Linda Cerruti e Matteo Bassetti due casi da male social

Linda Cerruti e Matteo Bassetti due casi da male social
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Il potere dei social nelle mani di beceri leoni da tastiera fa danni

Linda Cerruti di Noli (Savona) è una giovane felice, è arrivata a pochi mesi dai 29 anni con una selva di medaglie ottenute da ciò per cui si impegna fin dall’infanzia, il sogno di una bambina: il nuoto sincronizzato. Una disciplina sportiva che dà grandi soddisfazioni all’Italia, e dove la scuola savonese, se non la prima, è tra le più quotate.

Linda è tornata dagli Europei di Roma appena conclusi con ben otto medaglie: 6 argenti e 2 bronzi. Tanto che il Comune di Noli la festeggerà in una serata a lei dedicata, martedì 30 agosto alle ore 21.15 in piazza Milite Ignoto, presentata dalla giornalista sportiva Irma D’Alessandro.

Ma un velo di tristezza attraversa il suo volto, purtroppo quando si è famosi la celebrità riserva tante gioie e anche dolori, come in questo caso arrivato dai social. Già, questa maledetta arma a disposizione di chiunque, ed in chiunque si nasconde proprio chiunque.

La giovane al ritorno da Roma ha orgogliosamente pubblicato sul suo profilo Facebook le “sue” medaglie: la prima volta appese al collo, la seconda appese alle gambe in una classica posa che solo il nuoto sincronizzato può rappresentare nell’intera eleganza sportiva. Una gran bella foto che trovate in alto, nulla di sconcio o di pruriginoso, ma l’orda becera dei leoni da tastiera tutto hanno commentato meno la straordinaria impresa sportiva.

Linda Cerruti nel pubblicare quella foto aveva messo tutto il suo orgoglio, tutta la sua soddisfazione: <<A distanza di una settimana riguardo con infinita gioia le mie medaglie! A 4 anni dagli Europei di Glasgow in cui vinsi 2 argenti e 5 bronzi posso dire di essere soddisfatta – spiega Linda -. Sono migliorata con tanto allenamento e anni di esperienza in più. Dietro alle mie medaglie (per le quali mi avete scritto in tantissimi) c’è tanto sacrificio!

Fin da piccola ho iniziato a studiare di notte per potermi allenare di giorno! In tanti mi chiedete se è dura allenarsi così… beh sicuramente è una vita ad incastro, ma che riserva tante gioie e bellissime esperienze! Auguro ad ognuno di voi – scrive l’atleta – di poter vivere o far vivere una vita fatta di sport ai vostri figli! Lo sport aiuta a crescere e insegna dei valori>>.

Già, i valori, quelli che tanti ignobili commenti hanno provato a scalfire, non riuscendoci!

<<Come ogni anno – replica Cerruti -, dopo mesi e mesi di sacrifici (sveglia alle 5, allenamenti e fisioterapia fino a sera, repeat) è arrivata quella settimana in cui alzo la testa fuori dall’acqua, e respiro. Sia chiaro, non mi sto lamentando, ma sto solamente riportando la realtà quotidiana che è stata più che ripagata da una carriera piena di soddisfazioni.

Due giorni fa ho condiviso una foto fatta nella spiaggia in cui vado da sempre, in cui ho coltivato i primi sogni e che per me ha anche un forte valore simbolico. La foto mi ritrae in una posa artistica, tipica del mio sport, a testa in giù e in spaccata, insieme alle otto medaglie vinte in quello che è il miglior campionato europeo della mia carriera.

Il post è stato ripreso da vari giornali, fra i quali La Gazzetta dello Sport, Tuttosport, la Repubblica ed Il Fatto Quotidiano. Stamattina una mia amica mi invia uno di questi post condiviso dalle testate giornalistiche sulla loro pagina Facebook, lo apro e rimango letteralmente basita nonché schifata dalle centinaia, probabilmente migliaia, di commenti fuori luogo, sessisti e volgari che lo accompagnano.

