Sassello, peste suina in mano ai tecnici e non al territorio

Sassello, peste suina in mano ai tecnici e non al territorio
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Questa la sintesi del consiglio comunale straordinario aperto al pubblico che si è tenuto lunedì sera 13 marzo

Trovata testa di cinghiale appesa ad una ringhiera – leggi QUI

Cinghiali – Sassello ancora una volta ha fatto da apripista per un tema che si è fatto sempre più impellente e che la politica non riesce a risolvere, tanto è frenata dai tecnici che dettano le regole. Non ultimi i due commissari straordinari, il primo non confermato ed il secondo appena nominato, che fanno parte di istituti di esperti lontani dai territori coinvolti da questa peste suina che sta affossando le economie agricole e l’outdoor.

Quindi un plauso al sindaco uscente di Sassello Daniele Buschiazzo che ha indetto un consiglio comunale straordinario sulla emergenza della malattia. Consiglio poi aperto al dibattito pubblico nello splendido teatro di Sassello da oltre 200 posti.

Peste 17 suina cinghiali Sassello consiglio comunale

Tanta gente senza il tutto esaurito, l’argomento era tutto meno che teatrale, sebbene in questi mesi 14 mesi di Psa si siano toccati anche livelli tanto comici quanto amari, peraltro ben sottolineati nel corso della serata. Comunque, c’erano quasi tutti, dal vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana al deputato Francesco Bruzzone, dai consiglieri regionali Alessandro Bozzano e Alessio Piana ai sindaci di Albisola, Celle, Varazze, Urbe, Giusvalla, Dego e Cartosio, dalle associazioni degli agricoltori e cacciatori ai consorzi funghi.

Mancavano i sindaci di Stella, Pontinvrea e Mioglia, così come i rappresentanti delle attività all’aperto, commercianti, artigiani, e anche dei gruppi consiliari regionali di minoranza.

Assenze che vanno sottolineate perché la peste suina è un problema di tutti poiché riguarda ogni settore dell’economia, specie ora che si rischia una nuova chiusura dei boschi che condizionerebbe pesantemente il turismo, le attività all’aperto e il commercio in genere. Forse per molti, sbagliando, è una questione che riguarda agricoltori e cacciatori, mentre anche chi ha un piccolo orto ne subisce le conseguenze.

Personalmente ritengo che tra le assenze mancasse in particolare il mondo ambientalista e animalista che continua a tenere una chiusura assoluta fatta di no, come afferma oggi l’Osservatorio Savonese Animalista.

<<L’Osa non può che sottolineare che da oltre un anno assistiamo alla “telenovela” di assessori regionali, sindaci ed associazioni agricole che chiedono di aprire ed intensificare la caccia, fingendo di ignorare che la scienza ha dimostrato che l’attività venatoria fa impennare la fertilità della specie – spiega l’Osservatorio -; e che catturare in gabbie e fucilare innocui cinghiali alla ricerca di cibo in città, invece di segregare i cassonetti della spazzatura e gestire meglio l’umido, è solo un’inutile e barbaro maltrattamento. E che fare battute di caccia in zone in cui è presente l’epidemia farà muovere in fuga i cinghiali, sani o malati, che diffonderanno ancora di più la malattia e, se la recinzione della zona rossa non è completa o completata, la esporteranno anche nelle aree finora integre!

Tutti zitti, a parte l’ex commissario, sui sistemi alternativi di contenimento dell’epidemia; Osa ribatte da mesi che nei cinghiali gli immunocontraccettivi di ultima generazione (GonaConTM) procurano efficacemente l’infertilità, con una singola somministrazione, dai 3 ai 5 anni; il problema di limitare l’assunzione alla specie obiettivo viene risolto introducendo le “pillole” in un “dispenser” con un piatto di circa 5 chili, che solo il muso e la forza di un cinghiale riesce a sollevare. Ricerche interessanti sono già state condotte negli Stati Uniti ed hanno come referente italiano la professoressa G. Massei.

