Sindaci contro la burocrazia: norme per grandi comuni pesanti per i piccoli

Sindaci contro la burocrazia: norme per grandi comuni pesanti per i piccoli
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La continua crescita di norme e adempimenti nuoce al funzionamento della macchina comunale, ancor più della mancanza di risorse

Comuni e burocrazia

– L’80% dei sindaci ritiene la complessità delle norme il principale ostacolo al funzionamento efficiente del comune, ancora più della cronica scarsità di risorse umane e finanziarie.

È ciò che risulta dal rapporto “Il sentiment dei Sindaci” curato da Noto Sondaggi su un campione di 800 sindaci e presentato durante il Forum Asmel “Troppe norme, nessuna norma”, svoltosi a giugno a Napoli.

Inoltre, per l’87% dei primi cittadini, le norme e gli adempimenti pensati per comuni di grandi dimensioni mal si conciliano con le esigenze dei comuni medi e ancor meno con quelli dei piccoli.

Asmel, Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, da tempo pone al centro delle proprie iniziative l’eccesso di burocrazia. Dalla rilevazione di Noto Sondaggi emerge che per l’80% dei sindaci la farraginosità delle norme riduce la trasparenza dell’azione amministrativa e rischia di allontanare le migliori energie e i migliori talenti.

Per l’86% dei sindaci l’eccessivo appesantimento burocratico imposto dagli enti finanziatori genera ritardi sia nell’espletamento degli appalti sia nei pagamenti agli aggiudicatari. Pertanto, è necessario un totale cambio di passo per andare incontro alle necessità e ai bisogni più stringenti delle amministrazioni comunali.

“Per il loro numero, per il modo in cui sono scritte, per il loro accavallarsi, per la loro frequente obsolescenza, per la diversità delle interpretazioni che se ne danno, le norme sono diventate sempre più un impaccio, sia per cittadini e imprese, sia per chi deve governare, a livello nazionale e a livello locale – afferma Sabino Cassese, Giudice emerito della Corte costituzionale che in occasione del Forum di Asmel -.

Per uscire da questa situazione occorre seguire l’esempio francese e abituarsi all’idea che i precedenti possono essere abbandonati, a cominciare da quello che ritiene immutabile il rapporto tra territorio e istituzioni: la geografia delle istituzioni deve essere ripensata in funzione di come si organizza la società” – ha rimarcato Cassese.

“Non a caso – commenta Francesco Pinto, Segretario generale Asmel -, la nostra Associazione rivendica un cambio di paradigma nel rapporto tra Enti locali e istituzioni centrali.  Troppe cose sono cambiate dal 2000, quando è entrato in vigore il Testo Unico degli Enti Locali. Troppi provvedimenti lo hanno modificato. È tempo di porre mano a una riforma organica e soprattutto condivisa e non calata dall’alto. Asmel è pronta a offrire il proprio contributo, in nome di 4600 Enti che affianca e supporta quotidianamente, raccogliendone e rappresentandone le esigenze reali”.

Durante l’incontro, il prorettore dell’Università Bocconi di Milano ha illustrato i lavori in corso sulla ricerca “Mappare e ridurre gli oneri amministrativi degli Enti Locali”, commissionata da Asmel. “Gli Enti locali chiedono concretezza”, rimarca Pinto. “Per snellire a semplificare la macchina comunale, occorre registrare, in maniera schematica e scientifica le difficolta, non limitarsi alle proteste, ma presentare proposte concrete Governo e Parlamento. Intendiamo farlo con il contributo di una prestigiosa istituzione accademica”.

 

G. D.

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