Un sedere e due gambe sono davvero quello che resta, l’argomento principale di cui parlare?

Il minimo, nonché l’unica cosa che posso fare, è denunciare l’inopportunità di quei commenti – conclude Linda Cerruti -, specchio di una società ancora troppo maschilista e molto diversa rispetto a quella in cui un domani vorrei far nascere e crescere i miei figli>>.

Il legittimo sdegno della giovane porterà ad alcune denunce, ma non sarà facile ottenere giustizia. Il lavoro della Polizia postale è impegnativo, complesso, tante sono le denunce e pochi gli operatori. Non sempre si viene a capo di quei “coraggiosi” che si nascondono in pseudonimi e nomi falsi. Gli stessi gestori dei social dovrebbero iscrivere solo dietro presentazione di documenti di riconoscimento, ma ogni Stato ha le sue regole, è un mondo dove contano i numeri, i “follower”, i “mi piace”, i “cuoricini”, non certo i contenuti.

Ma non ti arrendere Linda Cerruti, son sicuro che la forza che metti in vasca vorrai “dedicarla” a chi, in questo momento, sta turbando la tua gioia!

Uno che non si arrende è il prof. Matteo Bassetti, direttore Clinica Malattie Infettive Ospedale Policlinico San Martino di Genova, da tre anni nelle mire di no-vax, no-covid, no-tutto, tanto da avere la scorta.

Colpito sui social e nella vita privata con insulti, molestie e anche tentativi di aggressione, alcuni anche riusciti. Ovviamente ha querelato e sono scattati i primi rinvii a giudizio.

Ma non basta, da tempo il suo nome viene usato anche quale testimonial di prodotti online. Come Bassetti stesso precisa: <<Continuano le truffe a mio nome usando la mia immagine, dopo aver creato profili falsi che tentano di vendere prodotti online. Vi propongono creme per l’artrosi, pillole per il cuore, per dimagrire, per i vermi e altre sostanze nocive per la salute. Vi stanno truffando con il mio nome. Non abboccate.

È tutto falso ed è organizzato per truffarvi. Io sono infettivologo. Non sono mai stato ortopedico, cardiologo o dietologo come scrivono nei vari profili. Si tratta di truffe organizzate contro la mia persona e soprattutto contro di voi che avete fiducia nel sottoscritto

Sono mesi – conclude Bassetti – che con il mio avvocato @avv.destefanis.rachele denunciamo tutto alla Procura della Repubblica e alla Polizia Postale. Ad oggi nessun sito è stato bloccato e nessun malvivente è stato identificato. Credo sia urgente intervenire per mettere fine a tutto questo!>>.

Come vedi Linda sei in “buona compagnia”, e potrei citare tante altre vittime dei social. D’altronde non occorre essere famosi per essere colpiti e molestati, è sufficiente sfogliare qualche post per rendersi conto degli insulti che vengono scambiati su qualunque argomento.

Ma non per questo si deve abbassare la guardia sui leoni da tastiera. Il legislatore ha ancora molto da fare, così come la Polizia deve essere messa in condizioni di poter lavorare.

Il mondo della Rete, e della tecnologia, è straordinario ed ha creato grandi opportunità sia professionali sia umane, ma alla sua enorme crescita non è corrisposta quella prevenzione e sicurezza che salvaguardi gli utenti, specie i più deboli (vi sono casi di suicidi che chiedono giustizia).

In pochi anni siamo stati travolti dalla Rete senza conoscere il potere di ciò che avevamo tra le dita, e che noi stessi abbiamo aiutato a diffondere. Se qualcuno crede di utilizzare quel potere a dispetto del prossimo va fermato.

Purtroppo, da anni, oltre a quella economica, vi è una crisi di valori, rassegnarsi alla meschinità sarebbe una sconfitta sociale di grosse dimensioni.

 

G. D.