Ci vorrebbe il coraggio di sperimentare questo metodo innovativo anche in Italia – conclude Osa -, se solo la “gestione della fauna” da Roma a Genova non fosse gestita da una maggioranza “bulgara” procaccia di ministri, parlamentari, governatori, assessori e consiglieri regionali, fino a sindaci e segretari di quasi tutti i partiti politici. E la riunione avvenuta a Sassello ne è la prova>>.

Rinchiudersi nel proprio guscio non aiuta nessuno e, soprattutto, non fa comprendere certe posizioni che potrebbero avere delle ragioni, anche se di fronte alle emergenze occorre prendersi delle responsabilità decisionali in linea con il territorio coinvolto.

Peste 16 suina cinghiali Sassello consiglio comunale

<<L’idea di fare un consiglio straordinario mi è venuta il 5 febbraio 2023 quando a bordo strada, sulla SS 334, è stato trovato un cinghiale morto con il cartello “negativo alla Psa, positivo al piombo” – ha aperto il sindaco Daniele Buschiazzo -. Un gesto che va condannato, ma che però è indice di una frustrazione e di un senso di abbandono notevole. Il problema, oltre che essere veterinario, agricolo e di pubblica incolumità, è diventato anche di ordine pubblico. Per tale ragione, mi è parso giusto convocare un consiglio comunale aperto per dar voce e far ascoltare i problemi che questa situazione incontrollata ha portato>>.

Buschiazzo ha poi ripercorso i quattordici mesi di peste suina fino ad oggi. Dai primi ritrovamenti di carcasse malate, all’obbligo di abbattere i maiali sani; dal mancato depopolamento di chi malato è (i cinghiali!), alle chiusure dei boschi; dalla nomina di un commissario straordinario alla “forzatura” della Regione Liguria che ha riaperto i boschi (e i funghi!); dalla frustrazione di una inutile recinzione calata dall’alto, al notevole aumento dei cinghiali con le devastazioni dei campi, orti e semine.

<<È stato nominato un nuovo Commissario, il dott. Vincenzo Caputo (assente per impegni n.d.r. peccato!), e questo sicuramente sta a significare che l’operato fino ad oggi non è stato eccelso – ha concluso il sindaco -. Tuttavia, alcune affermazioni del nuovo Commissario sicuramente sono da approfondire, mi riferisco soprattutto a quelle legate agli abbattimenti e alla possibilità di nuove limitazioni da emanare.

È chiaro che qualsiasi scelta che non preveda abbattimenti e rimetta delle limitazioni alla fruizione del bosco ci troverebbe contrari. Anche perché, la Regione ha fatto qualcosa di meritorio assumendosi la responsabilità di riaprire, tornare indietro sarebbe una follia. Inoltre, aggiungo un’ulteriore preoccupazione. La Psa sta mietendo molte vittime nel nostro territorio, ma non per questo si può prescindere dagli abbattimenti, perché non possiamo consentire di esportare il virus in altri territori. Anche perché sennò si farebbe concreto il rischio di far diventare endemico il virus>>.

Peste 4 suina Sassello consiglio comunale

Al termine del consiglio comunale è stata approvata una mozione, unica astensione Bastonero sebbene l’abbia apprezzata pubblicamente, che impegna il sindaco:

