testa.

E qualcuno si chiede ancora perché ha vinto il centrodestra, o perché c’è assenteismo alle urne e distacco dalle istituzioni?

 

G. D.