  • a chiedere al commissario straordinario e al Governo la revisione dell’ordinanza 4/2022 e del DL 9/2022 al fine di prevedere misure più efficaci nell’affrontare il problema della sovrappopolazione dei cinghiali;
  • a sostenere attraverso la Regione un’azione verso le autorità nazionali, affinché vengano avviate al più presto le azioni di controllo e di depopolamento che sono consentite da tutti i Regolamenti Europei in materia con tutti i mezzi ritenuti più idonei rispetto all’evoluzione dell’epidemia (azione di caccia, recinti di cattura, gabbie ecc.);
  • a rappresentare al Governo e al commissario straordinario per la peste suina africana l’esigenza di disporre urgentemente:
  • deroghe al divieto di consumo delle carni per consentire l’autoconsumo;
  • un compenso per ogni capo abbattuto nell’attività di controllo per i coadiutori e i selecontrollori;
  • misure urgenti di reclutamento di personale, sia per i servizi veterinari, sia per le funzioni di vigilanza e di presidio del territorio, per affrontare l’emergenza;
  • uniformità nelle procedure di recupero delle carcasse;
  • dotazioni di mezzi e strumenti alle AA.SS.LL. per recuperare le carcasse che sono in bosco magari vicino a sorgenti e corsi d’acqua;
  • modalità per l’interramento con calce delle carcasse che non possono essere portate via;
  • realizzazioni di monitoraggi continui come stanno avvenendo a Sassello;
  • stanziamenti economici adeguati al fine di affrontare in maniera adeguata tale situazione straordinaria.

Una mozione che oggi l’associazione dei comuni liguri – Anci Liguria – ha deciso di mandare a tutti i comuni per una possibile approvazione.

Ad apertura di dibattito ha preso la parola il vicepresidente regionale Piana, di cui riportiamo integralmente il video dell’intervento, che ha spiegato il percorso della Regione in questi quattordici mesi.

Le sue parole così come quelle di chi lo ha seguito hanno tracciato quanto sia difficile sconfiggere la peste suina africana in un contesto appenninico come quello ligure, dove non si possono applicare protocolli già perfezionati in altre realtà europee. Della recinzione ci siamo già occupati altre volte ed è stucchevole ribadirne l’inutilità, sarebbe sufficiente una visita sul territorio.

Peste 5 suina cinghiali Sassello consiglio comunale

Quindi che dire della figura del commissario straordinario? È appunto straordinario poiché dovrebbe occuparsi di una emergenza dove il tempo va anticipato. Non è stato così! Forse è mancata la politica in quella prima nomina, così come in questa seconda. Marco Bucci, sindaco di Genova, non credo fosse un tecnico esperto in ponti nello svolgere il ruolo di commissario straordinario del ponte Morandi. Bensì un politico eletto dalla gente che ha svolto il suo mandato.

Ecco perché nella serata di ieri è passato un messaggio deludente, ovvero che la politica non è stata in grado di gestire una emergenza e si è affidata ancora una volta a tecnici. Musica ascoltata negli ultimi dieci anni anche a livello governativo. Tecnici al vertice dell’emergenza psa e tecnici gli esperti che ne hanno dettato il percorso.

Qualcuno ha chiesto sul futuro della psa, che succede domani? Domani è oggi, come ieri e l’altro ieri. E qui sono d’accordo con l’on. Bruzzone, la peste suina è scesa in Riviera e tra un paio di anni sarà a Sanremo e poi in Francia, e l’imprenditore agricolo Franco Orsi, peraltro ex senatore e vicepresidente di Regione Liguria, con essa ci dobbiamo convivere ma per favore senza chiudere il bosco.

Vedremo ora se la politica saprà replicare quella apertura dei boschi della scorsa stagione, mentre non mi aspetto alcunché dal commissario straordinario, “tecnico” che dirigerà un’emergenza ligure-piemontese tra Napoli, dove vive, e le Marche, dove lavora. Pronto, ovviamente con gioia, ad essere smentito.

Come non rivolgere un pensiero a chi sostiene che il cosiddetto politically correct “voglia” ritornare a quando era l’animale e non l’uomo il padrone del bosco. Era il paleolitico superiore, prima che l’uomo scoprisse la pietra levigata, il villaggio, l’allevamento, il taglio del bosco per creare i campi da coltivare… 10mila anni fa.

 

G. D. (foto di Olgiati, Matteoni, Codino)